Gran Premio d’India 2013: l’analisi tecnica
Rivediamo le soluzioni tecniche più interessanti che le squadre hanno mostrato nel corso del weekend indiano.
Il Gp d’India, come ci aspettavamo, è stato piuttosto magro a livello tecnico, visto che nessuna squadra ha mostrato particolari tecnici veramente di rilievo. D’altronde è facile immaginare che, con appena tre gare da disputarsi ancora, non vi sono più grandi stravolgimenti da mettere in atto. Pertanto ogni team, se non ha corso con le configurazioni aerodinamiche già utilizzate negli ultimi Gp, ha apportato solo piccolissime modifiche.
A tener banco, più che le novità tecniche, in realtà, è stato un inaspettato quanto allarmante “blistering”, con tutte le squadre costrette a fare la conta dei crateri presenti dopo pochi giri sulle “gialle” della Pirelli. Fortunatamente non abbiamo assistito a nessuna rottura pericolosa, ma il fenomeno ha destato particolare preoccupazione ai box ed ha, ovviamente, influito decisamente sulle varie strategie in gara, contribuendo in fondo a rendere il weekend molto più interessante e meno scontato (anche se poi l’esito…vabbè!).
Tra le soluzioni tecniche più interessanti, in ogni caso, ci sono quelle della McLaren, che ha collaudato alcuni particolari in funzione del prossimo anno. La Mp4/28, infatti, è scesa in pista con le “telecamerine” posizionate secondo i nuovi parametri regolamentari (FOTO), quindi piuttosto in alto e con scarsa utilità aerodinamica (a differenza della posizione tra i due piloni, che è piuttosto influente – FOTO), oltre ad un’ala posteriore insolitamente più scarica del solito (FOTO), probabilmente per simulare la minore downforce che caratterizzerà le monoposto del prossimo anno.
Come dicevamo in apertura, nessuna squadra ha portato novità davvero rilevanti. Per questo abbiamo avuto l’opportunità di approfondire maggiormente il confronto tra le filosofie progettuali delle varie vetture. E’ bastato mettere a confronto i “lati B” delle vetture più interessanti per rilevare significative differenze:
Piuttosto significative quelle tra la Ferrari e la Red Bull, la quale, per via dell’assetto “puntato” in avanti (il famoso rake), ha una portata d’aria sostanzialmente maggiore nella zona dell’estrattore, perfettamente sigillato grazie agli scarichi a scivolo scelti dal team austriaco (FOTO). Tale portata d’aria consente al fondo ed al diffusore di generare una grandissima percentuale del grip che serve alla vettura per restare incollata all’asfalto, il che concede alla Rb9 “il lusso” di utilizzare ali posteriori piuttosto scariche rispetto a tutta la concorrenza, guadagnando quindi in termini di minor resistenza aerodinamica.
Quanto alla configurazione aerodinamica scelta della Red Bull, sul circuito indiano è stata utilizzata la stessa di Singapore; al posteriore, quindi, un’ala dotata di main plane leggermente incurvato nel bordo d’entrata ed un nolder piuttosto pronunciato sul bordo d’uscita (FOTO), in combinazione con la paratia dotata di cinque feritoie (FOTO). All’anteriore entrambi i piloti hanno operato la stessa scelta, utilizzando la stessa ala vista in Corea e Giappone (con l’upper flap tri-plano e flap non tagliati – FOTO), anche se nel corso delle prove libere è stata provata una nuova versione dei deviatori verticali (FOTO).
Anche la Ferrari ha scelto la configurazione “Singapore”, montando un’ala posteriore piuttosto carica (FOTO) con main plane incurvato, con la paratia dotata di slot verticale (FOTO). Da segnalare anche l’utilizzo del profilo a sbalzo sul supporto dell’ala (il cd. monkey seat – FOTO). All’anteriore, come accaduto spesso nel corso dell’anno, Alonso e Massa hanno fatto scelte leggermente differenti; Alonso ha scelto una versione con un flap più grande, mentre Massa una versione più scarica (FOTO).
Pacchetto aerodinamico immutato sia per la Mercedes che per la Lotus, che corrono praticamente con la stessa macchina già da un po’ di gare, al di là di differenze minime, come il cofano motore dotato di sfogo per la Mercedes (FOTO) ed una paratia dell’ala posteriore con più frange per la Lotus, comunque già vista a Monza e non utilizzata in gara (FOTO1 – FOTO2).
Chi ha mostrato un dettaglio molto interessante, invece, è stata la Sauber. Il team elvetico ha fatto notevolissimi progressi in quest’ultima parte della stagione, soprattutto grazie al ritorno degli scarichi a scivolo. In India i fotografi hanno colto una nuova deriva svergolata posta verticalmente a margine dei numerosissimi profili all’interno della ruota posteriore, la quale ha la funzione di dare un preciso andamento ai flussi caldi provenienti dagli scarichi, contribuendo ad un eccellente funzionamento del diffusore (FOTO). Molto interessante anche questa FOTO, che mostra nel dettaglio l’andamento dei profili nella parte posteriore dell’ala anteriore.