Ferrari: la “notte” è vicina, ma Alonso lancia un grido…
La Ferrari sta per arrendersi allo strapotere Red Bull. Non prima di giocarsi le ultime carte su una pista ostica e non favorevole. Ma Alonso non vuole mollare: “Possiamo fare bene, dobbiamo crederci”.
Che le spiagge per la Ferrari, negli ultimi anni, siano sempre “ultime” non è una novità. Marina Bay, tortuosetto e antipatico circuito di Singapore, è la giocata rischiatutto di una Ferrari che ha raccolto i cocci di un’estate in frantumi per indossare nuovamente abiti pregiati.
La calma dopo la tempesta è l’autoscatto di Fernando Alonso sul podio di Monza. La pax augustea tra lui e la squadra ha richiesto come vittima sacrificale i media e i giornalisti, rei – secondo lo spagnolo – di inventarsi polemiche inesistenti. Questo e altro sull’altare della patria (rossa), passiamo avanti.
A guardarla negli occhi, questa Ferrari, si ha la sensazione di un lottatore ferito. Sconfitta, ma non umiliata. L’onore delle armi va riconosciuto a chi ha saputo imparare dai propri errori, cambiando e innovando.
Ed è proprio dal neo d.t. James Allison che il popolo rosso aspetta il colpo di coda che potrebbe significare tutto o niente. La riapertura di giochi ormai chiusi, oppure un gol della bandiera quantomeno gradito.
“Singapore sarà la prova del nove“. Firmato Alonso-Domenicali. La Ferrari vorrà dimostrare di saper filare forte non soltanto sui rettilinei di Spa e Monza, ma anche in quei tratti tutto grip e trazione che l’hanno vista sempre sofferente. Fiancate e scarichi rivisti ci diranno come reagirà la F138.
Quello che rimane, sullo sfondo, è un Matador che dimostra una commovente abnegazione e dedizione alla causa. Segno che i rapporti col team sono di nuovo ottimi.
Alonso parla di Singapore come se fosse l’appuntamento della vita, non si arrende all’ineluttabilità di un campionato che pare bello e finito, lancia un grido di speranza che potrebbe restare isolato nella notte più luminosa del mondiale:
“Vietato sbagliare, dobbiamo essere perfetti“. Come se poi bastasse, contro chi la perfezione l’ha trovata da anni ormai. Ma il campione è tornato leader, pronto a trascinare la squadra.
“Singapore è una pista che mi porta bene, sono salito quattro volte sul podio in cinque edizioni disputate (vincendo nel 2008 e nel 2010 ndr). E anche quest’anno ci sono tutti gli ingredienti per fare bene, bisogna crederci. Questa è una gara molto impegnativa sia dal punto di vista fisico che mentale. Il calendario sta entrando in una fase piuttosto stressante. Con una sequenza di sette trasferte extra-europee. Ho usato il periodo di vacanza nel mese di agosto per preparami fisicamente al meglio in vista del finale di campionato”.
Fernando è pronto a battagliare, prima di alzare bandiera bianca. Nel ricordo del 2010, quando vinse una gara al cardiopalma. Tre anni fa fu la vittoria del pilota, forse la più significativa e difficile del suo primo anno in Ferrari.
Proverà a ripetersi anche quest’anno, con l’obiettivo di smentire un destino beffardo che ha piazzato Singapore a cavallo tra un’estate avara di soddisfazioni e un autunno che potrebbe presentare i malinconici colori dell’ennesima resa.