McLaren, Whitmarsh: “Nessun ordine di scuderia a Perez”
Il Team Principal della McLaren ribadisce che la raccomandazione di preservare le gomme, inviata al messicano via radio a fine Gp di Spagna, non era un invito sottile a non ingaggiare battaglia con il compagno di squadra Jenson Button.
Galeotte son state le sportellate di Sakhir. In Bahrain Sergio Perez ha dimostrato in pista di avere una gran grinta e di poter dare filo da torcere a chiunque, compagno di squadra compreso. E Jenson Button non aveva gradito per nulla la lotta fratricida, tanto da abbandonare il consueto aplomb britannico e lasciarsi andare a un team radio di viva protesta verso il muretto: “ditegli qualcosa!”.
Tre settimane dopo, il copione rischia di essere simile. Sul Circuito di Catalogna, Sergio Perez, a pochi giri dalla fine, arriva di gran carriera dietro il compagno di squadra, risalito fino all’ottava posizione e reduce da una gara basata sulle tre soste, fatta tutta di tenuta e ritmo costante. Al messicano, che nell’ultimo stint è su gomme dure, arriva un team radio in cui lo si invita a preservare gli pneumatici. Una comunicazione che lui segue alla lettera, chiudendo la gara senza exploit al nono posto, a due secondi di distacco da Jenson Button.
Non del tutto spentesi le polemiche sollevate in Malesia sui giochi di squadra, il team radio ha fatto sorgere qualche sospetto: alcuni hanno interpretato l’intervento del muretto McLaren come un messaggio in codice per evitare la battaglia in casa. Ma il Team Principal, Martin Whitmarsh, sgombra il campo da ogni illazione: le preoccupazioni per le gomme di Perez erano fondate. E le immagini degli pneumatici montati sulla vettura del pilota messicano, scattate a fine gara, sono sufficientemente eloquenti.
“Checo ha detto lui stesso che le gomme erano ormai usurate”, ha affermato Whitmarsh. “Quello che non volevamo era che ingaggiasse una battaglia con gli pneumatici al limite. Non c’è stato nessun tatticismo, ma un problema concreto”.
Ed è lo stesso Sergio Perez, su Twitter, attraverso due messaggi in inglese e spagnolo, a fare chiarezza sul fatto che dalla scuderia non gli è arrivata alcuna comunicazione cifrata: “Volevo solo dire che non ho mai ricevuto un ordine di scuderia per non attaccare Jenson! [La comunicazione mi] è stata data per salvare gli pneumatici ed arrivare fino in fondo”, scrive il messicano. Che adesso attende trepidante l’avventura monegasca.