Force India, Fernley: “Di Resta non si discute”
I cinque ritiri consecutivi del giovane scozzese, quattro dei quali frutto di incidenti, non dovrebbero compromettere il rinnovo del suo contratto con la Force India. Bob Fernley: “si dovrà fare un bilancio della stagione nel suo complesso”.
Un quarto posto in Bahrein, e delle straordinarie gare di rimonta dalle retrovie a Montréal, Montecarlo e Silverstone, sembravano consacrare Paul Di Resta come il pilota-rivelazione della stagione 2013. Ma dal Gran Premio di Germania, il campionato del 26enne scozzese si è trasformato in un incubo.
Complice il ritorno del kevlar negli pneumatici Pirelli, Di Resta ha cominciato a faticare nel trovare il giusto equilibrio con la propria vettura. E, accanto a prestazioni in qualifica molto deludenti, a partire da Gp di Ungheria ha imboccato un tunnel senza uscita: per lui cinque ritiri consecutivi, di cui solo uno frutto di un problema tecnico. Negli altri quattro casi si è trattato di manovre errate: contatti in pista e incidenti autonomi, non ultimo quello di due giorni fa in Corea, e quello inspiegabile di due settimane fa a Singapore.
Una serie negativa che preoccupa molto lo stesso pilota scozzese, il cui rinnovo a fine stagione era, fino a poco tempo fa, dato per scontato. La Force India deve, infatti, ancora confermare la sua line-up per il 2014, e voci insistenti parlano di un interesse del team indiano per Kevin Magnussen e per l’ex-pupillo, Nico Hulkenberg, l’eroe delle ultime due gare.
Ma a cercare di tranquillizzare Paul Di Resta ci prova il deputy team principal della Force India, Bob Fernley. “Bisogna fare un bilancio dell’intera stagione”, ha spiegato al magazine Autosport parlando delle prestazione dello scozzese. “Ci sono stati dei risultati fantastici e altri assai negativi, bisogna bilanciarli tra loro e fare una valutazione alla fine del campionato. Le singole prestazioni non sono indicative”.
Secondo Fernley, a decidere il futuro di Paul Di Resta potrebbe essere il modo in cui lui stesso reagirà a questa serie incredibilmente negativa. “Non credo che sia una cosa preoccupante: sono cose che succedono. Se non credessimo in Paul, non sarebbe in macchina. Deve semplicemente fare tabula rasa degli ultimi risultati, calarsi la visiera sugli occhi e continuare a guidare come sa”.
Di Resta si è addossato tutte le responsabilità per quanto accaduto in Corea, promettendo di darci un taglio con gli errori gratuiti. Ma, secondo il pilota scozzese, alla base dei suoi sbagli c’è un tentativo di spingere oltre il limite una Force India che, con l’avanzare della stagione, si è rivelata sempre meno competitiva.
“Abbiamo cominciato a lavorare sulla vettura del prossimo anno molto presto. Una decisione giusta, che tuttavia mi ha colto di sorpresa”, ha spiegato lo scozzese. “Posso solo alzare le braccia e dire che sono io quello che guida la vettura, e che l’ho persa, un errore grave. Non è da me fare cose come queste, dunque voglio lavorare per fare in modo che non si ripetano”.