GP India: Namaste per il Maharaja, Vettel nella leggenda
Vettel si conferma unico vincitore del Buddh International Circuit, conquista il suo quarto titolo mondiale consecutivo, regala spettacolo, raccoglie onori. Segue Nico Rosberg, sornione come la sua Mercedes. Gigantesco Romain Grosjean sul gradino più basso del podio. Tanto cuore quest’India: i suoi colori ci mancheranno nel 2014.
Sebastian Vettel + RB9 + Chris Horner + Adrian Newey: voto 10. Alla gara, alla stagione, all’ultimo lustro. Il dominio Red Bull non è solo merito del pilota, o della macchina, o dei tecnici. E’ frutto di una simbiosi che ha generato una macchina da guerra che spazza via tutto ciò che trova sul suo cammino. Sebastian questo weekend è stato imprendibile in qualifica (impietosi i 7 decimi staccati a Rosberg), implacabile in gara. Ha ridotto al minimo i danni collaterali di un treno di Option che non collaborava; risalito la classifica con un piglio che mette a tacere ogni maldicenza; rifilato la sua solita, impressionante, serie di giri veloci su gomme medie e cavalcato verso il traguardo come un predestinato. Quattro titoli mondiali consecutivi come Fangio e Schumacher. Uno spettacolare “burnout” sul traguardo, alla faccia dei commissari. Quegli occhi lucidi persi nel vuoto poco prima del podio, a rivelare il vulcano di emozioni che si nasconde dietro quel supponente ditino alzato. Non è alieno, è umano, ma pur sempre IMPERATOR IVettel
Nico Rosberg: voto 7. Nel suo weekend indiano il tedesco della Mercedes fa egregiamente il suo compitino. Filantropo al giovedì coi bambini “non privilegiati”. Nascondino al venerdì. Prima fila al sabato. Partenza così così alla domenica. Dal box, però, lo chiamano a cambiar gomme nel momento giusto: riesce a sbarazzarsi di quel brutto cliente di Felipe Massa senza colpo ferire. Si va a prendere il secondo posto. Come quello della Mercedes in classifica costruttori. OPPORTUNISTA
Romain Grosjean: 10, lode e bacio in fronte. Era il terrore della prima curva, ora è il secondo pilota più in forma della stagione dopo Vettel l’Alieno. Una strategia scellerata in qualifica lo condanna al diciassettesimo posto in griglia? Niente paura. Romain è un combattente senza macchia e senza blistering. Nel primo stint di gara veleggia verso la testa della classifica mentre tutto il resto del mondo è ai box (13 giri su gomme soft, un record); per i restanti 47 tira un set di medie come se fosse una passeggiata della salute. Nel mentre, ha modo di levarsi giusto un sassolino dalla scarpa nei confronti di Kimi Raikkonen. Terzo posto e chapeau. MASTER OF TYRES
Felipe Massa: 8. Generosa la gara di Massa in India. La sua F138 non riesce a reggere il ritmo degli avversari quando monta gomme medie. Ma il brasiliano ci mette tanto cuore per stare lì davanti: parte a razzo, si mangia in un sol boccone entrambe le Mercedes, tiene un’andatura dignitosa, rimane imbattuto in pista (né Rosberg, né Hamilton riescono a sopravanzarlo). A far sfumare il sogno del podio sono le strategie altrui. Salva il weekend Ferrari. KEEP PUSHING!
Sergio Perez: 7 e mezzo. Quando il giovane messicano decide di non prendere a sportellate i colleghi e si limita a sfruttare le potenzialità da diesel della sua vettura, riesce a ottenere il miglior risultato stagionale della McLaren: un quinto posto. Azzeccata la scelta di correre un primo stint molto lungo su gomme medie, Perez dà il benservito all’esterno a Hamilton e a Raikkonen proprio nelle ultime battute di gara. Dai Checo, la riconferma è vicina!
Lewis Hamilton: 5. I weekend “no” capitano a tutti. All’inglese della Mercedes ne stanno capitando un po’ troppi di fila. Sin dal venerdì Lewis non si trova a suo agio con la vettura. La sua gara indiana è un anonima rincorsa con un amaro epilogo: prima dietro a Rosberg, poi dietro a Massa, poi dietro le gomme che non collaborano. INCOLORE
Kimi Raikkonen: 6. Il “colpaccio” di tirare gli pneumatici per più di cinquanta giri e andare a prendersi il secondo posto non gli riesce. Corre sui copertoni, si incattivisce al “Get out of the way!” con cui dai box gli intimano di far passare Grosjean –un team radio da EPIC WIN- e, per consolarsi, scippa Sebastian Vettel del giro più veloce della gara proprio alla bandiera a scacchi. PROVACI ANCORA, KIMI
Paul Di Resta, Adrian Sutil: 7. L’obiettivo era mandare a punti entrambe le vetture pur partendo dalla dodicesima e tredicesima posizione in griglia: nel Gran Premio di casa la Force India centra il risultato, agguantando ottavo e nono posto, e ricacciando indietro la Sauber in classifica costruttori. MISSION ACCOMPLISHED.
Daniel Ricciardo: 7. La sua Toro Rosso non brilla come ad inizio stagione, ma il futuro pilota Red Bull fa vedere i sorci verdi a Fernando Alonso: l’asturiano non passa. Ricciardo si porta a casa un punticino e fa marameo al compagno di squadra Vergne (voto 4), che annaspa nelle retrovie. CORIACEO
Fernando Alonso: 5 e mezzo. Non scopriremo mai se la scelta del muretto Ferrari di sacrificare le qualifiche del Nando Nazionale–e una fattibile prima fila- per un primo stint su gomme medie avrebbe pagato. La dietrologia sussurra che sarebbe potuto arrivare un secondo posto. La storia ci dice che la gara di Alonso in India è finita alla curva 2 del primo giro (in maniera incolpevole…). Cambio del musetto, si ricomincia da fondo classifica. Ma la remuntada non arriva: nonostante l’agonismo (bello il sorpasso ai danni di Gutierrez) l’asturiano non riesce a venire a capo della velocità di punta di chi lo procede. Emblematico il trenino dietro Ricciardo. Piccolo appunto: le gomme soft che dovevano fare faville sulla F138 lo abbandonano dopo 6 giri. Zero punti, zero titoli. NON CI RESTA CHE PIANGERE
Nico Hulkenberg: 6 e mezzo. Voto di buon auspicio. Il tedesco – ancora senza sedile per il 2014- parte bene, scartando imperiosamente Kimi Raikkonen. Conduce la sua onesta gara in zona punti, mantenendo l’ottava posizione (davanti alle Force India). A tradirlo a pochi giri dalla fine è un problema tecnico alla sua Sauber C-32. Appello: NON LASCIATELO A PIEDI!
Mark Webber: UNA PRECE Il finale di stagione dell’australiano è da “Ai confini della realtà”. Dopo i problemi alla frizione a Spa; la necessità di risparmiare il motore a Monza; la rottura del cambio a Singapore; una foratura, l’incidente con Sutil e l’incendio della vettura in Corea, stavolta a tradirlo è l’alternatore. Così, mentre il compagno di squadra vola verso la gloria, a Webber (voto 7) non rimane che obbedire a un team radio e parcheggiare mestamente a bordo pista. Quel “Stop the car, please! Stop the car!” ripetuto in loop al quarantesimo giro priva il cangurone di un probabilissimo secondo posto. Abu Dhabi? Macché, LOURDES.
Commissari: voto 3. Reprimenda, 25mila euro di multa per la Red Bull e ciabattata sul sedere a Sebastian Vettel perché ha fatto il bambino cattivo. Non sia mai che uno che entra nella leggenda vincendo quattro titoli mondiali consecutivi si permetta di dare spettacolo in pista e non riporti la vettura in parco chiuso. BACCHETTONI
Gp India: 6 e mezzo. Nonostante sia un pargolo del famigerato Tilke, il Buddh International Circuit piace molto ai piloti e ha regalato spunti interessanti. Pochi, ma caciaroni i tifosi indiani. Vibrante e colorata l’atmosfera. Torna presto, India!