Red Bull RB10: l’analisi tecnica
Completamente fuori dagli schemi la monoposto progettata da Newey, diversa dalle altre in ogni suo particolare. La scopriamo nel dettaglio.
In questi giorni abbiamo più volte sentito dagli appassionati la frase seguente: “vediamo il genio cosa si è inventato!”. Ovviamente tale appellativo non poteva che essere riferito ad Adrian Newey, che, anche stavolta, non ha deluso le aspettative, sfornando una monoposto decisamente diversa dalle altre fin qui presentate.
Partiamo ovviamente dal muso della RB10, assolutamente inedito nelle linee. La curvatura è particolarmente dolce e sinuosa dal telaio alla punta ed anche piuttosto larga (FOTO). Diversamente dagli altri musi “a formichiere”, la RB10 reca una sorta di bulbo che si sviluppa verticalmente fino a raggiungere i noti 185 mm. Da notare che lo stesso presenta una strana presa d’aria (FOTO).
Subito dietro a tale elemento è presente un rigonfiamento “a pellicano”, che conferisce al muso una forma davvero simile a quella della Lotus E21 (FOTO). E veniamo ai “segreti” più o meno nascosti che reca la parte anteriore della Red Bull: il primo è dato dalla grossa feritoia presente tra muso e telaio, tripartita (FOTO). Ancora: al di sopra del muso è presente un’altra apertura (segnata in fuxia nella foto precedente), questa volta rivolta verso il cockpit. Difficile dire quale sia la relazione tra queste ultime due aperture e quella in punta al muso. Certamente una delle due inferiori serve ad alimentare quella superiore (cd. S-duct). Subito dietro al muso c’è un interessante deviatore di flusso verticale piuttosto sagomato (FOTO).
La parte centrale della monoposto austriaca è particolarmente semplice e pulita nelle linee, con pance molto scavate nella parte iniziale e piuttosto lunghe (FOTO), tanto da terminare sulla parte centrale del diffusore, ai lati del cambio. La Red Bull mantiene i deviatori “a ponte” intorno alle bocche di ingresso dei radiatori, utili a migliorare lo scorrimento dei flussi provenienti dall’avantreno e piuttosto turbolenti. Le stesse bocche di raffreddamento, inoltre, sono di dimensioni contenute e forma convenzionale, così come la presa d’aria sul roll-bar, di classica forma ovale (FOTO).
Come detto, gli sfoghi del cofano sono situati centralmente e soffiano nella parte centrale del diffusore; il resto del fondo è piuttosto pulito e mantiene una sola deriva verticale ed i tre slot per il tyre squirt davanti agli pneumatici (FOTO). La sospensione resta di tipo pull-rod.
Piuttosto particolari le scelte circa l’ala posteriore; è infatti visibile un solo pilone, ammesso che lo sia, visto la sua dimensione piuttosto piccola e sottile (FOTO). E’ probabile che lo stesso, più che sorreggere il profilo alare, integri un condotto per il DRD. Quanto all’ala, risalta subito all’occhio l’estrema semplicità della paratia, priva di qualsiasi feritoia o slot.
Per ora, ovviamente, il diffusore è rimasto ben celato dagli sguardi dei curiosi e restiamo in attesa di poterlo analizzare nel dettaglio.