Pagelle Gp Ungheria: Hamilton vola, Ferrari anno zero
Il torrido circuito ungherese è la “Waterloo” della Ferrari, che rischia di rimanere per il quinto anno di seguito a “zero tituli“. Alonso è agghiacciante nelle dichiarazioni, tanto che è cinico nei confronti dei progettisti. Ridono gli altri: La Mercedes sta costruendo un futuro di grandi successi, la Lotus è seconda nel campionato Piloti. E il solito Vettel è sempre più leader indiscusso del mondiale.
Lewis Hamilton 10 e lode. O dieci e Lauda, che anche ci starebbe tutto. Quella andata in scena a Budapest più che una prova di maturità, è una prova di forza. Più che una vittoria, è una fuga solitaria verso un sogno. Lewis costruisce il suo capolavoro “rubando” la pole a Vettel e partendo a razzo, fuggendo in solitaria senza mai voltare lo sguardo indietro. Mente in modo adorabile quando dice che non si aspettava di vincere. Sulla pista che più ama (ben quattro vittorie in carriera) la prima vittoria con la Mercedes è cercata e voluta. Non c’è niente di casuale; la sensazione, anzi, è quella di aver assistito alla nascita di un nuovo, fortunato, matrimonio. IMPRESSIONANTE
Kimi Raikkonen 8,5 La quinta piazza d’onore stagionale è un deja vu’ che si snocciola silenzioso lungo il tortuoso catino ungaro. Formichina avara di spettacolo, Kimi è il gelido esecutore del delitto perfetto. Trattare bene le gomme e fermarsi una volta in meno ai box. Anche così si può diventare l’anti Vettel. Soprattutto se la cattiveria agonistica è una repentina stilettata al cuore di Seb negli ultimi giri. Un colpo secco che vale una gara. “Qui non passi” e amen. Tutti parlano del distacco in classifica di Alonso dalla Red Bull, pochi hanno notato che adesso il primo inseguitore in classifica del tedesco è proprio “l’ubriaco che alla Ferrari si addormentava al volante”… RISOLUTO
Sebastian Vettel 7 Sfrontato nelle dichiarazioni, sistema Alonso una volta per tutte come mai fatto prima (“Si lamenta troppo”, “La mia Red Bull non gliela do”). Piace questo “carattere”, ma in pista stavolta gli manca qualcosa. Perde per presunzione una pole alla sua portata. In gara ha la grande colpa di incornare Button senza riuscire a passarlo, perdendo così la possibilità di vincere. E il duello con Kimi lo vede amaro sconfitto. Gli scettici godono delle sue difficoltà nel corpo a corpo, lui gode per il distacco in classifica che aumenta nei confronti dell'”odiato” Alonso. ALTI E BASSI
Mark Webber 8 La cosa migliore non è la bella rimonta dal decimo al quarto posto in gara, ma la sfrontatezza con cui manda a quel paese il team per gli inspiegabili guasti che colpiscono solo lui. Quando si accorge di non poter continuare le qualifiche, scende inviperito dalla vettura e inizia ad avercela con il mondo intero. Anatemi per tutti, il contratto in tasca con la Porsche gli permette di parlare senza peli sulla lingua. EMINEM
Fernando Alonso 6,5 “Cosa vorrei per regalo di compleanno? Una di quelle macchine che ci stanno davanti”. Questa è la frase che gela la Ferrari e che apre – definitivamente – la crisi tra pilota e squadra. Un lento e doloroso allontanamento iniziato a Nuova Delhi nel 2012 e continuato con frecciate e polemiche. Da ambedue le parti, perchè c’è chi giura che molti tecnici non hanno gradito la scelta di Nando di disertare gli ultimi test (“Si lamenta delle nuove gomme e poi non è venuto a provarle” avrebbero obiettato in squadra). Da pilota, però, Fernando fa il suo sporco lavoro, artigliando un quinto posto quasi miracoloso con una F138 sprofondata nell’abisso Laurenziano delle prestazioni velocistiche. AVVILITO
Romain Grosjean 8 A Budapest Romain si presenta in grande spolvero; velocissimo, determinato, indiavolato. E poi…solo sesto? Beh si, visto che non può azzardare un sorpasso che lo mandano in punizione dietro la lavagna. Il ginevrino dovrebbe fare ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ma, vista la “fortuna” che ha con i giudici, rischierebbe di vedersi inflitto un drive thru’ anche a Strasburgo. Finanche Massa lo ha assolto per il gran sorpasso all’esterno alla curva 4. Penalità inventata, come quella inflittagli nel dopo gara per il contatto con Button. VESSATO
Jenson Button 7,5 Al diavolo la guida pulita, avrà pensato prima dello start. Con una monoposto da “battaglia” JB si adegua alle esigenze, sfoderando una prepotenza e una grinta raramente ammirate. Il settimo posto è un piazzamento sudato, fruttto di una gara a dir poco arrembante. Fatta di bagarre e colpi bassi (ma leciti). Fenomenale la difesa catenacciara e convinta su Sebastian Vettel, smaliziata la staccatona ingannatrice tirata allo sprovveduto Grosjean. Jenson diverte e si diverte, dimostrando di avere ancora tanto da dare. GIORNI DI TUONO
Felipe Massa 6 Ottavo posto, senza lode e senza infamia, con il “merito” di tenersi dietro almeno la McLaren di Perez. Non si capisce, però, perchè lui possa speronare allegramente Rosberg – neanche fosse un bimbo sfrenato all’autoscontro – e passarla liscia, mentre un Grosjean qualsiasi viene mandato all’ergastolo per molto meno. Nemmeno più i commissari tengono in considerazione il povero Felipe… GRAZIATO
Sergio Perez 6,5 Si qualifica nono con le gomme medium, la qual cosa lo penalizza nel primo stint. Rema controvento, ma riesce a raccogliere nella “spazzatura del match” quei due punti che danno un senso alla sua trasferta magiara. COMPITINO
Pastor Maldonado 7,5 Buona la decima, ci è voluto metà campionato per arrivare a punti, ma il Pastore dei Caraibi finalmente si è scrollato di dosso l’inguardabile zero in classifica. La Williams più lenta della storia ringrazia. GRINTOSO
Nico Rosberg 5 Quarto in prova mentre Lewis va in pole. Le premesse non sono delle migliori. Se poi Massa ti butta fuori al primo giro le cose si complicano. La botta al morale fa più male di quella alla carrozzeria e il motore in fiamme negli ultimi giri è la manna dal cielo che evita la magra figura. ANONIMO
Nico Hulkenberg 6 Professionale fino al midollo. Correteci voi, d’altronde, senza stipendio e con la prospettiva di essere silurato da un momento all’altro per far posto al classico giovanotto con una valigetta piena di so…gni.
Jean-Eric Vergne 6 Parte quattordicesimo, arriva dodicesimo. Niente di eclatante, ma il francese nel dopo gara ha la faccia di uno che ha sbancato la lotteria, dato che riusce a battere nel duello interno quel Ricciardo che ultimamente gli ha tolto il sonno. PALLA AL CENTRO
Daniel Ricciardo 5 L’Hungaroring è la grande occasione persa del simpatico australiano. Che si qualifica in ottava posizione, filando una bellezza sul giro secco, ma incespica in gara, smarrendo la via tra problemi di degrado alle gomme e di ritmo. No punti, no party. PECCATO
Adrian Sutil 6 Si qualifica benino, in sesta fila, ma gli dei delle corse non sono al suo fianco. Prima un contatto con Felipe Massa, poi problemi al pit stop e infine un guasto idraulico lo mettono KO dopo sole diciotto tornate.
Paul di Resta 5 Si ritira per lo stesso guasto all’impianto idraulico patito dal team mate Sutil. Il problema è che il suo è un fine settimana semplicemente orrendo. Lo scozzese è irriconoscibile, forse gli è venuto un po’ di “braccino del tennista” a causa delle tante voci di mercato. DISTRATTO
Giedo Van der Garde 6,5 Al giro di boa, ha vinto la sua personale “coppa”, piazzandosi quattordicesimo davanti a Pic, Bianchi e Chilton. Stavolta il primo della “serie C” è stato a tutti gli effetti il ventottenne olandese. Risultato sincero. BRAVO
Esteban Gutierrez 4,5 E’ davvero un ragazzo educato, non disturba, non lo si sente e non lo si vede proprio.
Jules Bianchi 5,5 Becca un giro dalle Caterham, ma la colpa non è sua. La Marussia ormai è ferma con gli sviluppi e difficilmente il francese della Ferrari Driver Academy potrà fare miracoli.
Max Chilton (5), Charles Pic (5,5), Valtteri Bottas (5).
Gp di Ungheria 7 Non tutti amano l’infernale saliscendi ungherese, un circuito arido e ostico, ma che trasuda storia. Negli ultimi sette anni è il regno di Hamilton, considerando che il pilota inglese ha vinto quattro volte su sette partecipazioni. Non è un caso, quindi, che l’ex pilota McLaren abbia dato spettacolo per 70 giri, con un contorno di lotte e strategie che hanno tenuto alta la soglia di attenzione degli spettatori. Nonostante Caronte “invitasse” tutti ad andare a mare.
Mercedes 8 La sagace direzione di Toto Wolff e Niki Lauda, un muretto esperto con Ross Brawn al comando. Bob Bell, il rinnegato Aldo Costa e tra poco anche Paddy Lowe. La Stella a tre punte potrebbe diventare la corazzata del futuro. La squadra che fino all’anno scorso faceva ridere, oggi può vantare tre vittorie all’attivo e il merito di aver costruito una vettura, almeno sul giro secco, più veloce della Red Bull. Significa che lavorando bene Newey si può battere eccome. LA SORPRESA
Ferrari 2 Come gli aggiornamenti, due appunto (fondo e diffusore) provati nelle libere e rimandati con posta prioritaria a Maranello, tanto che peggioravano la macchina. Montezemolo, Domenicali, Tombazis, Fry…chi più ne ha, più ne metta. Personaggi capaci di una magia che era difficile soltanto ipotizzare. Ovvero trasformare una squadra vincente nell’ombra di se stessa. Una malinconica e deprimente macchia rossa incapace di imbroccare una stagione come si deve. Dal 2009 ad oggi, cioè in quattro campionati e mezzo, la Ferrari ha conquistato la “bellezza” di 4 pole position. Questo è certamente il dato più inquietante. DA RIFONDARE