Da Lewis a Briatore, tutti parlano degli ordini di scuderia RB
Hamilton, Whitmarsh e Boullier parlano di quanto successo in Malesia tra Webber e Vettel. Durissimo Briatore: “In Red Bull comanda solo Sebastian”.
Ancora una volta nel mondo della F1 la Red Bull è sulla bocca di tutti. Questa volta però non per l’essere in testa sia al Campionato Piloti che a quello Costruttori: in pochi infatti hanno potuto evitare di parlare della situazione creatasi in casa dei Campioni del Mondo dopo la prima posizione strappata da Vettel a Webber nel corso del GP della Malesia. Dopo le dichiarazioni di Fernando Alonso, che nell’immediato post-gara ha definito la Red Bull una squadra “unita solo a parole”, commenti su quanto accaduto a Sepang sono piovuti veramente da tutte le parti.
Secondo Lewis Hamilton la tensione esplosa in Malesia tra Webber e Vettel è dovuta alla preferenza accordata al tedesco dalla squadra: “In Red Bull c’è chiaramente un pilota numero uno e un pilota numero due, è sempre stato così. È per questo che hanno tutti questi problemi” afferma il Campione 2008, riferendosi agli altri mal di pancia manifestati da Webber nel corso della sua convivenza con Seb. Nonostante Hamilton sia stato uno dei protagonisti dell’altro discusso ordine di scuderia della gara, l’anglocaraibico ha voluto sottolineare la differenza tra la situazione Red Bull e quella in Mercedes: “Noi non abbiamo gerarchie. Ho sempre detto, fin dai miei primi contatti con la Mercedes, che volevo un trattamento identico a quello di Nico. Loro non mi hanno offerto lo status di primo pilota, ma io volevo comunque mettere in chiaro le cose. Devi poter guardarti allo specchio e dire che hai vinto perché lo meritavi. In Malesia non mi sono sentito di meritare del tutto il podio”.
Il suo ex Team Principal Martin Whitmarsh afferma che la Red Bull deve ora chiarire l’accaduto con Sebastian Vettel: “Disobbedendo a un ordine di scuderia, il pilota sta presumibilmente violando il contratto. E la squadra è la cosa più importante, questo è valido per ogni team. Ma i piloti sono creature molto competitive. E con una squadra di 600-700 persone alle tue spalle, a volte devi davvero ricordare loro che ciò che conta non è il singolo”. Per quanto gli ordini di scuderia vadano rispettati, però, Whitmarsh ritiene che affibbiare ad un pilota il ruolo di seconda guida non sia mai la cosa giusta da fare, per quanto ogni team sia libero di effettuare le proprie scelte: “Sarebbe facile per me mettermi a dire che noi non facciamo cose del genere, e criticare gli altri, ma non ho intenzione di farlo“. E il boss McLaren torna a parlare di uno degli anni più controversi vissuto a Woking: “Chiunque potrebbe dire ad esempio che nel 2007 perdemmo il Titolo per non aver favorito Alonso o Lewis. È vero, ma non ci sembrava giusto sederci e dire a tavolino chi tra loro due doveva essere Campione. C’è una parte di me che dice “Diamine, quell’anno avremmo dovuto davvero vincere!”. Ma nel complesso, sono contento di non aver fatto favoritismi”.
Per Eric Boullier, per quanto la fame di vittorie di Sebastian Vettel sia comprensibile, il dovere di un pilota è quello di badare all’interesse della squadra, e non solo al proprio: “Non conosco l’intera storia, ma sembra che in Red Bull in passato abbiano già favorito Vettel rispetto a Mark. Non è una situazione facile da gestire, ma bisogna parlarne. La squadra stava pensando al Mondiale Costruttori e ha chiesto di congelare le posizioni. Ovviamente capisco che Seb voglia vincere e che stia già pensando al Titolo Piloti, perché sa che sarà dura. Ma come Team Pirncipal bisogna fare sempre il meglio per l’intera squadra, a meno che non si favorisca chiaramente un pilota rispetto all’altro”.
Le critiche più aspre arrivano da fuori del paddock, dall’ex manager di Mark Webber Flavio Briatore. L’ex Team Principal Renault ritiene che l’episodio malese abbia distrutto irrimediabilmente i rapporti tra Webber e Vettel, e che l’australiano non sarà più disposto a dare una mano al tedesco nel corso del Campionato. Secondo Briatore, inoltre, è impossibile che la coppia Red Bull resti invariata nel 2014: “Di sicuro uno dei due piloti andrà via” dichiara a Radio RAI. “Hanno una vettura molto competitiva che fa gola a chiunque, ma Sepang è stata la prova che la Red Bull non ha nessuno seriamente al comando. L’unico capo lì è Vettel. E non puoi avere un pilota come Team Principal“.
Briatore si scaglia duramente contro l’intero muretto Red Bull: “Se ci fosse un manager con le palle, avrebbe chiesto a Vettel di ridare la posizione. Il problema è che al muretto ci sono due persone con opinioni differenti, con Helmut dietro di loro che intanto discute con Mateschitz. Quindi è chiaro che siano tutti spaventati”. Un altro segno di debolezza da parte di Horner, secondo Briatore, è stato quello di non presentarsi sul podio e di mandare Newey al suo posto: “Normalmente il Team Principal sale sempre sul podio per la prima vittoria dell’anno. Christian non ha neanche avuto la forza di farlo, perché è terrorizzato dal fatto che Vettel stia comandando l’intera squadra. Il fatto che Horner non sia salito sul podio dopo una doppietta la dice lunga su quanto sia poco potente là dentro rispetto ad altri”. Se Horner fosse davvero “spaventato” non ci è dato sapere. Quello che possiamo dire è che, dal 2009 ad oggi, solo due volte il Team Principal Red Bull è salito sul podio alla prima vittoria. Un po’ poco per dire che in Malesia domenica scorsa si sia rotta una tradizione.
L’impressione è che gli uomini di Milton Keynes non godano di molta simpatia nel paddock e fuori, e magari vari addetti ai lavori hanno colto l’occasione per ricambiare la “loquacità” dimostrata più di una volta da Marko&co. Ma quando la pista avrà eletto il suo Campione, tutte queste polemiche avranno davvero senso?