Kvyat in Toro Rosso, non una semplice questione di soldi
L’arrivo di Kvyat non è solo una questione di soldi. Tra il deludente Felix da Costa e il promettente pilota russo, la Red Bull ha scelto la seconda opzione per una questione d’approccio al lavoro in pista.
L’annuncio dell’ingaggio del giovane Daniil Kvyat ha suscitato una certa sorpresa, sia tra i tifosi che tra gli addetti ai lavori. Quando tutto lasciava pensare ad un debutto del portoghese Felix da Costa, la dirigenza della Red Bull ha fatto completamente un’altra scelta.
Non è una novità che Marko e company siano molto duri con i propri piloti che devono essere in grado di gestire una grande pressione e dimostrare di saper dare il meglio in qualunque situazione. Ed è proprio quello che non è stato in grado di fare Antonio Felix da Costa durante quest’anno.
Nel 2012, il portoghese aveva chiuso il campionato a 23 punti dal campione Robin Frijns pur avendo perso le prime cinque gare della stagione. Così, ci si aspettava che quest’anno potesse almeno lottare per il titolo: ma le cose non sono proprio andate per il verso giusto. Felix da Costa ha sofferto una stagione ricca di problemi ed errori che gli sono costati ben 4 ritiri durante la stagione e alcune gare da dimenticare. Ha vinto a Monza e in Ungheria, aggiudicandosi a tavolino anche il Paul Ricard per la squalifica di Magnussen. Ma è servito a poco e nulla.
Helmut Marko è stato chiaro. Parlando ad Autosport, ha detto: “Se mi aveste chiesto un anno fa, avrei detto al 100% Felix da Costa. Ma lo abbiamo guardato con attenzione e…”.
A contendersi la World Series 2013 sono stati i due giovani piloti seguiti dalla McLaren: Magnussen e Vandoorne. Il pilota belga era stato contattato dalla Red Bull Racing proprio per cercare di sostituire l’ormai escluso Da Costa, ma Stoffel ha rifiutato per continuare la sua partnership con il team di Woking.
A quel punto, in casa Red Bull era tutto più chiaro. Marko aveva già deciso che Felix da Costa non era pronto al grande salto. Troppe le preoccupazioni riguardo a quel pilota: l’atteggiamento avuto davanti ai diversi problemi occorsi durante l’anno non ha convinto pienamente il braccio destro di Mateschitz. “Se vediamo una debolezza che non è curabile, allora sì… ci fermiamo”, aveva già sentenziato Marko in una recente intervista.
Tutto ciò ha aperto le porte della Formula 1 a Kvyat, l’uomo giusto al momento gusto. Di certo una scelta difficile per la Red Bull: il russo ha solamente 22 giri alle spalle con una Formula 1, chiusi con un testacoda che lo ha fermato nella ghiaia. Ma questo non vuol dire che il ragazzo non abbia le potenzialità per mettersi in mostra. Di certo, debuttare in un anno di grande rivoluzione tecnica potrebbe anche non aiutare. Logicamente, dopo l’opportunità di correre in F1 gli si dovrà anche dare quella di poter maturare.
Il ragazzo, nonostante la giovane età, sembra avere tutte le carte in regola per fare bene. Inoltre, l’ingresso in F1 ha già attirato l’interesse di alcuni sponsor pronti a supportarlo in questa nuova avventura. Inevitabilmente, ci si è chiesti se il primo GP di Russia nel 2014 abbia contribuito all’ingaggio di Kvyat. Helmut Marko ha però smentito, lasciando intendere che non c’è stata nessuna influenza in tal senso. Difficile credergli quando una recente inchiesta ha mostrato che il mercato russo per la Red Bull vale qualcosa come 14,5 miliardi di dollari. Siamo certi però che il fattore finanziario ha contribuito a prendere la decisione di portare Kvyat in F1, ma – contrariamente a quanto si pensa – non è stato il motivo principale.
Si è solo trattato di un anticipo delle tempestiche, perché il futuro di Kvyat era già scritto. Certo, sarebbe arrivato decisamente con più esperienza, ma il rischio è calcolato. D’altronde, come ha sempre detto Marko, “Noi siamo coraggiosi e prendiamo certe decisioni”.