#9 Le pagelle 2013: una Mercedes a due facce
Fortissima sul giro secco, sofferente sulla lunga distanza nella gestione delle PZero, la scuderia di Stoccarda prende il largo in un’ottima parte centrale di stagione, traendo anche vantaggio dalla competizione interna tra Hamilton e Rosberg. I due, seppure a gare alterne, portano costantemente punti alla causa. Alla fine è secondo posto in classifica, ma sempre con l’ombra di quei 1000 km di test segreti…
E meno male che, secondo Ross Brawn, il 2013 doveva essere un “anno di transizione”. La Mercedes (voto 8, con riserva) è sicuramente una delle sorprese del campionato da poco concluso, soprattutto in considerazione del salto di qualità compiuto rispetto al triennio 2010-2012. Eppure la scuderia di Stoccarda non convince fino in fondo.
Non convincono le sue prestazioni, pazzesche in qualifica, ma spesso terribili in gara, quando la W04 sembra non riuscire proprio a staccarsi di dosso quella nomea di “brucia-pneumatici”. Non convince neppure tanto il complessivo andamento della stagione, timido all’esordio. Convincente nella parte centrale di stagione ma, guarda caso, proprio durante quella che passerà agli annali come una delle pagine più tristi della Formula1 dei tempi post-moderni: il tyre-gate, quei 1000 km di test segreti che la Mercedes compie, con vettura 2013, sulle gomme -per conto di Pirelli, seguiti poi da un processo-farsa che sostanzialmente avalla il fattaccio. Le prestazioni diventano balbettanti dalla pausa estiva in poi, quando il dominio Red Bull diventa inattaccabile anche in qualifica e – a sviluppi bloccati – i due alfieri d’argento reggono il colpo del ritorno Lotus e Ferrari.
Non che la Mercedes avesse velleità mondiali a inizio campionato. Ma appare chiaro sin dall’inizio che la W04 in qualifica è una scheggia: 8 le pole position conquistate in stagione, tutte tra il Gp di Cina a quello del Belgio (la serie positiva si interrompe solo in Canada). Ma alla domenica è un’altra storia: Hamilton e Rosberg sul passo lungo non riescono a gestire le gomme. Emblematiche sono le gare del Bahrain (quando il tedesco cuoce letteralmente le Pirelli in acciaio, piombando dalla pole alla nona posizione) e della Spagna, quando dalla prima fila, i due piloti delle Frecce d’Argento piombano al sesto e dodicesimo posto (sconsolato Hamilton: “sono stato superato da una Williams”).
Ma da questo punto in poi, parte la riscossa, con Hamilton e Rosberg che fanno a gara per accaparrarsi risultati utili. A Montecarlo il tedesco domina e trionfa in quello che considera il suo Gran Premio di casa; in Inghilterra, approfittando della defaillance tecnica di Vettel, si concede il bis; in Ungheria è il suo compagno di squadra a portarsi a casa tutta la posta in palio; a Spa arrivano punti utilissimi, che confermano il secondo posto nel campionato costruttori. Ma da settembre si ricomincia a soffrire: Lewis Hamilton si perde per strada; la W04 non trova più il ritmo sul passo gara, con l’aggravante di non riuscire più a essere tanto incisiva in qualifica. Cosa salva il secondo posto in classifica –peraltro agguantato al cardiopalma grazie a un contestato drive through beccato da Felipe Massa a Interlagos? Il black out Ferrari nella trasferta asiatica. AIUTATI, CHE DIO TI AIUTA
La monoposto – Mercedes W04: voto 8
Chi avrebbe scommesso un euro sul fantastico campionato 2013 della Mercedes? Chi non ha commiserato Hamilton a fine 2012 per aver lasciato la McLaren per la “mangia gomme” di Stoccarda? Nessun dubbio: la Mercedes W-04 è stata la vettura più sorprendente del Campionato di Formula1 2013. Le premesse, come detto, non erano delle migliori, ma ben presto la “freccia d’argento” è riuscita a smentire i detrattori ed a mettere in pista prestazioni davvero degne di nota, consentendo ad Hamilton e Rosberg di recitare un ruolo di protagonisti fino alla fine.
La W-04 è certamente la monoposto che è riuscita meglio a sfruttare gli scarichi “Coanda” che, infatti, hanno mantenuto la stessa configurazione nel corso dell’intero campionato. I tecnici hanno man mano migliorato tutto ciò che c’era intorno: diffusore, fondo al posteriore, muso ed ali all’anteriore, assetto, rendendo la vettura tedesca una delle migliori sul giro secco. Tuttavia la fama di “mangia gomme” non è del tutto abbandonata ed in gara l’eccessivo consumo si è fatto sentire più di una volta, impedendo ai piloti di concretizzare gli ottimi risultati ottenuti nelle qualifiche.
Va ricordato, infatti, che la Mercedes è stata l’unica a competere concretamente con la Red Bull per le pole position, dimostrandosi velocissima a serbatoi vuoti. Purtroppo, però, su quel bell’argento luccicante ci sarà sempre la macchia nera di quel test segreto svolto in Spagna, che ha indubbiamente influito positivamente sullo sviluppo della macchina e che, probabilmente, non è stato punito in maniera adeguata. PER GRAZIA RICEVUTA
Lewis Hamilton, voto 8. Anno di transizione per il pilota inglese, la cui stagione inizia bene, per perdersi poi lungo la via (d’altronde non è una novità che il talentuoso ex-pupillo di Woking abbia qualche problemuccio con le seconde parti di campionato: le stagioni 2007, 2008 e 2012 insegnano…). Hamilton nel 2013 è chiamato alla prova di maturità: lasciato infatti il nido McLaren, che l’ha visto crescere felice e protetto, si ritrova a battagliare in Mercedes con l’amico d’infanzia Nico Rosberg che, sin dall’inizio del campionato, dimostra di non aver alcun intenzione di lasciargli la prima guida.
Ne viene fuori uno dei confronti casalinghi più interessanti e maturi di tutta la stagione. A far prevalere il pilota inglese rispetto al biondo tedesco è la maggiore costanza nella prima parte di campionato, quando sembra interpretare meglio la gestione degli pneumatici in gara. Da Monza in poi, però, comincia il calvario: qualche errore e un po’ di nervosismo, uniti a una certa dose di sfiga che sembra non abbandonarlo mai (non si contano le forature subite, frutto sia di contatti, che di episodi assolutamente autonomi), spazzano le eventuali velleità da secondo posto in classifica piloti. Tuttavia la stagione di Lewis Hamilton è certamente positiva, al di là dei risultati, per lo spessore caratteriale e morale dimostrato: grandissima l’umiltà nel fare mea culpa in diversi frangenti; enorme la dignità con cui resiste a certi impietosi confronti in gara con Alonso e Vettel. IN ASSESTAMENTO, ma a testa altissima
Nico Rosberg, voto 8. In pista non fa la prima donna; ogni tanto davanti ai microfoni si lascia andare a sfoghi tutti da interpretare (epico il “pirla” affibbiato a Perez; da faccia di bronzo le dichiarazioni post Gp del Brasile quando, con un candore improponibile, afferma di avere segnalato lui stesso ai box il taglio irregolare della striscia zebrata da parte di Felipe Massa perché “mi dispiace per i tifosi della Ferrari, ma era il miglior modo per superarli oggi!”);
Tuttavia il biondo tedesco quest’anno ha dimostrato chiaramente di non essere una mammoletta. In primo luogo non facendosi relegare a “seconda guida” da Lewis Hamilton. Nonostante qualche difficoltà a gestire la sua W04 nelle prime gare, quando si mangia letteralmente le mescole delle PZero con costruzione in acciaio, Nico chiarisce subito le sue priorità: in Malesia, quando dai box gli chiedono di non lottare con il compagno di squadra che gli sta davanti, lancia a Ross Brawn un team-radio garbato, ma lapalissiano: “Ricordati cosa è successo oggi”. Poi passa ai fatti: facendo assai meno rumore del blasonato coinquilino, vince una gara in più. Nella parte finale di stagione conquista due podi importantissimi per la Mercedes, salvando il secondo posto in classifica costruttori. Chiude la stagione quarto, a 17 punti da Hamilton, pagando qualche ritiro in più e qualche qualifica scellerata. Ma per il 2014 ha delle bruttissime intenzioni… DISSE IL TOPO ALLE NOCE…