Webber annoiato dal “Nuovo modo di correre” della F1
Mark Webber comincia a dare segnali d’una mancanza di motivazione che inizia a farsi cronica. La Formula 1 è nettamente cambiata negli ultimi anni e l’australiano, dall’alto dei suoi 37 anni, ha vissuto in pieno questa trasformazione.
Un cambiamento che sembra aver affrontato finora senza grandi problemi: “Chi, come me, ha corso più di cento gare, sta assistendo ad un modo diverso di correre i Gran Premi. Nel corso degli anni abbiamo affrontato diverse sfide: il cambiamento dei motori V10 a V8, l’addio ai rifornimenti, il giro secco in qualifica prima di passare alle tre manche. Per un pilota è importante confrontarsi con le novità”.
Quando però si parla di pneumatici, Webber inizia a storcere il naso. Il pilota della Red Bull non perde l’occasione per ribadire un concetto ormai piuttosto noto a tutti e rimpiange quando gli pneumatici avevano un ruolo meno incisivo di adesso, seppur sempre importante. “A Monaco ho iniziato a gestire le gomme già dalle prime curve e anche Rosberg ha fatto lo stesso”, ha ammesso. “Abbiamo dovuto imparare un modo diverso di correre. A parte Monaco che è un caso estremo, c’è sempre un sacco di strategia durante la gara da parte del muretto. Sanno praticamente tutto: a che punto sono le gomme, cosa possiamo fare con quel set e fino a che punto posso spingere”.
L’unico modo per poter andare a tavoletta, è quello di aspettare le fasi finali della corsa, come spesso ha fatto il borioso Vettel: “Si può dare tutto se mancano 3 o 4 giri, come abbiamo fatto io e Lewis in Bahrain. Ma non avremmo potuto farlo se fossimo stati al settimo giro della gara, perché avremmo rovinato gomme e stint. Ci sono ancora momenti piacevoli in macchina, ma è dura riuscire a essere davvero soddisfatti della propria corsa. C’è una bella differenza”.