Minardi lancia il sasso nello stagno: Red Bull con TC?
Il fondatore dell’indimenticata scuderia faentina manifesta tutti i suoi dubbi sull’incredibile prestazione singaporeana di Sebastian Vettel.
Non ci è andato giù leggero Giancarlo Minardi, per vent’anni protagonista in F1 con l’0monima scuderia.
L’ex team principal di Faenza ha assistito da postazione privilegiata al Gp di Singapore, analizzando con l’esperienza che lo contraddistingue la prestazione fuori dall’ordinario del dominatore Sebastian Vettel.
Minardi, attraverso il proprio sito www.Minardi.it, ha sciorinato senza peli sulla lingua tutti i suoi dubbi sulla regolarità della RB9 del tedeschino.
Troppi, a detta del manager italiano, i 2.5 sec al giro che il campione del mondo rifilava quando voleva al resto del gruppone.
“Per la mia esperienza 2.5 sec al giro sono un’enormità. In termini di telaio e motore, rappresentano uno sviluppo di quasi tre generazioni. Inoltre il divario tra Vettel e Grosjean (in FP3) e Rosberg (in Qualifica) era solamente di pochi decimi. Il sabato il tedesco avrà anche giocato al “gatto e al topo” ma qualcosa non torna comunque” scrive Minardi, che poi continua:
“Dalla mia suite, per osservare e confrontare lo stile di guida tra i vari piloti, avevo preso dei punti fissi di riferimento della pista come i “panettoni” posti all’interno della curva che immette su Republic Boulevard per non far tagliare il cordolo. In quel punto mi ha colpito la guida pulitissima di Vettel. Era in grado di percorrere tutto quel tratto di pista senza effettuare nessuna correzione, diversamente da tutti i suoi avversari (compagno compreso). Tempi alla mano ha fatto una grande differenza anche nel T3, il settore più guidato. Sempre nel medesimo tratto di pista Sebastian era in grado di aprire il gas 50 mt prima di tutti gli altri, Webber compreso. Mentre tutti i piloti acceleravano nel medesimo punto, Vettel riusciva ad anticiparli di diversi metri”.
“L’aspetto che però mi ha colpito maggiormente era il “rumore” del motore emesso della RB9 in uscita. Oltre ad accelerare 50 mt prima, il Renault del tedesco “grattava” in modo completamente diverso da tutti gli altri propulsori francesi, compreso quello di Mark. Ricordava molto il rumore emesso quando nelle stagioni passate entrava in azione (in accelerazione) il Traction Control. In aggiunta questo “rumore” veniva percepito solamente quando Vettel inanellava i suoi giri strabilianti. Ad esempio dopo il rientro della SC si è reso autore di una grande ripartenza inanellando poi dei giri impressionanti fino a portare il suo vantaggio a 32” su Alonso per poi stabilizzarsi, cautelandosi così da un eventuale pit stop aggiuntivo. In quegli istanti il Renault “tagliava” la potenza in modo anomalo rispetto al suo compagno di squadra e a tutti gli altri piloti (Renault e non)”.
Una guida sui binari, un motore che “grattava”, e il pilota capace di spalancare la farfalla del gas in netto anticipo rispetto ai colleghi.
Tre indizi fanno una prova? Chissà, certamente fanno sorgere qualche dubbio:
“Non voglio accusare nessuno, ma mi piacerebbe approfondire questi aspetti” Chiude Minardi, autore di un’analisi che farà discutere non poco gli appassionati.