Gp India a rischio annullamento: deciderà la Corte Suprema

Uno studio legale indiano ha fatto ricorso alla Corte Suprema chiedendo l’annullamento del Gran premio di Nuova Delhi per motivi di pubblico interesse. Alla base ci sarebbero alcune imposte non pagate da parte degli organizzatori.

Fernando Alonso Buddh Circuit

 Il Gp di India è uno di quegli appuntamenti mondiali fortemente voluti da Ecclestone in paesi “esotici”, ma la manifestazione non ha mai “spiccato il volo”.

Anche l’edizione del 2013 si preannuncia tormentata, a partire da una prevendita a dir poco fiacca, con poco più di ventimila biglietti venduti. Numeri irrisori per uno sport capace di riempire le tribune nel Vecchio Continente.

Ma non è tutto; il destino della competizione che dovrebbe iniziare tra poche ore è finito addirittura in mano ai magistrati della Corte Suprema Indiana, il massimo organo giurisdizionale del secondo stato più popoloso al mondo.

La Costituzione indiana prevede la possibilità di un ricorso alla Corte Suprema per motivi di pubblico interesse. Questo particolare strumento è denominato Public Interest Litigation.

Il ricorso al massimo tribunale indiano è stato presentato da alcuni avvocati, che rappresentano il governo dello stato federato Utter Pradesh (equivalente a una nostra Regione) e sede della pista che ospita il Gp. L‘accusa mossa all’organizzatore Jaypee Sports International Limited è di non aver pagato alcune tasse dovute per l’edizione 2012.

Sarà dunque il massimo tribunale indiano a decidere – tra l’altro poco tempo prima dell’inizio delle prove libere – se l’edizione 2013 si farà. La Corte Suprema potrebbe anche decidere di annullare il Gp.

Un’ipotesi remota, ma vale la pena ricordare che nel caso di clamoroso annullamento della gara, Sebastian Vettel si laureerebbe automaticamente campione del mondo, dispondendo di un vantaggio sugli inseguitori non colmabile nelle tre restanti corse.

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