Alonso festeggia 200 GP: le parole di chi lo ha lanciato
Inizierà dalla seconda fila il Gran Premio della Malesia di Fernando Alonso. Una gara particolare per l’asturiano che raggiunge le 200 gare in Formula 1.
Aveva appena 19 anni quando Adrian Campos presentò Fernando a Giancarlo Minardi. “Iniziai a seguirlo e rimasi subito folgorato” racconta il manager italiano, proprietario dell’omonima Scuderia faentina che diede la possibilità allo spagnolo di entrare in F1. Nel ’99, Alonso si impose nella World Series by Nissan e il titolo gli valse un test al volante della Minardi a Jerez.
Di quel giorno, Minardi stesso racconta così: “Nonostante la pioggia, Fernando fece vedere cose che non avevo mai visto in un debuttante. Giocava con la macchina, tant’é che al terzo giro aveva già segnato il miglior tempo, dimostrandosi di un secondo e mezzo più veloce degli altri tester. A quel punto capii che avevo a che fare con qualcuno che era diverso da tutti gli altri piloti. Iniziò una lunga ed estenuante trattativa che si concluse con la stesura di un contratto pluriennale”.
Mentre nel 2000 Fernando continuava il suo impegno in F3000 con l’Astromega, iniziò a fare il collaudatore del team di Faenza. Fu in un test a Fiorano che la Ferrari mise gli occhi su Fernando la prima volta. “In quel momento, le sue quotazioni iniziarano a crescere. Noi eravamo in difficoltà e pensavamo già di cedere il team, e il suo cartellino a Briatore, come era già successo con Fisichella. Nel 2001 prese parte con noi a 17 GP, firmando una bellissima stagione. E l’anno successivo approdò alla corte di Briatore in qualità di tester. Si è visto immediatamente che sarebbe stato un pilota vincente e durante la prima stagione, avevo detto che sarebbe diventato Campione del Mondo. Ora raggiunge la soglia dei 200 GP, dopo due titoli. Speso possa arrivare anche il terzo”, aggiunge Minardi.
Giancarlo non ha dubbi: la qualità più importante di Fernando è la capacità di concentrazione e la prestazione. “La sua forza è riuscire a fare l’intero GP a livello da qualifica. Questo lo contraddistingue dai vari Vettel, Raikkonen, Hamilton e Webber. Ha una grande visione della gara, anche senza l’ausilio di radio o pitboard”.