Pagelle Gp Abu Dhabi: Vettel fa 11, l’humanitas di Webber
Vettel infila il settimo sigillo consecutivo, confermandosi praticamente imbattibile. Webber e Rosberg chiudono sul podio, spettacolari le gare rispettivamente d’attacco di Fernando Alonso e di difesa di Paul di Resta. Hamilton vive un momento di crisi.
Sebastian Vettel 10 Burnout, imitazioni via radio, scherzi e battute nel paddock. Vettel si rilassa, diverte e si diverte. Con tutta la semplicità che ancora lo contraddistingue, nonostante il peso dei suoi infiniti successi. Di mezzo, ad Abu Dhabi, l’ennesimo trionfo schiacciante, solitario, mortifero. Stavolta il tedeschino manca la zolla buona al sabato, ma se la riprende di forza in partenza e inizia il suo giro turistico degli Emirati. Rifila sul traguardo mezzo minuto all’auto gemella. Con l’undicesima vittoria stagionale eguaglia il suo stesso record del 2011 e punta Schumi. DEVASTANTE
Mark Webber 8,5 La faccia sul podio è quella di chi è serenamente consapevole dell’impossibilità tecnico-dietrologo-sportiva di vincerne un’altra prima di emigrare in LMS con la Porsche. Il gran colpo di coda è la pole position che per il canguro vale una vittoria, visto che gli permette di eguagliare il suo idolo Jack Brabham e quota 13. Ammette la superiorità di Vettel (“mi sento come Berger con Senna”), non fa una piega davanti ai problemi avuti col Kers in partenza. E’ una serena accettazione dello status quo, da parte di un pilota dai numeri normali, ma dallo spessore umano inestimabile. Il secondo posto se lo guadagna sul campo, infilandoci anche un signor sorpasso a Rosberg. CI MANCHERA’
Nico Rosberg 8 “Mors tua, vita mea“, è la legge universale dei compagni di squadra in F1. La striscia d’asfalto sulle quale mettere le ruote è troppo stretta per due posti. Quando uno scende, l’altro sale; e questo finale di stagione ci sta ripresentando la fenice Rosberg. Uno che ha battutto per tre anni Schumacher e che sta dimostrando di non soffrire nemmeno il “fattore Hamilton”. Nico dopo l’estate si è ripreso di forza la Mercedes, l’ha riportata sul podio per la seconda volta consecutiva e sta correndo come il pilota di punta. Hamilton annaspa. Ma questa è davvero una sorpresa? SEMPRE SOTTOVALUTATO
Romain Grosjean 7 Sesto in qualifica, ma con quel passo gara che alla vigilia spaventava tutti. Alcuni lo indicavano come l’anti-Vettel ad Abu Dhabi, altro lo aspettavano al guado per la definitiva consacrazione. Romain per un certo verso marca visita, lascia scatenare gli altri, non trova lo spunto vincente delle ultime tre gare. Ma il quarto posto è comunque un risultato importante, segno di continuità e di una raggiunta maturità. Non brilla, ma incide. CONCRETO
Fernando Alonso 8 E’ tornato a ruggire dopo qualche gara passata in letargo. Disastroso – ai limiti del buffo che inciampa per strada – in qualifica, con una sindrome da giro secco che rasenta la patalogia. Eppure si desta come un cavalier servente al semaforo verde, un po’ in sordina nella prima metà di gara, scatenato nella seconda. Si divora Hulkenberg, Hamilton e di Resta, svernicia di cattiveria Vergne, noncurante delle possibili conseguenze. La strategia è ottima, permettendogli di affrontare uno stint finale tutto d’attacco con gomme soft. Lui si porta a casa un quinto posto utile a blindare il suo vice-iride. SBARAZZINO
Paul di Resta 7,5 Gara maschia e sudata quella del redivivo scozzese della Force India. Che esce definitivamente dalla profonda crisi in cui era piombato. Paul parte dodicesimo con le soft, mette le medium e pedala fino alla fine. L’alta velocità di punta della sua monoposto fa il resto, permettendogli di mandare al manicomio Hamilton e molti altri. Bravo a gestire le gomme, di nuovo competitivo sul ritmo. NUOVA ALBA
Lewis Hamilton 5 La mini-crisi che non si vede, ma c’è. L’irriconoscibilità del numero 10, del fantasista, che non riesce più ad inventare. Che litiga con gomme e con aggiornamenti sulla monoposto evidentemente poco adatti alla sua guida. Troppi bloccaggi in frenata, troppi problemucci e incovenienti strambi, misteriosi. Con Rosberg che da qualche gara vola e Lewis che rema controvento. Non gli riesce un sorpasso che sia uno, Gutierrez e di Resta sono dei giganti. Massa lo beffa che nemmeno un pivello sul kart. Ma gli va riconosciuto un forte senso di autocritica, sconosciuto a molti colleghi. ONESTO
Felipe Massa 6,5 Una buona performance per piglio, cattiveria, inventiva. Il sorpasso su Hamilton è geniale, il ritmo c’è. Manca il solito tassello, il gradino più difficile da salire per essere al livello del compagno di team. Da un lato Felipe ha ragione a lamentarsi con la squadra che non gli permette di fotocopiare la strategia (vincente) di Nando. D’altro canto, però, lui sfrutta le gomme medie peggio di Alonso, distruggendole al posteriore. Ma il pilota è tutt’altro che bollito. PRESENTE
Sergio Perez 6 La McLaren sperava in qualcosa di meglio, dopo il quinto posto in India. Perez riesce comunque a racimolare due punticini, che quest’anno non sia mai a buttarli via. Però Sergiolino è un po’ troppo remissivo nei corpo a corpo. Solitamente è più agguerrito. CAMOMILLA
Adrian Sutil 7,5 Da dicassettesimo a decimo, si dimostra un osso duro per chiunque voglia passarlo. Dà del filo da torcere ad Hamilton, rispondendo colpo su colpo ai ripetuti attacchi dell’inglese. Attua con successo la tattica dell’unico pit-stop, correndo quasi tutta la gara con lo stesso treno di gomme dure con cui è partito. Non era facile, nè scontato, finire a punti tenendosi dietro avversari con gomme fresche. NOT BAD
Kimi Raikkonen 6 politico Il separato in casa per eccellenza, si sveglia in qualifica conquistando la quinta piazza, ma viene squalificato per irregolarità del fondo vettura. Scatta ultimo e si aggancia dopo pochi metri con una Caterham. La sua gara, se non la sua avventura in Lotus, finisce così. Ma vederlo salire su un tamarrissimo Suv bianco, mettersi al posto guida e lasciare il tracciato mentre la gara è appena iniziata, è una scena che ti riconcilia col mondo. Almeno per chi crede che l’anticonformismo abbia ancora un valore in un Circus di stampini ambulanti. ANARCHICO
Pastor Maldonado 6 Vuole dimostrare a tutti i costi di meritare quel sedile Lotus che si sta comprando a suon di petroldollari. Ci riesce a metà, con una gara gagliarda conclusa ai margini della zona punti. Ma il venezuelano è un pilota da top team? AI POSTERI…
Jenson Button 5 Strategia d’attacco vanificata in poche centinaia di metri. Danneggia l’ala anteriore ed è costretto a fermarsi subito. Un po’ di stanchezza normale dopo un anno passato a fare miracoli con un catorcio, sarebbe anche giustificata.
Esteban Gutierrez 5,5 Da sedicesimo a tredicesimo, una corsa tutto sommato anonima, se non fosse che caccia tutti gli attributi possibili ed immaginabili contro il malcapitato Hamilton. Non si fa passare, dimostrando comunque una crescita caratteriale. Poi dopo la sosta obbligata, dato che si ritrova sulle tele, scivola nelle più meste posizioni di competenza. CATENACCIO
Nico Hulkenberg 7 Pazzesco in qualifica, dove si prende una terza fila da urlo con la Sauber. In gara è lì a giocarsi i punti, ma il team gli tarpa leali con l’unsafe release con cui lo lascia partire dai box contestualmente all’arrivo di Perez. Automatica la penalità. Quattordicesimo con rimpianto, ma il doppio sorpasso ai danni dei piloti della Toro Rosso è SPETTACOLARE
Valtteri Bottas 4,5 Quindicesimo in qualifica, quindicesimo in gara. La fantasia al potere. ANONIMO
Daniel Ricciardo 5 Si qualifica bene, ma la sua è una garaccia. Nonostante ciò non perde il sorriso. Per quello c’è tempo, ovvero la prossima convivenza con un cannibale che non lascia nemmeno le briciole ai compagni di squadra. RIDE BENE CHI…
Jean-Eric Vergne 4,5 Al di là di un mondiale più incolore e in sordina di un cortometraggio francese di inizio ‘900, un’occhiata agli specchietti potrebbe anche darla invece di chiudere porte a duecento orari e passa. Ha il buon senso di scusarsi con Alonso. FAIR PLAY
Giedo van der Garde 6 Il migliore della “serie C” sia in qualifica che in gara. STOP
Charles Pic 4 In Marussia, nei confronti di Glock, non aveva sfigurato. Le discrete prestazioni del 2012 gli avevano consentito il “salto” in Caterham. Ma le prende quasi regolarmente da Van der Garde, cinque anni più vecchio di lui. LENTINO
Jules Bianchi 5 Più che stare davanti a Chilton, non può fare. La Marussia è ferma alle prime due gare con gli sviluppi, eppure è ancora decima in campionato, grazie al tredicesimo posto malese proprio di Bianchi.
Max Chilton 3 “Ma mi faccia il piacere” (cit.) Altri sette decimi beccati da Bianchi in qualifica. NO COMMENT
Gp Abu Dhabi 4 Sciocco è lo sceicco schockato al passar di quelle vetture che deliziano la sua giornata nel suo orticello privato, per la gioia di pochi miliardari, su una pista più cessa della figlia di Fantozzi e con un contorno di sfarzo e lusso talmente vuoti da rasentare l’oblio dell’essere.
Strategy Group 2 Permettete una digressione. Ma il gruppo di team storici, delegati Fom e Fia, che dovrebbe decidere il futuro sportivo della F1, inquieta non poco. Una specie di Consiglio di Sicurezza Onu, dove potrebbero decidersi le future sorti della F1. Estromettendo però una serie di squadre, magari non blasonate, ma la cui opinione è comunque fondamentale per la riuscita dello spettacolo. Meno interessi, più collaborazione, please.