“Patente a punti”: l’opinione di Vettel e Grosjean
A qualche giorno dall’approvazione dei punti penalità per i piloti di Formula 1, arrivano i primi commenti dei diretti interessati.
Come già spiegato la scorsa settimana, il nuovo sistema di penalità che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2014 prevede l’assegnazione al pilota di un certo numero di punti per determinate infrazioni e la squalifica da un Gran Premio qualora dovessero essere raggiunti 12 punti nel corso di una stagione.
Romain Grosjean, che com’è ben noto l’anno scorso fece molto discutere per i suoi numerosi incidenti nelle prime fasi di gara, soprattutto per il famigerato episodio di Spa che gli valse proprio la squalifica dal successivo GP di Monza, si dice favorevole all’introduzione della “patente a punti”: “Se si trova buon metodo, perchè non introdurlo? Al momento sono i commissari a decidere, come nella boxe o nel judo dove decidono i giudici: è arbitrario”. C’è da dire che questo nuovo sistema in realtà non introduce nuovi parametri di giudizio per i commissari ma solamente nuove tipologie di penalità. Gli stewards giudicheranno gli episodi di gara con gli stessi criteri visti fino ad ora, con l’unica differenza che, in aggiunta alle eventuali penalità imposte ad un pilota, questo riceverà anche i punti di penalità corrispondenti. Resterebbe quindi sempre l’arbitrarietà dei commissari nel decidere se una manovra debba essere punita o meno e, inoltre, se è da considerare più o meno pericolosa.
Forse è inutile allarmarsi troppo per lo spauracchio squalifica: per meritarsene una, un pilota dovrebbe eseguire ben sei manovre potenzialmente pericolose nel corso di una sola stagione. Il Campione del Mondo in carica Sebastian Vettel teme però che un sistema di questo tipo contribuisca ad inasprire il giudizio dei commissari, che potrebbero imporre penalità più facilmente di quanto visto in passato. “Forse sono troppo “vecchio stile”, ma credo che rischieremo di perdere punti per semplici incidenti di gara”. Seb, insomma, come la maggior parte degli appassionati, sembra perplesso: “Noi siamo piloti, non autisti“.