Hembery: “Il miglior test in 3 anni? Quello di Barcellona”
Il Direttore Motorsport di Pirelli ha ribadito l’importanza dei test in pista effettuati con vetture moderne e all’avanguardia, unico metodo funzionante per evitare problemi come quelli avuti nel corso di questa stagione.
In vista delle prove di Silverstone, Paul Hembery è tornato a parlare dell’importanza dei test per lo sviluppo di pneumatici più performanti e sicuri. Anche oggi Pirelli è in pista al Paul Ricard, dove Jaime Alguersuari sta portando avanti lo sviluppo dei nuovi pneumatici PZero. Come al solito, si utilizza la vecchia Renault R30, acquistata dalla società milanese proprio per portare avanti il progetto F1.
Hembery non ha perso occasione di ribadire che la R30, risalente al 2010, è ormai obsoleta per gli attuali livelli raggiunti dalle monoposto di F1. Le squadre però, per paura di lasciare un certo vantaggio agli avversari, preferiscono fare orecchie da mercante alle continue richieste da parte del costruttore italiano che vorrebbe coinvolgere direttamente le squadre e avere monoposto della stagione in corso per le prove.
“Questa situazione deve cambiare“, dice Hembery. “Dobbiamo cercare di affrontare certi aspetti in maniera diversa. Potremmo anche utilizzare i simulatori, ma anche in quel caso non sarebbe sufficiente utilizzarne solo uno, perché saremmo accusati di concentrarci su una squadra in particolare. I livelli di paranoia sono molto alti, così come lo è il livello di competitività. Ma, ad un certo punto, dovremmo essere lasciati liberi di fare il nostro lavoro”.
Il Direttore Motorsport della casa della Bicocca continua il suo sfogo dicendo: “Noi non siamo interessati ad aiutare una squadra piuttosto che un’altra, ma vogliamo solamente fare il nostro lavoro. Non importa se facciamo prove con cinque o sei team diversi, ma serve testare le gomme in pista”.
Non a caso, Hembery svela candidamente un particolare interessante: “Il test più produttivo dal punto di vista degli pneumatici, nel corso di questi tre anni, è stato senza dubbio quello con la Mercedes a Barcellona. Guardandola dal nostro punto di vista, è stato il migliore che abbiao disputato, perché avevamo a disposizione una monoposto competitiva e due piloti esperti che, lavorando con professionalità, ci hanno fornito esattamente tutti i dati che volevamo. Sembra terribile quando lo dico, ma è così”, conclude.