La ‘Bild’: “Schumacher ha un’infezione polmonare”
La stampa tedesca continua a pubblicare indiscrezioni circa lo stato di salute di Michael Schumacher che, a quanto pare, avrebbe contratto un’infezione polmonare.
“Nuova preoccupazione per Schumi: infezione polmonare in coma”. Titola così oggi il giornale tedesco Bild che torna così a parlare delle condizioni di salute di Michael Schumacher. Secondo quanto riportato dal giornale di Axel Spinger, che cita fonti mediche, il tedesco avrebbe contratto un’infezione polmponare in seguito al risveglio dal coma artificiale e ora i medici lo starebbero trattando con forti antibiotici.
I corrispondenti della ‘Bild’ hanno scritto: “Le conseguenze non sono ancora chiare. Non si sa se sia stato il processo di risveglio sia stato interrotto a causa di questo inconveniente”. Intervistato a tal riguardo, il professor Moecke dell’ospedale di Amburgo ha ammesso: “La polmonite è generalmente una malattia grave e pericolosa, perché il corpo riceve meno ossigeno ed è più debole. Una persona sana tossisce o deglutisce diverse volte al minuto, di solito senza accorgersene, e ciò protegge i polmoni”.
Secca la risposta della portavoce di Schumacher che ha ribadito, ancora una volta: “Non commentiamo le speculazioni”.
Intanto, Gary Hartstein, ex medico in F1, dal suo sito internet ha continuato a commentare – su base scientifica – le poche indiscrezioni che filtrano dall’ospedale di Grenoble. Hartstein, in particolare, si sofferma su quella lanciata dalla Bild qualche giorno fa, secondo cui Schumacher non risponderebbe agli stimoli. Il medico spiega che l’informazione è da considerarsi poco chiara, perché se non ci fosse risposta alle stimolazioni dolorose, neanche delle risposte stereotipate arcaiche in profondità del cervello, allora sarebbe una brutta notizia, perché implicherebbe probabilmente ingenti danni al tronco cerebrale. Se, al contrario, ci fossero delle stereopatie primitive, resterebbero delle speranze a livello di recupero. Citando casi simili, Hartstein spiega che circa la metà dei pazienti in questa condizione si risveglia, solitamente con un certo livello di disfunzione residua.