Pagelle GP Cina: una grande prova di forza della Ferrari
Diamo i voti ai protagonisti del Gran Premio della Cina, terza prova del Mondiale di F1 2013.
A Shanghai va in scena un Gran Premio emozionante, stravinto da Fernando Alonso dopo una bella battaglia con Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton. Soltanto quarto il campione in carica Sebastian Vettel.
Fernando Alonso 10 e lode. Quella bandiera strappata dalle mani dei meccanici e sventolata con orgoglio è l’incoronazione definitiva a condottiero del Cavallino rampante. Alonso “mas que un piloto”; Fernando è l’anima, il valore aggiunto, il fattore vincente di una Rossa più in forma che mai. Il campione spagnolo, che lascia qualcosa per strada in qualifica, si riprende tutto con gli intererssi in gara. Lo fa domando il gruppo a Shanghai come un torero di infinita bravura ed eleganza. Il toro è preso per le corna, e dista ora di sole nove lunghezze. Decima vittoria da ferrarista, prima stagionale e trentunesima in carriera. Nando raggiunge Mansell al quarto posto di sempre con una gara semplicemente impressionante. DIVINO
Kimi Raikkonen 9,5. Di ghiaccio in tutti i sensi, anche quando indossa i pattini con le lame e scivola in partenza, perdendo forse l’occasione più ghiotta di vincere il Gp. Perchè rincorrere è più difficile che scappare, e lui nell’inseguimento furioso ai primi ci rimette quasi mezzo alettone e il “setto nasale” della monoposto andando a impattare su un incontrollabile Perez. Doppio quindi il valore di un secondo posto che lo tiene in gioco e lo esalta, innalzandolo a sicuro protagonista del campioanto nonchè pericoloso sfidante di Red Bull e Ferrari. Perchè questa Lotus ha ritmo, affidabilità e soprattutto un pilota fenomenale. Che non sarà il re delle “public relations” ma il cui apporto nell’abitacolo è pari a quello dei vari Alonso e Hamilton. INDISTRUTTIBILE
Lewis Hamilton 9. La battuta cattiva che serpeggia nel paddock è che ha raccolto più podi lui con la Mercedes in un mese che un tale Michael Schumacher in tre anni. E’ sua la pole in Cina, frutto di un giro meraviglioso, e stavolta è tutto suo un podio agguantato stringendo forte il volante e spingendo come un ossesso. Per prendere Kimi e per difendersi da Sebastian, in una gara concitata e combattuta, che lo ha visto fuori dalla lotta per la vittoria soltanto a causa della persistente difficoltà della Mercedes nell’avere un comportamento omogeneo con le mescole. Lui fa il massimo, anzi di più. E se questa W04 sta lì con le altre prime della classe, è soprattutto merito di un pilota che ci mette tanto, ma tanto, di suo. LEADER
Sebastian Vettel 7. Dalla scelta bizzarra di non qualificarsi per correre dal primo stint con le medie, alla furiosa ma infruttuosa rincorsa degli ultimi giri. Strategia di gara “diversificata” per Vettel, che appare sin dal venerdì meno peformante e convincente rispetto al Gp della Malesia. A Shanghai il campioncino tedesco indossa i panni dell’avversario docile e domabile, oscar come miglior attore non protagonista per il giro veloce e il tentativo di rimonta finale, ma a conti fatti poco di più. Una Red Bull in tono minore, che per ora non sembra dettare l’andatura al gruppo come fatto fino all’altro ieri. DISORDINATO
Jenson Button 7,5. Autore di una piccola “impresa” con una monoposto in grande difficoltà, il quinto posto sotto la bandiera a scacchi gli vale dieci punti che valgono il doppio, per le gocce di sudore buttate nel gestire per venticinque giri un singolo set di questi pneumatici impossibili per tutti e riuscendo nel contempo a risalire la china. Dolcissimo con la mescola medium, sa soffrire quando traffico e avversari lo mettono a dura prova. La McLaren è lontana dai primi ma lui, con una delle sue gare tutta tattica e intelligenza, stavolta ci mette una digntosissima pezza. AFFIDABILE
Felipe Massa 6. Voto uguale alla posizione che il paulista agguanta al traguardo, dopo una gara che spazia tra il deludente e l’indecifrabile. Perchè Massa è un fuoco vivo che si spegne al primo soffio di vento. Nei primi giri di gara sembra poter completare la favolosa giornata della Ferrari, prima di sparire dai radar a causa di un graining che colpisce solo lui, mentre il compagno vola. Con onestà intellettuale ammette che il problema di degrado alle gomme, sofferto per tutta la gara, è ascrivibile al suo stile di guida, molto incisivo e cattivo sull’anteriore. Peccato perchè questa F138, e lo stesso pilota per quanto dimostrato in queste prime gare, meritavano di più. Otto punti comunque utili alla squadra, ma il divario di classe con Alonso si è manifestato in tutta la sua grandezza. BASTONATO
Daniel Ricciardo 8. Sorprendente settimo in qualifica, ancora più sorprendente settimo in gara, a Shanghai va in scena la miglior prestazione di Daniel da quando corre in Formula 1. Per la prima volta il pilota australiano ha fatto intravedere quei lampi di un talento del quale spesso si parla, ma per ora rimasto un po’ sopito. Strategia di tre soste, regola di Resta e Grosjean e per poco non soffia il sesto posto a Massa. E arrivano sei pesantissimi punti per una Toro Rosso che adesso occupa un insperato settimo posto in classifica.
Paul di Resta 7. Partito con le gomme medie dall’undicesima piazza, lo scozzese è autore di una prova più che positiva, che gli permette di chiudere il Gp di Cina in ottava posizione. Primo giro al cardiopalma, con un mezzo contatto con il compagno Sutil. Allunga i primi tre stint sulla falsariga di quanto fatto da Vettel, montando solo nel finale le gomme soft. Una tattica che premia il team anglo indiano, apparso ancora competitivo sebbene non brillante come forse ci si attendeva. INTELLIGENTE
Romain Grosjean 5,5. Due punticini per il francese della Lotus, lontano parente del pilota combattivo ammirato in Malesia. A Shanghai Romain torna nei ranghi, e il confronto con il “flying finn” con cui divide il box è al limite dell’imbarazzante. Sono sei i decimi beccati in qualifica dal compagno Raikkonen e ben quaranta secondi in gara. Eppure non fa errori, non fa guai e porta comunque dei punti a casa. La Lotus per ora ha un cavallo su cui puntare forte e un altro, che sia di razza oppure no, che non crea disguidi e che potrebbe tornare utile in futuro. COMPASSATO
Nico Hulkenberg 7. Parte decimo e arriva decimo ma il risultato finale non rende onore alla sua gara. Nico è un fiume in piena che esalta questa Sauber C32 riuscendo ad arrampicarsi, complice la strategia, fino alle primissime posizioni. Pilota in stato di grazia, frenato nella sua rincorsa ai punti dalle sviste dei suoi meccanici ai pit stop. Svariati secondi preziosi lasciati per strada che gli impediscono di finire quantomeno ottavo. E pensare che la Sauber è la squadra del video dell’Harlem Shake al pit stop… SFORTUNATO
Nico Rosberg 6. La sua gara dura solo 21 giri, dopodiché saluta la compagnia per un problema tecnico alle sospensioni. Sfortunato, certo, e anche un po’ accigliato nel vedere il compagno-amico che vola e porta punti pesanti a casa. Pesante lo smacco in qualifica, con Lewis in pole e lui “soltanto” quarto.
Sergio Perez 4,5. Manca il Q3 in qualifica, piazzandosi in dodicesima posizione. Non va molto oltre in gara, dove sulla stessa tattica di due soste di Jenson Button, chiude ai margini della zona punti. Si segnala anche per una condotta leggermente scorretta nei duelli ruota a ruota. Zigzaga palesemente con Alonso e amen, fa peggio con Raikkonen, accompagnandolo poco delicatamente sul cordolo per impedire di farsi passare. Un temperamento caldo, unito forse a un nervosismo di base che lentamente vediamo aumentare. Diverso correre in Sauber e McLaren, ancora più difficile quando la svizzerina di Hinwill era quella che ti permetteva di stupire il circus, mentre con la blasonata signora di Woking per ora sono solo mezze figure. IN DIFFICOLTA’
Mark Webber 5. E arriva anche il momento nel quale a perdere la trebisonda è proprio lui, dopo che gliene accadono di tutti i colori. “True Colors” cantava Cindy Lauper, e Mark nella terra del Dragone vede davvero l’arcobaleno. In qualifica il caso gli si mette di traverso, allontanandolo quanto più possibile dal nemico Vettel. Senza benzina in Q2 questo novello Forrest Gump, sempre più incompreso, viene retrocesso in ultima posizione. In gara è ancora la dea bendata a lasciarlo solo, nel suo mare di dubbi, ed ecco che inspiegabilmente Webber sperona l’incolpevole Vergne. Ah certo vedeva Vettel negli specchietti e forse voleva fargli mangiare un po’ di polvere. Dovrà riprovarci in Bahrein dato che, dulcis in fundo, la sua RB9 rimane su tre ruote visto che i meccanici sbagliano a montargli la gomma posteriore destra. Per Mark l’avventura in Red Bull sembra diventata un incubo senza via d’uscita e pensare che a Sepang quello che aveva ragione era lui. SITUAZIONE KAFKIANA
Jean Eric Vergne 6. Lotta per i punti, scambiandosi più volte la posizione con il team mate Ricciardo. Buona prova anche se il francese paga non poco la modesta quindicesima posizione in griglia. A compromettere la sua rincorsi alla zona punti è il contatto con Webber, nel quale si gira in testacoda perdendo tempo prezioso.
Valtteri Bottas 5,5. Il finlandese, eliminato in Q1, si piazza tredicesimo nel suo primo Gp di Cina, riuscendo ad avere la meglio sul collega di box Pastor Maldonado (5). Quest’ultimo sempre più irriconoscibile, con una Williams che non aiuta certamente i piloti.
Esteban Gutierrez 4. Tempi durissimi per il ventiduenne messicano della Sauber, il cui apprendistato procede in modo claudicante. Non certo una gran Cina per Guti, che si qualifica diciottesimo e al quarto giro non considera la presenza di Sutil, tamponandolo in malo modo al tornantino e eliminandolo praticamente dal Gp. Cosa facevi Esteban, giocavi a Ruzzle? DISTRATTO
Adrian Sutil 5. La gara nel complesso è ingiudicabile ma la scorribanda nelle prime curve con di Resta non è piaciuta al team. I due si sono toccati e per poco non si buttavano fuori. E quello più aggressivo e duro è stato proprio Adrian.
Jules Bianchi 6,5. Ancora otto decimi rifilati in qualifica a Max Chilton (5,5) e ancora “primo” nel Gp degli altri. Anche se stavolta il vantaggio sulla Caterham è più esiguo.
Charles Pic 6. Stavolta il francese della scuderia anglo-malese è più in palla rispetto alle prime due uscite. Lentino in qualifica, dove le becca da entrambi i Marussia, pimpante in gara dove lotta metro dopo metro con il connazionale Bianchi. Le prende ancora, ma stavolta gli arriva negli scarichi.
Giedo Van der Garde 4,5. Come la nota particella di sodio della pubblicità dell’acqua minerale. Solissimo, gara a parte. Di “buono” c’è che vede la agognata bandiera e non commette particolari errori. TROPPO POCO
Format delle qualifiche 4. Si sta facendo vecchio, o comunque non rende più con queste gomme. I tempi morti all’inizio delle sessioni sono il peggior schiaffo morale a una Formula 1 che si sta auto-privando della propria essenza.
Pirelli 6. Ben venga lo spettacolo e la diversificazione delle tattiche. Ma il gommista italiano deve porre rimedio a una situazione che rischia di peggiorare. Troppo spesso vediamo piloti più intenti a gestire le gomme che a spingere. Quello che era una qualità, un di più, che apparteneva a un pilota o che serviva in alcuni momenti della gara è ormai diventata l’abitudine, la norma. Gare di regolarità a 300 all’ora? No grazie, we love Formula ONE!
Gp di Cina 7,5. Il podio, formato da tre amati campioni, è il biglietto da visita di una corsa emozionante e viva, nella quale la Ferrari, e in parte Mercedes e Lotus, la fanno da padrone ma i comprimari si esaltano. Dalla Sauber alla STR, ce n’è per tutti. Strategie diverse, sorpassi, emozioni. Un solo appunto: talvolta i troppi pit stop rendono indecifrabili alcune fasi di gara, problema piccolo per gli aficionados ma che potrebbe mandare in crisi il pubblico “generalista”.
MVD Fernando Alonso Il “most valuable driver”, l’uomo partita dei nostri lettori è l’asturiano della Ferrari. Il dominio a Shanghai ha suggestionato e convinto gli appassionati, con Nando che si è beccato ben 276 voti, corrispondenti al 72% delle preferenze. Soltanto le briciole agli altri, con Kimi Raikkonen che si ferma al 12% delle preferenze (47 voti), Jenson Button al 7% e Lewis Hamilton al 6%.