Pagelle Gp Singapore: Vettel alieno, a podio Alonso e Kimi
Singapore è l’anelito di Vettel, che con la sua RB9 scherza gli avversari, li umilia, corre sui binari di una dimensione parallela che esalta e al contempo annichilisce la F1. Sul podio la coppia piloti Ferrari del 2014.
Sebastian Vettel 10 e lode Arrogante al punto giusto quando scende dalla macchina durante le qualifiche per manifesta superiorità. Gara e campionato a se, infila la terza vittoria consecutiva al rientro dalle vacanze e lo fa mandando al manicomio colleghi, addetti ai lavori e tifosi che non sanno spiegarsi i due secondi netti che rifila ad ogni tornata agli inermi inseguitori. Un divario forse sussumibile sotto la parola “predestinazione”. Talenti come lui nascono una volta ogni vent’anni, e nemmeno. Non volerlo riconoscere rasenta la più subdola faziosità. FENOMENO
Fernando Alonso 9 Terza piazza d’onore consecutiva, allunga su Raikkonen ed Hamilton in classifica e si ripropone ancora una volta come l’unico sfidante dell’alieno Vettel. Meriti, tanti, per aver raccolto il massimo su una pista che per caratteristiche fa a pugni con la F138. La super partenza fa presto dimenciare la qualifica abulica, Fernando è un animale da gara e si sa. A campionato aperto un risultato del genere della Ferrari, a Singapore, con una strategia finalmente brillante (voto 9) sarebbe stato accolto come una vera e propria impresa. Da un lato lo è, ma a metà, schiacciata dal peso di un Vettel che non fa prigionieri… CORIACEO
Kimi Raikkonen 9,5 Il migliore in pista dopo Vettel, nel fine settimana in cui tutto sembrava remargli contro. Si qualifica davvero male, forse condizionato da un’infiammazione alla schiena che lo stava per mettere fuori gioco, ma
in gara dimostra un ritmo forsennato e una cattiveria che mancavano da Budapest. Lo splendido sorpasso su Button è la prova che Kimi ha una “fame” pazzesca, che l’ha fatto andare forte anche su un circuito che non ha mai particolarmente amato. INDIAVOLATO
Nico Rosberg 8 Si lamenta della “fortuna” che avrebbero avuto Ferrari e Lotus nell’approfittare della safety car per fare la sosta. Ma è lui che al pronti via becca un secondo a settore da Vettel. Ottima la qualifica, ma in gara forse qualcosa in più poteva fare, sia lui che la squadra nel trovare la strategia più giusta. Resta il fatto che si è dimostrato ancora una volta a proprio agio quando si corre tra i muretti. “CITTADINO”
Lewis Hamilton 7 Non brilla a Singapore, dove sfoggia un bellissimo casco condito da qualche indecisione di troppo al volante. Mesta la qualifica, dove guarda da lontano il compagno di squadra, concreto in una domenica nella quale c’è poco spazio per i sogni e molto di più per un quinto posto comunque utile alla Mercedes. SPENTO
Felipe Massa 7,5 Bravo in qualifica, dove spesso dà il meglio di se. Ma al semaforo non ha lo spunto, la grinta, la rabbia atavica del compagno di squadra e si pianta lì. La Ferrari diversifica le strategie e al Felipe silurato tocca quella con uno stop in più e giù a pedalare con le gomme morbide. Una scelta comunque positiva, considerando che negli ultimi giri il brasiliano risale la china fino a passare sotto la bandiera a scacchi in sesta posizione. PROFESSIONALE
Jenson Button 8 Ad un certo punto sembra tornato il furbacchione delle strategie degli scorsi anni, quando lo vedi sornione al terzo posto. Ce l’ha fatta JB a salire sul podio, anche con questo catorcio. No aspetta, troppa grazia. La MP4-28 è quel che è, una monoposto con cui si può andare a punti, non sognare in grande. Lo passano tutti a destra e manca, ma la sua gara resta un piccolo capolavoro di quantità. Sta dimostrando di saperci fare, anche con
un materiale un po’ così… FORMICHINA
Sergio Perez 7 In scia di Button, una domenica okay per l’incostante messicano. Che parte da dietro, suda e lotta, anche con qualche colpo proibito (chiedere ad Hulkenberg). Alla fine della giostra, però, torna in zona utile lasciandosi dietro le amnesie di Spa e Monza. SALVO
Nico Hulkenberg 7 Ancora a punti dopo la memorabile prestazione italiana. Stavolta arriva solo un nono posto, che poteva essere un ottavo se la direzione gara fosse stata più clemente nell’episodio del duello con Perez. Nico si fa apprezzare per l’ormai acquisita maturità, lottando costantemente in top ten con una monoposto certamente non di prima fascia. GENEROSO
Adrian Sutil 6 Nella spazzatura del match capita di trovare un punticino lungo la via, lasciato negli ultimi giri dalla generosità del cambio della Red Bull di Webber e dall’harakiri del teammate di Resta. Prestazione leggermente anonima, ma ha il merito di restare freddo nel caos singaporeano.
Mark Webber 5 Il compagno di squadra guida un missile, lui una bomba ad orologeria. Per Vettel fuochi d’artificio e copertine, per lui fuoco al retrotreno e un autostop in pista, per giunta sanzionato. A parte che becca un secondo al giro a parità di macchina quando gli va bene. Povero Mark, la Porsche è arrivata nel momento migliore dai. INCOMPRESO
Romain Grosjean 7 Poteva e doveva essere un’altra domenica. Quella della consacrazione, del grande risultato. Dopo una qualifica assurda, per intensità e risultato (terzo). E invece Romain se la canta e se la suona da solo, si specchia in un talento che forse sarà, ma che tarda ad arrivare. E quando il motore fa i capricci, la meglio è fermarsi a meditare. Guardando Raikkonen fare faville nel giorno che doveva essere il suo. BEFFATO
Paul di Resta 3 Disastroso in qualifica, cattivissimo in partenza e in gara dove finalmente sempre tornato sui suoi livelli. Dopo quattro gare a secco ha l’opportunità di arrivare sesto, riportando punti pesanti alla Force India, anche in ottica quinto posto Costruttori. Incredibile come rovini tutto andando a sbattere a pochi giri dalla fine. Aveva corso benissimo (vedi difesa sulle Ferrari), ma l’errore marchiano testimonia che il suo è un momentaccio. PARABOLA DISCENDENTE
Pastor Maldonado 6 Undicesimo con la Williams FW35 è un signor risultato, poche storie. Peccato per l’eliminazione in Q1; una sorpresa in negativo, considerato che al venezuelano Marina Bay piace eccome. Si rifà in gara, per quanto possa valere…
Esteban Gutierrez 4 Funambolico in qualifica, dove porta la Sauber in Q3 facendo addirittura meglio dello spauracchio Hulkenberg. Potrebbe essere la sua grande occasione, ma il gomito del tennista che gli viene alla ripartenza dopo la “pace car” suscita quasi tenerezza. Un bimbo sperduto dell’Isola che non c’è. SPAURITO
Daniel Ricciardo 4 Bravissimo a piazzarsi in top ten sulla griglia di partenza. La velocità c’è. Così come una certa irruenza che denota ancora immaturità, perchè è andato a baciare il muro nel tunnel e a ritirarsi a causa di un errore di valutazione in frenata che un pilota della Red Bull non può permettersi di commettere. DISTRATTO
Valtteri Bottas 5 A spasso per Singapore, meglio lo shopping che la gara. Eppure in qualifica partiva davanti a Maldonado… SMARRITO
Jean Eric Vergne 5 Passa sul traguardo per il rotto della cuffia, con il motore quasi in ebollizione. Fortunato a vedere la bandiera a scacchi, sebbene in una mesta quattordicesima posizione.
Giedo Van der Garde 6 Il migliore della serie C, tra strade che un anno fa lo vedevano vincente in Gp2. Ultimamente sta regolando spesso e volentieri Charles Pic (5), sebbene debba assolutamente migliorare il rendimento sul giro secco.
Jules Bianchi 5 Da “sorpresa” per doti velocistiche delle prime gare, a triste figurante di bassa classifica a causa di una Marussia che non è ferma, ma in retromarcia. Stavolta si piazza dietro Max Chilton (5), ma a causa di un problema al volante che gli ha compromesso la corsa.
Gp Singapore 5 La gara più noiosa dell’anno, che sai quando inizia ma non quando finisce. Ad interrompere la processione che celebra il funerale della competizione in F1 ci pensa Ricciardo. La Safety dà lo spunto alla Ferrari di inventarsi qualcosa e a noi di seguire almeno dei giri finali che sono “vivi”. L’orario televisivo europeo almeno concilia la pennichella. Circuito angusto, ostico, artificioso. Tutta finzione, ieri è andata in scena l’anti-F1, altro che “gara tattica”… INCUBO