Accuse dalla Francia: anche la F1 è vittima del Doping
Aumentare le prestazioni fisiche, oltre che la concentrazione. Ecco come il doping sembra abbia fatto strada in Formula 1.
Secondo un esperto francese, la Formula 1 non è immune al doping. Ad affermarlo è Marc Sanson, capo del Consiglio Anti-Doping francese tra il 2003 e il 2005.
E’ stato proprio lui, recentemente, a puntare il dito su quello che sembrava uno dei pochi sport ancora “puliti”. Sanson ha ammesso: “Per molti anni i piloti hanno utilizzato tacrina, un prodotto utilizzato per il trattamento delle malattie come il morbo di Alzheimer. Un modo alternativo per accelerare il processo di apprendimento dei circuiti”.
Ma questo non è il primo caso di accusa di doping alla Formula 1. Benigno Bartoletti, medico storico del Gruppo Fiat, alla fine del 2004 – in una intervista a Quattroruote – disse: “L’assunzione di cocaina in Formula 1 potrebbe anche riguardare un pilota su tre”. Venne poi smentito dalla Bild, che pubblicò il report dei controlli effettuati lo stesso anno in cui nessun pilota risultò positivo agli esami.
Dal dicembre del 2010, però, la FIA ha adottato anche per la Formula 1 il protocollo dell’Angezia Mondiale dell’antidoping, specificando che “Ogni pilota è responsabile di qualunque sostanza che immette nel corpo, indipendentemente dal fatto che venga assunta o somministrata intenzionalmente”.
Mark Webber, a tal proposito, era stato chiaro: “Ho sempre sostenuto dell’idea che si debba fare di più, ma la FIA non ha mai avuto veramente il pugno duro sulla questione. E’ un problema grosso su cui nemmeno altri piloti si sono mostrati forti. Ma poi, lo sapete, quando ci sono di mezzo i soldi, la gente fa certe cose. In F1 il doping è improbabile, ma mai dire mai”.
I controlli a sorpresa esistono, anche per i piloti di F1. Tuttavia, secondo le stime, la FIA – tra tutti i campionati – controlla men del 2% dei piloti. Decisamente pochi, per essere considerata una vera lotta al Doping.