GP Malesia, Mercedes forte e matura. Hamilton terzo

Dopo un duello corretto fra Lewis e Nico, l’inglese sale sull’ultimo gradino del podio. Rosberg quarto obbedisce a Ross Brawn e non passa Hamilton. W04 in grande spolvero

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È stato il giorno delle lotte intestine. Più dura e polemica quella in casa Red Bull, più pacata e controllata quella in Mercedes. Mentre infatti Vettel e Webber si giocavano la vittoria, Hamilton e Rosberg si stavano sfidando per il terzo posto. C’è stata battaglia vera tra i tori volanti, quella battaglia che tra Lewis e Nico è stata subito congelata e stoppata dal saggio Ross Brawn che teneva troppo, giustamente, al risultato complessivo delle due W04. Così, dietro a Seb e Mark, troviamo Hamilton e Rosberg, che portano a casa un risultato forse insperato alla vigilia. Ora Lewis e Nico sono 4° e 7° fra i Piloti; la Mercedes è 4a nel Costruttori.

Al di là del distacco da Vettel al traguardo, dovuto a una generale strategia conservativa sul finale (entrambi i piloti Mercedes a oltre 12 secondi), il dato positivo che gli uomini di Stoccarda portano a  casa è la prestazione generale delle loro monoposto, oggi prime delle non-Red Bull. Certo, se Alonso non avesse tamponato Vettel al primo giro mettendosi fuori gioco, la storia sarebbe probabilmente cambiata. Detto questo però i due piloti della Stella a tre punte sono sempre sembrati in palla, a tratti anche più veloci delle Red Bull e in grado di impensierirli. Ha pagato, a quanto pare, il lavoro effettuato dalla scuderia anglo-tedesca sui long run, durante le Libere qui in Malesia, visto il passo e la consistenza dimostrata dai due piloti.

Quando però le monoposto vanno così bene e le prestazioni dei due driver di casa sono così vicine, ecco che si creano i presupposti per un testa a testa interno. Così è stato per la Red Bull, con un Vettel che passa Webber rischiando tantissimo e ignorando le indicazioni del muretto; così è stato anche per Rosberg, che soffriva dietro un Hamilton più lento. I due hanno dato vita a una bella lotta durante la gara, ma nella parte finale Ross Brawn ha deciso di congelare le posizioni e di imporre una strategia conservativa, per gomme e benzina, a Lewis Hamilton. Il britannico ha quindi smesso di spingere, così che il tedesco gli si è dovuto attaccare agli scarichi, senza poterne però approfittare.

Questa volta ha quindi vinto il buon senso, con un Hamilton felice per il terzo posto ma che ha dichiarato, cavallerescamente, che Rosberg avrebbe meritato il suo podio, il primo della sua esperienza in Mercedes. L’anglo-caraibico si è anche scusato col team per la “figuraccia” in corsia box, quando anzichè fermarsi sulla piazzola AMG Mercedes, si era portato su quella della McLaren: cosa non fa fare la forza dell’abitudine! Detto questo l’ex pilota di Woking ha ammesso che il suo compagno di squadra aveva un passo migliore e meritava di stare al suo posto. “Abbiamo corso duramente -ha sottolineato Lewis-, per tenere il passo delle Red Bull. Eravamo vicini, ma quando eravamo sul filo del rasoio, ho utilizzato troppo carburante. Molto difficile anche far durare le gomme, soprattutto per me oggi. Non sono stato capace di farle durare quanto volevo. Non so com’era la situazione per Nico, ma sono certo che posso fare molto meglio, gestendo meglio gli pneumatici. Comunque devo dire che Nico è un gran compagno di squadra, ha fatto un lavoro fantastico“.

Tutto fa insomma presagire che Lewis restituirà il favore in futuro, ma anche che non appena il team capirà come meglio gestire le Pirelli 2013, le due W04 potranno seriamente inserirsi nella lotta al vertice delle classifiche. Rosberg incassa e ringrazia, sapendo di aver maturato un credito nei confronti di Hamilton e della squadra. Anche lui però, salomonicamente e con lungimiranza, si è detto contento per la prestazione generale e per le prospettiva che questa apre. Infine una riflessione a motori spenti: una gestione del team con polso fermo, come quella di Brawn, alla fine riesce a tenere a bada gli animi, rinsaldare i rapporti all’interno della scuderia e portare comunque a casa punti pesantissimi. Ciò che invece non è riuscito in casa Red Bull, dove nonostante le indicazioni del muretto, la generale impostazione del “laissez faire laissez passer” porta agli “incidenti” interni come quello di oggi.

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