Webber: “Nessuno mi ha impedito di chiedere un passaggio”
Il pilota australiano torna sull’azione che gli è costata una penalità da scontare in Corea e rivela che nessun marshal gli ha impedito di attraversare la pista e chiedere passaggi, smentendo la FIA
Mark Webber, a pochi giorni dal Gran Premio di Singapore, ha voluto spiegare l’azione compiuta al termine della gara, che ha determinato la terza reprimenda del 2013 e di conseguenza la penalità che dovrà scontare nel prossimo appuntamento del mondiale.
Ricordiamo quanto accaduto durante il giro di rientro del GP di Singapore. Webber aveva parcheggiato la sua Red Bull ai margini della sede stradale a un giro dalla fine della gara. La RB9 dell’australiano ha palesato problemi di pressione dell’acqua, finendo arrosto proprio mentre Webber occupava la quarta posizione, dopo una bella rimonta. Terminato il GP, l’Aussie ha deciso di rientrare ai box facendo una sorta di “autostop”, caricato poi da Alonso, il quale lo ha riportato in pit lane. Gesto d’altri tempi, quello dello spagnolo (seppur una restituzione di favore a Webber, che lo riportò ai box nel 2011 nella medesima modalità), che però ha comportato una sanzione a entrambi perché considerato pericoloso.
Seppur la FIA abbia affermato che i marshal avrebbero intimato il pilota della Red Bull a non attraversare la pista, Webber – tramite l’inglese BBC – ha chiarito quanto accaduto nei momenti successivi alla sua uscita dall’abitacolo della sua RB9: “Non ho parlato con nessuno dopo essere uscito dalla monoposto in fiamme” ha attaccato l’australiano. “Devo ammettere che ricevere ammonizioni dopo atti come questi ha del comico, per non dire grandi momenti. Ai fan la situazione è piaciuta molto…“.
Anche Jenson Button, pilota McLaren, ha voluto esprimere il proprio parere a tal riguardo. Sul proprio profilo Twitter, l’inglese ha preso le parti dei due colleghi: “Deluso nel vedere puniti Alonso e Webber per un’azione di sportività. E’ vero, avrebbero potuto farlo in una posizione più consona, ma penso sia una cosa incredibile“.