#3 Le pagelle del 2013: Toro Rosso, una stagione agrodolce
Terzo appuntamento con le pagelle dell’anno 2013, dopo aver “dato i voti” alle stagioni di Caterham, Marussia e Williams. Con 33 punti, all’ottavo posto della classifica costruttori, troviamo la sorella minore dell’imprendibile Red Bull: la Scuderia Toro Rosso.
Partita a gennaio con ambizioni di medio-alta classifica, sulla scorta dell’ingaggio di James Key che tanto bene aveva fatto nel 2012 in Sauber -obiettivo dichiarato del 2013, per Franz Tost, il sesto posto in classifica costruttori-, la Scuderia Toro Rosso (voto 6-) ha ridimensionato quasi subito le proprie velleità, buttandosi con lodevole umiltà nella bagarre di centro gruppo. Il risultato è una stagione tutto sommato agrodolce.
Amara perché la STR8, pur potenzialmente prestante, si è rivelata spesso inaffidabile (tanti i guasti) e altrettanto incostante: capace di essere molto veloce in qualifica, sul giro secco; sofferente in gara, soprattutto con le alte temperature. Dolce perché le prestazioni sono apparse assai più consistenti rispetto al 2012, al di là dello scarno bottino portato a casa. I due giovani alfieri riconfermati dalla squadra faentina, Daniel Ricciardo e Jean Eric Vergne, hanno dimostrato d’essere maturati moltissimo quest’anno, trovandosi spesso a lottare entro la P10. Miglior risultato dell’anno: il sesto posto del francesino in Canada.
Con la promozione di Daniel Ricciardo in “prima squadra”, il prossimo anno arriverà quello che si preannuncia come il russo dei miracoli, Daniil Kvyat. E chissà.. SULLA STRADA GIUSTA
La monoposto – STR8, voto 6
Con la STR8, il team di Faenza decide di puntare sulla semplicità, mettendo da parte le fiancate super rastremate e definite a “doppio fondo” che caratterizzavano la vettura 2012 in favore della più convenzionale e (teoricamente) più efficiente “linea Coanda”. Il vero salto di qualità, però, matura dopo il primo terzo di campionato, quando dagli scarichi Coanda si passa agli scarichi a scivolo e tunnel, chiaramente ispirati alla “sorellastra” Red Bull.
Quelli della Toro Rosso, però, non sono un semplice copia/incolla di quelli della RB9: il loro disegno è piuttosto particolare e prevede nuovamente una sorta di “doppio fondo” che svolge la stessa funzione aerodinamica dei tunnel della RB. Ai nuovi scarichi si aggiungono un nuovo diffusore ed un nuovo fondo piatto, dotato di derive ad imbuto e slot per il “tyre squirt”. Le prestazioni dei due piloti, in particolare quelle di Ricciardo, galvanizzato dalla “promozione” in prima squadra, sono di tutto rispetto e spesso consentono ai giovani driver della Scuderia di Faenza di far breccia nella top ten in qualifica ed in gara. Purtroppo, gli sviluppi della monoposto non sono all’altezza delle aspettative e nel finale di campionato la STR8 subisce un deciso calo, perdendo terreno rispetto ad una rediviva Sauber. Merita comunque un VOTO 6 in virtù delle linee inedite del retrotreno. FUOCO DI PAGLIA
I piloti
Daniel Ricciardo, voto 6+
La stagione del sorriso più simpatico del Circus parte con due passi falsi, in Australia e in Malesia. Ma Daniel Ricciardo non sbaglia la terza: in Cina si porta a casa un settimo posto che dimostra quanto di buono può fare, se la STR8 collabora. La sua stagione è un alternarsi di alti e bassi, in cui mette a segno ottimi piazzamenti a punti e altrettante prestazioni opache. Alla lunga, dimostra di averne molto di più del compagno di squadra, soprattutto in qualifica. Bellissima la rimonta a Spa (da 19esimo a decimo); esaltante il settimo posto a Monza. Deve lavorare un po’ sullo scatto al via. Ma in Red Bull possono star sicuri di aver preso un tipetto PROMETTENTE
Jean Eric Vergne, 5+
I risultati dicono che il francesino di casa Toro Rosso meriterebbe meno. Ma siamo franchi: a partire dal momento in cui si è paventata una sua candidatura al posto di Mark Webber in Red Bull, Vergne è stato perseguitato da una sfiga fantozziana. Una gomma che si spappola a Silverstone; un problema idraulico al Nurburgring; un errore di strategia in qualifica a Spa; un problema alla trasmissione a Monza; il motore quasi in pappa a Singapore; un problema meccanico in Corea; la vettura che va a fuoco al sabato a Suzuka. L’immagine più pregnante della sua stagione resterà lo sguardo sconsolato che, fresco di ritiro, sfoggia da dietro il guard rail al Gp d’Italia. Tra un gatto nero e l’altro, due i picchi della sua stagione, in cui viene premiata la sua attitudine alla guida costante: l’ottavo posto a Monaco e il sesto a Montreal. Dopo un bel pellegrinaggio a Lourdes, PROVACI ANCORA, JEV