Hill su Schumacher: “Pochi rapporti tra noi, ma mi spiace”
Il campione del mondo con la Williams nel 1996 ha parlato del suo rapporto con Schumacher, dalla pista al Paddock, senza trascurare gli auguri di pronta guarigione dopo il terribile incidente sciistico
E’ un Damon Hill a trecentosessanta gradi quello che ha raccontato del suo rapporto con Michael Schumacher al Times of India.
I due, com’è noto da sempre, non si sono mai amati. Anzi. Tra il 1995 al 1997 i rapporti tra i due sono stati sempre molto tesi, con Schumacher a vincere il titolo l’anno dopo la scomparsa di senna con una manovra molto discutibile nella gara conclusiva del mondiale ’95 e la rivincita targata Hill appena l’anno successivo, con il tedesco passato alla Ferrari dopo i due titoli con la Benetton di Flavio Briatore.
“Tali rivalità, come la mia con Schumacher, creano una buona dose di eccitazione“, ha dichiarato Damon Hill. “Alla fine però rimane un gioco senza vincitori e vinti. Conta solo come si è giocato nel mezzo. Non si può sempre vincere, è importante concorrere, importa provarci. In ogni sport c’è sempre un eroe e nel nostro c’è un certo Michael Schumacher, che ha dominato la F1 per quindici anni“.
“Michael, nell’arco della sua carriera, è stato in grado di andare oltre i limiti praticamente sempre. L’invidia è una brutta cosa, ma bisogna essere onesti quando incontri uno più forte di te. Bisogna cercare di migliorare, perché nello sport c’è sempre qualcuno migliore di te. Per esempio, io suono la chitarra, ma non diventerò mai un Jimmy Page o un Eric Clapton, però continuo a farlo“, ha proseguito l’ex pilota Williams.
Per concludere l’intervista, Hill ha poi parlato di quanto accaduto a Schumacher a inizio 2014, nell’incidente sciistico che lo tiene in pericolo di vita da tre settimane. “Ho visto Michael per l’ultima volta al Gran Premio di Monaco del 2010, quando ero commissario di gara designato. Non abbiamo parlato molto, perché era più in pista che nel Paddock. Inoltre non avevamo un ottimo rapporto…“.
“Ciò che è successo a Schumacher è senza dubbio una tragedia, che ci mostra quanto fragile e importante sia la nostra vita. E’ stato uno shock per tutti, ma questo fa capire quanto difficile sia correre, ma anche quanto sia pericolosa la vita in generale. Non ho parlato con la famiglia di Michael dopo l’incidente di Méribel, perché è giusto lasciarli tra loro. La mia solidarietà va alla famiglia. A Corinna, ai figli di Michael e a lui i miei migliori auguri di una pronta guarigione“.