#6 Le Pagelle del 2013: McLaren… Cercasi!
La scuderia di Woking esce con le ossa rotte da questa stagione 2013: la Mp4-28 si rivela un flop colossale sin da prima che inizi il campionato. E a nulla possono le maratone di Jenson Button sui copertoni o gli arrembaggi di Sergio Perez: quinto posto in classifica costruttori e…
…zero titoli. Nell’anno in cui compie 50 anni, la gloriosa scuderia di Bruce McLaren non riesce a conquistare neanche un podio. Ed è il “gioiellino” del 2013, la Mp4-28, a trascinare giù la squadra. Non che le premesse fossero esaltanti: già nei test invernali, Jenson Button, la bandiera della scuderia di Woking, sostiene di aver difficoltà a comprendere la vettura. E a Melbourne i nodi vengono al pettine: la Mp4-28 non ha stabilità; non ha downforce; è lenta in maniera imbarazzante rispetto alle vetture delle squadre che lottano per il podio.
La stagione della McLaren (voto 5) diventa uno stillicidio in cui già portare entrambi i piloti a punti diventa un’impresa da festeggiare. Ad animare un po’ questo scenario desolante ci pensano Button e Perez, che, pur lottando per gli spiccioli, danno vita a una guerra civile senza esclusione di colpi che si trascina per tutta la parte centrale del campionato, compresa di scambi al vetriolo. Epiche le sportellate del Bahrain, dove il temibile Checo assedia l’alfiere inglese, arrivando tre volte al contatto, fino ad avere la meglio su di lui – il tutto con sommo divertimento di chi stava a casa, un po’ meno dei grandi capi di Woking, che a fine stagione hanno presentato il conto…
Il campionato McLaren tocca il suo fondo a Montreal e a Silverstone: la gloriosa scuderia inglese non riesce a portare nessuno dei suoi piloti entro la decima posizione; interrompe la scia record di gare terminate a punti (64 Gran Premi) e si ritrova sesta in classifica costruttori, passata in scioltezza persino dalla Force India. Ma, come una manna dal cielo, il ritorno del kevlar segna l’inizio della (timidissima) risalita: da un lato mette fuori gioco l’avversario principale; dall’altro migliora un pelino le prestazioni della Mp4-28, che riesce a gestire meglio gli pneumatici.
Scegliendo di fare meno soste ai box e trascinando gli stint sulle Prime fino all’inverosimile, Button e Perez si rendono protagonisti di stoiche rimonte, condite da una strenua resistenza nei confronti dei ritorni di avversari ben più quotati. Risalite che regalano poco e fanno poco rumore, ma che meritano un plauso: l’happy ending arriva in Brasile, quando Button agguanta il miglior risultato stagionale (4° posto) e Perez porta a casa un sesto posto che, cominciato dalla diciannovesima posizione in griglia, sa di trionfo. GIGANTESCA DIGNITA’
La Monoposto
McLaren Mp4-28: voto 5,5
Niente giri di parole: la Mp4-28 è la vera delusione del Campionato di Formula 1 2013. La nuova vettura mantiene principalmente le linee della monoposto 2012, che aveva brillato nel finale di campionato, ma appare piuttosto “massiccia” ed ingombrante rispetto alla concorrenza, soprattutto nella zona delle fiancate. La scelta della sospensione anteriore pull-rod, comunque, rappresenta quell’X-factor che dovrebbe consentire a Button e al promettente Perez di fare molto bene. Purtroppo, sin dai test, si capisce che quella della McLaren sarà un’annata difficilissima.
La macchina, semplicemente, non va; è inguidabile in curva e lenta in rettilineo, tanto che, dopo le prime gare, si vocifera di un clamoroso ritorno alla vettura 2012. In McLaren, invece, decidono di continuare a lavorare sulla “28”, sviluppando meccanica e set-up. A metà campionato, però, nonostante gli sforzi, la situazione appare irrimediabilmente compromessa senza risultati significativi. Tuttavia, nel finale, grazie ad alcune novità aerodinamiche (che arrivano nonostante in McLaren dichiarino continuamente di aver abbandonato lo sviluppo) e, probabilmente, anche al ritorno delle Pirelli struttura 2012, la situazione migliora, consentendo al team di Woking di sopravanzare la Force India. Magra, magrissima consolazione, visto che a giocarsi i punti che contano per l’intera stagione sono altri e mai la McLaren. Difficile dire se sia stata tutta colpa della pull-rod anteriore, unico elemento significativamente diverso rispetto alla Mp4-27, ma c’è un dato di fatto: il primo annuncio in ottica 2014 riguarda proprio la sospensione anteriore pull-rod, che non ci sarà. DALLE STELLE ALLE STALLE
I piloti
Jenson Button, voto 7. La nona posizione nella classifica finale è ingenerosa considerato l’immane sforzo profuso in questo terribile 2013. Il pilota inglese, nell’anno in cui la vettura meriterebbe i peggiori strali, continua a perorare la causa senza concedersi debolezze o lamenti. Quando la macchina non c’è (ovvero per 2/3 buoni del campionato) Jenson tira fuori la sua guida pulita e regolare: coccolando gli pneumatici, si affida alle gare su poche soste, con stint lunghissimi, in cui arriva a lambire il podio, per poi essere ricacciato indietro. Talvolta arriva sui copertoni (come a Singapore). Ma in altri casi è capace di tirare fuori prestazioni eroiche, come in Ungheria, quando –finchè può- si tiene dietro Sebastian Vettel e Romain Grosjean. Sfortunato a fine stagione, quando per tre gare di fila si ritrova in fondo alla classifica per contatti al via. Il bilancio è di 73 punti portati a casa, uno più sudato dell’altro. Non lo si può che definire STOICO
Sergio Perez, voto 6. Nell’anno in cui è chiamato alla prova di maturità, non regge la pressione (e a 22 anni, come potrebbe?). Il messicano arriva infatti alla McLaren con il difficilissimo compito di non far rimpiangere il pupillo di Woking, Lewis Hamilton: un’impresa persa in partenza, soprattutto se la vettura che hai sottomano è un carrettino tirato da buoi. “Checo” è incolore nelle primissime gare. Poi comincia a scatenarsi, ma a modo suo: tira sportellate a destra e a manca, catturando le ire del suo compagno di squadra (che per aplomb di solito non scherza), e soprattutto quelle di Kimi Raikkonen: a Monaco, quando crede di aver brevettato il sorpasso del secolo (all’uscita dal tunnel costringe gli avversari a tagliare la chicane) si prende una porta sbattuta in faccia da parte del finlandese. I vertici non gli perdonano queste leggerezze, frutto di un temperamento forte che sa regalare duelli emozionanti: gli danno il benservito dopo un anno, proprio nel momento in cui stavano cominciando ad arrivare i risultati. Il miglior piazzamento dell’anno è un quinto posto in India. Ma la gara più bella rimane la straordinaria rimonta di Interlagos. PASSIONALE – forse troppo…