#5 Le pagelle del 2013: Force India, brillante meteora
La scuderia anglo-indiana parte a razzo nella prima parte di stagione, trascinata dalla speciale alchimia della VJM06 con le gomme Pirelli 2013. Ma il ritorno del kevlar nella costruzione degli pneumatici e l’entrata di Paul Di Resta in un buco nero di ritiri lungo cinque gare spengono ogni velleità da quinto posto.
Continua l’appuntamento di BlogF1 con le pagelle dell’anno 2013. Risalendo la classifica costruttori, al sesto posto troviamo la Force India di Vijay Mallya, “piccola” che già negli ultimi due anni ha dimostrato di essere in grado di far bene, pur con risultati e performance altalenanti. Non ha fatto eccezione il 2013.
La stagione della Force India (voto 6,5) si può infatti dividere esattamente in 3 parti. L’era “avanti kevlar”, l’era “dopo kevlar” e l’era del “cerchiamo di non fare cattiva figura”. Il 2013 si apre infatti molto bene. In qualifica la coppia (che scoppia) formata da Paul Di Resta e Adrian Sutil riesce costantemente a partire tra i primi 10. In gara la VJM06 si dimostra gentilissima con gli pneumatici, cosa che rende possibile strategie al limite (che pagano). Un esempio? Le pazzesche rimonte di Di Resta a Monaco e in Canada. Le cose vanno talmente bene che la scuderia indiana scalza la McLaren dal quinto posto in classifica costruttori e comincia a sognare in grande.
Galeotto fu il kevlar. Non è un mistero che il segreto della Force India stia tutto nella grande alchimia tra la vettura e le gomme con costruzione in acciaio. Sin dall’inizio dell’aspro dibattito sulla sicurezza delle Pirelli, il patron Vijay Mallya e il team principal Bob Fernley vedono come fumo negli occhi un eventuale cambiamento nelle mescole. E infatti è a partire dal Gran Premio di Germania, quando ritorna in maniera definitiva la fibra aramidica, che comincia la caduta libera: la macchina non va più come prima; mentre Paul Di Resta, fino ad allora il Mr Costanza della Formula 1, imbocca una serie di ritiri per incidente che fa impallidire la sfiga di Jean Eric Vergne.
In India arriva l’ultima chiamata. Nel momento in cui la squadra rischia di perdere persino il sesto posto in classifica costruttori per l’arrembaggio Sauber, gli aggiornamenti portati per la gara di casa funzionano: Di Resta e Sutil ritrovano entrambi i punti, e fanno anche meglio ad Abu Dhabi. Sesto posto: ci sta tutto per una METEORA, sì, ma di quelle con la bella scia luminosa.
La monoposto
VJM06: voto 6. La monoposto indiana passa in sordina le presentazioni, viste le linee pressoché identiche a quella dell’anno precedente (salvo il muso privo di scalino), ma stupisce nei primi appuntamenti mondiali. I tecnici hanno mantenuto la stessa aerodinamica, senza stravolgere nulla, soprattutto al posteriore con gli scarichi “Coanda”, ma hanno lavorato moltissimo sulla meccanica, tanto che la VJM06 si sposa meravigliosamente con le Pirelli 2013, che riesce a sfruttare in maniera veramente eccellente e meglio di più blasonati avversari. Ed infatti, come la Ferrari, la Force India è probabilmente quella che accusa di più il cambio di pneumatici di metà stagione, scomparendo letteralmente dalla scena. Salvo piccolissimi dettagli, la macchina resta praticamente la stessa di inizio stagione (davvero difficile notare dei cambiamenti da Melbourne ad Interlagos…), con i tecnici che, evidentemente, preferiscono concentrarsi sul set-up e sulla meccanica. Purtroppo gli sforzi non sono ripagati e la Force India chiude il campionato nell’illusione di poter battere la Mclaren. JUST AN ILLUSION
I piloti
Paul Di Resta, voto 6. Poteva essere la rivelazione dell’anno, ma si perde a metà strada, sconfessando la fama di pilota super-affidabile. Lo scozzese, al suo terzo anno in Force India, nella prima parte della stagione sembra aver cucita addosso la VJM06: è brillante in qualifica, consistente in gara (è suo il miglior risultato annuale della Force India, il quarto posto in Bahrain), ardito nelle rimonte. Da 17esimo a nono a Monaco; da 17esimo a settimo in Canada; da 21esimo a nono in Gran Bretagna. Ma quando la vettura comincia a non collaborare, Paul crolla: dall’Ungheria in poi arrivano cinque ritiri, quattro frutto di incidenti di cui è in buona parte responsabile. Si riprende in dirittura d’arrivo. Ma questa ondata di NERVI A FIOR DI PELLE lo relega al dodicesimo posto in classifica finale. Poco male, si ricomincia nel 2014… ?
Adrian Sutil, voto 5,5. Dopo un anno di stop per motivi disciplinari (una rissa in discoteca con annesse bicchierate, multe e condanna di 18 mesi di reclusione, pena sospesa), il focoso tedesco torna a calcare le pit-lane nella squadra che l’ha sempre visto correre in Formula 1. Ma di acqua sotto i ponti ne è passata tanta: Sutil si ritrova a battagliare in casa con un pilota che, nel 2011, era solo un promettente rookie, e che oggi ne ha più di lui. Il pilota tedesco sembra soffrire il confronto con Di Resta e non disdegna le sportellate fratricide (ad esempio in Cina). Non disdegna neanche quelle con gli avversari, e non sempre gli va bene: dei 5 ritiri rimediati nel 2013, anche per lui 4 sono per incidente (il più delle volte frutto di intemperanze altrui). Il picco della sua stagione è il Gp di Monaco, quando si toglie la soddisfazione di superare Fernando Alonso e agguantare un ottimo quinto posto. I 29 punti raccolti in totale con una vettura che tanto “carota”, alla fin fine, non era, possono ben renderlo INSODDISFATTO (e, al momento, anche a piedi).