Tecnica: generatori di vortice o deviatori di gomma?
Dopo i guai della Mercedes al Gp di Singapore, molti stanno applicando dei piccoli profili in carbonio sulle ali anteriori. Vediamo a cosa servono.
Nel corso del Gp di Singapore, soprattutto dopo il rientro della Safety Car, nessuno riusciva a spiegarsi come fosse possibile che Rosberg perdesse quasi due secondi al giro dalla lepre Vettel. Si sono fatte le ipotesi più disparate, fino ad alzare un mega polverone (di nuovo) su un possibile controllo di trazione della Red Bull (all’uopo vi consigliamo di leggere l’attenta analisi dell’Ing. Rodi Basso).
A sedare (quasi…) del tutto la ressa scatenatasi tra appassionati ed addetti ai lavori (vedi Giancarlo Minardi, Horner e Vettel), ci ha pensato la stessa Mercedes, che ha “giustificato” quell’enorme differenza di prestazioni con la Red Bull di Sebastian Vettel con la limitazione funzionale della propria ala anteriore dovuta ai famosi “marbles” (i fastidiosissimi “riccioli” di gomma che di giro in giro si depositano al di fuori della traiettoria).
Praticamente, l’ala di Rosberg ha raccolto moltissimi di questi riccioli di gomma, i quali sono andati ad incastrarsi tra i vari profili di cui è costituita l’ala della W-04 (che non è certo tra le più semplici – FOTO), pregiudicandone il corretto funzionamento; ciò in quanto i detriti alterano pesantemente lo scorrimento dei flussi e generano nocive turbolenze, impedendo ai profili di generare il carico previsto (oltre ad offrire maggiore resistenza aerodinamica).
Proprio per evitare tale problema, alcune squadre (Red Bull in primis) hanno dotato l’ala di piccolissimi profili in carbonio, posti in punti nevralgici, i quali, pur essendo definiti “vortex generator“, quindi con chiara finalità aerodinamica, in realtà hanno soprattutto la funzione specifica di evitare che i depositi di gomma raccolti lungo la pista vadano ad incastrarsi tra i profili dell’ala, deviandoli al di sopra di essa (FOTO – FOTO).
Imparata la lezione, per il Gp di Corea anche la Mercedes ha dotato le proprie ali anteriori di questi piccoli profili (FOTO – FOTO), sia per migliorare lo scorrimento dei flussi, sia per evitare nuovamente il problema di Singapore. Stessa cosa anche per la Sauber (FOTO), mentre la Force India utilizza questo trucchetto già da un po’ di gare (FOTO).
Tutte le squadre, però, adottano anche un altro stratagemma per evitare che i detriti presenti lungo la pista (soprattutto le fastidiosissime “marbles”) si attacchino alla vettura, pregiudicando l’efficienza aerodinamica dei profili, meno invasivo, invisibile ma altrettanto efficace: prodotti anti attrito.
Vi siete mai chiesti cosa spruzzano continuamente i meccanici sulle carrozzerie appena le vetture rientrano ai box? Tutti i team adoperano particolari prodotti che, applicati sulle superfici, creano una sorta di “pellicola anti attrito”, utile sia al miglior scorrimento dei flussi d’aria, che, appunto, ad evitare che qualsiasi cosa si attacchi alle superfici della monoposto (VIDEO).
Si tratta di piccolissimi accorgimenti, ma, come ha dimostrato il distacco pauroso accumulato da Rosberg in pochi giri, utilissimi ai fini della prestazione finale.