Bahrain, è calvario Ferrari: Alonso 8°, Massa 15°
Gara nera per le Rosse. Problemi al DRS e una mossa poco oculata condannano Alonso all’ottavo posto. Massa rompe l’alettone anteriore e fora la posteriore destra due volte, chiudendo quindicesimo.
Seconda domenica di grande delusione in casa Ferrari in questo inizio di Mondiale 2013. Danni e sfortuna si sono abbattuti sulla Scuderia di Maranello che, da favorita per la vittoria, si ritrova a lasciare il Bahrain con i soldi quattro punti dell’ottavo posto di Fernando Alonso, mentre Felipe Massa si è dovuto accontentare della quindicesima posizione dopo aver subito due forature in venti giri.
Alla partenza Fernando Alonso ha un buono scatto con cui riesce a superare Vettel alla prima curva, ma il Campione del Mondo si riprende la seconda piazza durante il primo giro. Il ferrarista assiste al duello tra la Red Bull e Rosberg, per poi tentare lui stesso l’attacco alla Mercedes: il sorpasso mancato all’inizio del quarto giro viene completato una tornata dopo. Il ritardo da Vettel, ora in testa, è però già oltre i 2.5 secondi, e il ritmo di Alonso è lontano dalle aspettative pre-gara. Il motivo è presto svelato: il suo DRS è bloccato in posizione aperta. Lo spagnolo è costretto ad un pit stop all’ottavo giro per chiudere l’ala posteriore: approfittandone per montare gomme Hard, scivola in sedicesima posizione.
Ecco però la mossa che si rivelerà definitivamente fatale per la gara del Vicecampione: appena tornato in pista, attiva nuovamente il DRS, che resta ancora una volta aperto, condannandolo al secondo pit stop in due giri e a una durissima rimonta. Il ferrarista risale lentamente la china, scivolando ovviamente indietro in classifica in occasione delle soste successive, al 25esimo ed al 40esimo giro. Montando sempre le Pirelli Orange, Alonso spinge per quello che sarà un ottimo ultimo stint: nonostante l’assenza del DRS, riesce ad avvicinarsi alle McLaren e a superarle, non senza qualche difficoltà, risalendo in settima piazza. Il Vicecampione non riuscirà però a mantenere lo stesso ritmo fino alla fine. Al 57esimo giro Perez lo raggiunge e i due ingaggiano un duello serrato, in cui Alonso tenta il tutto e per tutto per non perdere la posizione, finendo anche con le ruote nella sabbia (e lamentandosi del messicano con il proprio muretto). Il messicano, però, completa il sorpasso. All’ultima tornata, Alonso è ormai molto vicino all’affaticata Red Bull di Mark Webber, ma la bandiera a scacchi pone fine ad ogni tentativo di rimonta: lo spagnolo chiude ottavo, dimostrando ancora una volta una grande grinta, che però non porta certo punti a casa.
“Sicuramente non è una buona gara per noi” afferma uno sconsolato Alonso, che tira in ballo ancora una volta la mala suerte. “Nel gruppo è molto difficile fare sorpassi senza il DRS. In Malesia ci si chiedeva quanto l’accaduto fosse per sfortuna e quanto per un nostro errore, ma credo che qui non ci saranno discussioni del genere: per la prima volta in tre anni abbiamo avuto un problema con il DRS, ed è successo in una domenica, in gara”.
Eppure, a un problema di affidabilità, che può essere considerato un colpo di sfortuna per il pilota, si è indubbiamente aggiunto un errore di valutazione che non è stato di certo ininfluente: non bloccare il DRS dopo il primo pit stop ha fatto inutilmente perdere allo spagnolo i 21.436 secondi della seconda sosta. Facendo una banale sottrazione, senza un ritardo del genere il podio sarebbe stato tutt’altro che irraggiungibile.
Il ritmo delle Red Bull, e soprattutto di Sebastian Vettel, in quella che doveva essere la domenica di Ferrari e Lotus, ha stupito molti. Alonso risponde così a chi chiede un commento al riguardo: “Non ho visto la loro gara, mi sono solo ritrovato Webber davanti all’ultimo giro. Di certo posso dire che quando hai la pista libera, senza avere qualcuno che ti metta pressione, senza dover mai attaccare, è molto facile gestire le gomme, come è successo a noi in Cina”.
Sebastian Vettel, intanto, ha già 30 lunghezze di vantaggio su Fernando Alonso. Un niente, considerando le 15 gare rimanenti. Ma due gare nere nei primi quattro GP rischiano di essere un colpo duro da digerire.
Davvero sfortunato Felipe Massa. Come previsto ieri, la partenza sul lato sporco della pista non lo aiuta, e il brasiliano viene subito superato da Paul Di Resta. Un contatto con Adrian Sutil nel corso del primo giro gli rompe l’alettone anteriore, ma Massa riesce comunque a proseguire senza troppi problemi, anche se dell’impressionante passo gara su gomme Hard mostrato dalla F138 nel venerdì non si vedono i frutti. Dopo la sua prima sosta all’11esimo giro, Massa rientra in decima posizione, e nel corso del suo secondo stint si avvicina ad un trenino di duelli tra Button, Grosjean e Perez. Al 18esimo giro però il ferrarista è costretto ad una sosta anticipata per la foratura della posteriore destra. E il copione si ripeterà identico alla tornata 40.
“Non so ancora cosa sia successo. Per due volte ho visto la posteriore destra distruggersi. Non ho mai sentito niente, non credo che si sia trattato di un contatto”. Per quanto possa sembrare incredibile forare per due volte in una sola gara lo stesso pneumatico, quella di Massa potrebbe davvero essere pura e semplice sfortuna? “Non è mai successo niente del genere, quindi non credo sia un problema delle Pirelli. Ma prima di parlare dobbiamo capire bene cos’è successo” spiega.
Con il contatto con Adrian Sutil, la domenica di Massa non era iniziata nel migliore dei modi, ma per il brasiliano sono state le forature a vanificare definitivamente la sua gara: “Mi sono toccato con Sutil e la macchina era strana nel primo stint, avevo molto sottosterzo. Comunque sicuramente non è stato quello il problema principale di oggi”.
Rammarico nelle parole di Stefano Domenicali: “Il problema di affidabilità è stato un vero peccato, perché la gara straordinaria di Fernando dimostra in maniera chiara e definita che in altre condizioni sarebbe stato del tutto possibile stare lì davanti. Dispiace anche per Felipe, è stata una domenica sfortunata. Dobbiamo girare pagina e recuperare i punti che abbiamo lasciato per strada in queste gare”.
Dice bene Domenicali: punti lasciati per strada. Nonostante la F138 sia una macchina evidentemente migliore della F2012, Alonso, rispetto alle prime quattro gare della passata stagione, ha solo quattro punti in più. A lui e alla Ferrari sta mancando quella capacità di massimizzare ogni volta il risultato che era stata tanto fondamentale per la lotta al Mondiale 2012. Malesia e Bahrain per Alonso sono due possibili vittorie e probabili podi che si sono trasformati in un ritiro ed un ottavo posto. Testa bassa e rimontare, sarà questo il motto ora a Maranello. Ma i punti sprecati, di fatto, non possono mai tornare indietro.