Renault: “Così abbiamo sviluppato il motore RS27”
Motori congelati? Sì, ma non troppo. Axel Plasse, responsabile del progetto Renault RS27, spiega come è stato possibile migliorare le prestazioni e l’efficienza dei motori in questi anni, nonostante le stringenti regole in materia di propulsori.
Renault Sport ha ufficialmente mandato in pensione il propulsore V8 aspirato, contraddistinto dal nome RS27, in attesa di portare in pista la nuova power unit chiamata Energy F1.
Del motore Renault, negli ultimi anni, si è parlato molto. Specialmente, delle numerosi permessi che hanno fatto infuriare i tifosi. A spiegare cosa c’era dietro quelle famose deroghe regolamentari, ci ha pensato Axel Plasse – responsabile del progetto RS27 – che ha illustrato brevemente come i vari cambi regolamentari hanno permesso di intervenire costantemente sul motore, nonostante questi fossero “congelati” da regolamento, ossia non era permesso lo sviluppo.
“Nonostante fossimo molto scettici, devo ammettere che davvero poche componenti sono rimaste uguali tra il 2007 e il 2013”, esordisce Plasse. “La cosa che tutti si chiedono è come sia possibile che in un regime di sviluppo bloccato, ci si è costantemente perfezionati. Ebbene, potevano essere fatti un sacco di cambiamenti, ma solo se giustificati. Potevamo cambiare per ragioni di affidabilità o per contenere i costi. In questi anni, abbiamo ridotto i costi di sviluppo di parecchie decine di migliaia di euro. Ma si potevano fare modifiche anche per un cambio di fornitore, per ragioni logistiche o tempi di consegna. La potenza è rimasta di 750 cavalli, ma abbiamo fatto grandi passi avanti in termini di costruzione, affidabilità e contenimento dei costi”.
Nonostante i regolamenti parecchio stringenti, almeno sulla carta, alla Renault non hanno visto grosse limitazioni. “Direi il contrario”, afferma convinto Plasse. “Quando la FIA ha introdotto il limite di regime di rotazione nel 2009, di fatto ha aperto un vaso di Pandora. In un colpo solo, abbiamo avuto l’occasione di sostituire tutte quelle parti che andavano a determinare il regime di rotazione, cambiando così una parte significativa del motore. Inoltre, la vita del motore si è allungata e abbiamo potuto fare un certo numero di cambiamenti importanti per migliorarne l’affidabilità”.
Insomma, l’evoluzione dei motori è stata solamente rallentata, ma non certo bloccata totalmente. “Pensavamo che scendere da 19 a 18 mila giri al minuto avrebbe ridotto la potenza, invece siamo riusciti a far andare i nostri motori ancor più veloci. Abbiamo imparato a lavorare in modo diverso tarando il motore su quel regime, anche grazie alla stretta collaborazione con Total che ci ha aiutati molto nel migliorare il consumo di carburante e ridurre gli attriti”.
Renault è finita nell’occhio del ciclone per “colpa” della Red Bull Racing e del dominio assoluto in questi ultimi quattro anni che hanno consegnato alla squadra – e contestualmente al motorista francese – ben 4 titoli Mondiali Costruttori e altrettanti piloti. A lungo si è parlato del ‘segreto’ della Red Bull, specie del presunto traction control che, secondo alcuni, veniva simulato grazie al taglio dei cilindri del motore RS27. Il taglio c’era, ma secondo Plasse era al solo scopo di risparmiare carburante. “Abbiamo cambiato il modo di bruciare il carburante. Abbiamo adottato strategie più sofisticate, come ad esempio tagliare dei cilindri in curva e riducendo la quantità di carburante usato, piuttosto che usare il motore con diverse modalità a seconda dei momenti di gara. Grazie a tutto ciò abbiamo raggiunto il 6% d’efficienza in più. Questo si traduce in un vantaggio del 6% sulla quantità di carburante a bordo, qualcosa come 10 Kg che in F1 significano un vantaggio da 2 a 4 decimi al giro”.
Infine, tirando le somme, Axel Plasse snocciola soddisfatto i dati del lavoro della squadra di Renault Sport F1: “Abbiamo avuto miglioramenti anche grazie al modo in cui è stato installato il motore nella vettura, nella posizione degli scarichi, nelle temperature d’esercizio e così via. Complessivamente, negli ultimi tre anni il continuo sviluppo ci ha fatto guadagnare un secondo netto”, ha concluso.