Budapest amara per la Ferrari: è allarme “Rosso”?
Quinta posizione tenuta con le unghie e con i denti da Fernando Alonso. Solo ottavo Felipe Massa, che paga un contatto nelle prime curve con Nico Rosberg. Ma per tutta la gara le Rosse non hanno mai trovato un buon ritmo. E la vetta del mondiale, nel frattempo, si allontana.
“Il meglio che potevamo fare, non certo quello che volevamo ottenere. Oggi non c’era la prestazione per lottare per il podio”. E’ quanto la Scuderia Ferrari scrive su Twitter subito dopo la bandiera a scacchi di questo rovente Gp di Ungheria. Un tweet eloquentissimo dell’atmosfera mesta che si respira in casa del Cavallino Rampante al giro di boa del campionato 2013, dopo un quinto posto certo non esaltante che però Fernando Alonso ha difeso come un leone per 30 giri dal ritorno di Romain Grosjean.
Le Ferrari, che partono dalla quinta e settima posizione in griglia con gomme soft, al via scattano bene. Alonso, dopo la bagarre della prima curva, si butta all’interno e strappa la quarta piazza a Nico Rosberg. Massa sembra avere uno spunto anche migliore: sopravanza Kimi Raikkonen e lo stesso Rosberg ma, nel rientro di quest’ultimo da un fuoripista, lo tocca e rovina la paratia laterale sinistra del suo alettone anteriore, pur mantenendo il quinto posto. Un danno che finirà per influire sensibilmente sulle prestazioni della sua gara, durante la quale subisce diversi sorpassi da parte dei diretti avversari (Raikkonen, Grosjean, Button) e non riesce a trovare buoni tempi sul giro. Sin dalle prime tornate è chiaro che anche Fernando Alonso ha la sua bella gatta da pelare: la F138, con le Option, è in media un secondo più lenta rispetto al trenino formato dalle vetture di Hamilton, Vettel e Grosjean.
Il valzer dei pit stop, per le Rosse, comincia all’11esimo giro per Massa e al 12esimo per Alonso. Il brasiliano si ritrova inchiodato intorno alla settima posizione, e non riesce a migliorare i propri tempi. Anche i parziali di Fernando Alonso non brillano, soprattutto se confrontati con quelli dei diretti concorrenti. Ben presto lo spagnolo si ritrova comunque accodato a Vettel e Grosjean, bloccati da Jenson Button che, su gomme medie, ritarda di molto la sua prima sosta. L’asturiano non riesce ad agguantare il tedesco della Redbull, ma guadagna una posizione su Romain Grosjean, costretto a fermarsi ai box per una presunta foratura dopo il contatto con Button e poi, nuovamente, per il drive-through. Ma il confronto con il francese, un vero osso duro nel circuito ungherese, non è finito: Alonso continua a perdere terreno e, sopravanzato nel gioco delle strategie da un Mark Webber in grande spolvero e da un Kimi Raikkonen come sempre gentilissimo con i propri pneumatici (insieme a Button è l’unico a riuscire a restare sulle due soste), si ritrova Grosjean negli scarichi della sua F138 dopo il secondo e il terzo pit-stop. Una presenza ingombrante, che comunque riesce a tener dietro fino alla bandiera a scacchi. Un quinto posto sudatissimo e meritatissimo quello conquistato dallo spagnolo, che si becca in tempo reale i complimenti del Team, sempre via Twitter: “Come al solito, ancora una grande prestazione di @alo_oficial”. A Felipe Massa, ottavo dopo una gara silente e ben lontano da quei risultati che servirebbero tanto alla Ferrari per non perdere ancora terreno in classifica costruttori, l’Ungheria non ha mai portato bene: non è mai salito sul podio in 10 partecipazione e, nel 2009, proprio all’Hungaroring fu vittima del pericolosissimo incidente che lo costrinse al ritiro dal campionato (fu colpito sul casco da una molla).
“Il podio non era alla nostra portata. Venerdì, nelle prove libere, si era già visto che sarebbe stato difficile per noi tenere un buon passo gara, quindi ci aspettavamo questo risultato”, afferma a fine gara Fernando Alonso. “Se ieri è stato un mezzo miracolo, anche oggi abbiamo fatto benissimo: eravamo troppo più lenti rispetto a Redbull, Mercedes e Lotus, ma invece di arrivare settimi o ottavi, siamo arrivati quinti”. E’ più che latente il senso di impotenza dell’asturiano, esplicitato da un frustratissimo Team Radio: “cosa posso fare per prendere Vettel?”. Con il secondo posto di Kimi Raikkonen, Fernando Alonso ripiomba in terza posizione in classifica iridata: 133 i suoi punti, 1 in meno del finlandese, ma ben 39 in meno rispetto a Sebastian Vettel, che sembra sempre più lanciato verso il quarto titolo mondiale consecutivo. Ma Alonso non demorde: “Da quattro anni abbiamo una macchina un secondo più lenta del leader, eppure siamo sempre arrivati secondi, a un passo dal risultato. Anche quest’anno lotteremo fino all’ultima gara. Adesso bisogna lavorare forte tutta l’estate, e arrivare a Spa e a Monza con dei pezzi nuovi. Basta vincere 3-4 gare di fila: così si riprende il distacco dal primo. Ed è questo adesso il nostro obiettivo”.
“Oggi non siamo stati veloci né con le gomme soft, né con le medie. A questo punto dobbiamo cercare di capire un po’ di cose”, afferma Stefano Domenicali. “Dobbiamo riprendere le fila della situazione e stare lì fino in fondo. E’ quello che sappiamo fare. Non possiamo farci travolgere dall’emozione negativa che ci circonda in questo momento. Dobbiamo mantenere la concentrazione e tenere la testa alta”, conclude il Team Principal Ferrari.
Alonso, nel dopo gara, è finito anche sotto investigazione per aver utilizzato tre volte il DRS quando non avrebbe potuto farlo. L’episodio è stato riferito agli steward dal delegato tecnico FIA, Joe Bauer, ma l’episodio contestato alla fine non ha portato a nessuna penalità per lo spagnolo, ma solamente ad una multa di 15.000 euro per la Ferrari.