Gran Premio d’Australia 2013: Performance Report
Cari amici di BlogF1.it, finalmente la stagione 2013 è entrata nel vivo. Come vi anticipavo dopo i test di Barcellona, in questa rubrica cerchiamo di capire i valori delle vetture e il trend di sviluppo dei vari Team. Per poter svolgere questo esercizio, si guarda sempre alle sessioni con poca benzina per eliminare questa importante variabile della prestazione.
Abbiamo visto tutti quanto questo sia stato un weekend folle dal punto di vista meteo. Come succede raramente, le qualifiche sono state spostate nel giorno della gara per l’eccessiva e pericolosa quantità di acqua in pista. Questo scenario complica non di poco il mio compito, ma non mi sottraggo dal farlo limitando i miei commenti a quanto ingegneristicamente quantificabile o a quanto leggibile qualitativamente attraverso un po’ di esperienza.
I miei riferimenti sono FP2 e Q3 per il semplice motivo che il resto dei giri è stato in condizioni di bagnato. Tra l’altro le condizioni di Melbourne erano molto vicine ai test di Barcellona e gli pneumatici a mescola super soft hanno nuovamente avuto un comportamento caratterizzato da un alto degrado in gara.
Combinando i laptime a disposizione, il ranking dei gap dei Team sul giro secco è:
Il grafico ci fa individuare tre gruppi prestazionali che seguono la Redbull e che contrassegniamo con le tre ellissi colorate. In questo momento il numerino del gap conta poco. C’è da cogliere l’andamento generale.
Solo l’ultimo run di Q3 è stato su gomme da asciutto super soft. I risultati che ne sono derivati sono legati soprattutto alla capacità di warm-up da parte del binomio pilota/vettura. E’ interessante anche notare come sia Vettel che Webber abbiamo svolto il giro d’uscita molto lentamente, in modo da non abusare subito delle gomme, compromettendo in particolare l’ultimo settore.
Rispetto ai test invernali le sorprese maggiori sono legate alla Mclaren. A Jerez sono andati molto forti mentre a Barcellona non hanno brillato. Ritenevo che si stessero nascondendo, girando con una quantità di benzina più alta, ma così non è stato. Girano rumours che a Jerez avevano montato una sospensione non a disegno, ma che una volta che si sono accorti dell’errore hanno dovuto correggere per questioni di affidabilità. Rumours o scuse che siano, fatto sta che questo Team sono anni che investe in simulazioni numeriche e simulatori, ma non ritrova più il contatto con la realtà. La realtà della pista e dell’allenamento delle potenzialità del pacchetto pilota-vettura che porta al raggiungimento degli obiettivi.
Colgo l’occasione per sottolineare quanto credo sia impossibile concepire uno sport senza allenamento e, quindi, una Formula uno senza Test. Nel Coaching si apprende quanto l’allenamento sia un ingrediente fondamentale per elevarsi ed elevare la propria attività. Una Formula 1 senza Test è una formula che non guarda allo sviluppo interno, delle vetture da strada, dei piloti attuali e futuri. Questo, quanto prima, porta a perdere la bussola. Esattamente come sta succedendo per Mclaren. Proprio quando la capacità di gestire le gomme da parte di Button gli sarebbe tornata molto utile!
Interessanti spunti nascono anche dall’analisi delle velocità sulla finish line e sul traguardo della top speed. La velocità su S3 indica quanto velocemente una macchina esce dall’ultima curva. La prestazione dell’ultima curva di Melbourne è legata alla trazione. Mentre la top speed è soprattutto funzione della potenza motore, KERS, DRS ed efficienza aerodinamica (cause esterne: scia e vento).
Vediamo cosa ci dice questo grafico:
Quindi: Lotus esce molto forte dall’ultima curva e paga qualcosa in termini di top speed. Ferrari e Redbull sono state vicine dall’ultima curva alla finish line, ma Ferrari guadagna di più in termini di top speed (trend visto anche l’anno scorso). Trend simile per la AMG Mercedes.
Da Force India in poi si nota una top speed più bassa rispetto alla finish line. Da Force India in poi si nota una top speed più bassa rispetto alla finish line. In realtà la speed trap è a 123 m dalla prima curva e l’effetto che vediamo nel grafico è legato alla presenza in Q3.
Ultima breve parentesi sulla gara. Chapeau a Kimi che ha dato lezioni di feeling vettura pneumatico, oltre che di strategia. Nel grafico seguente che sovrappone l’ultimo stint di gara si vede come Alonso – e soprattutto Vettel – spingono molto sulle gomme ad inizio stint rispetto a Raikkonen che, tra l’altro, aveva lo stint più lungo. Questo gli ha consentito di gestire la gomma e tenerla più “fresca” fino alla fine della gara. Interessante anche il caso Sutil… da studiare in maniera approfondita.
E adesso, occhio alla Malesia: per quanto visto, vedo in qualifica ancora una Red Bull davanti a tutti, ma con la Mercedes molto aggressiva. A seguire Lotus, Ferrari ed un’outsider, forse… Force India.
Per quanto riguarda la gara, mi aspetto ancora una Lotus in forma, ma una Red Bull più vicina, soprattutto se la causa della minore prestazione durante lo stint è legata ad un parametro settabile (meno flap anteriore?) o uno stile di guida. A seguire una lotta tra Mercedes e Ferrari, entrambe a lottare con più sovrasterzo e conseguente degrado gomme già dopo pochi giri dei vari stint.
Sepang è una pista dove il posteriore vettura è messo a dura prova, il bilancio e la stabilità del carico nei cambiamenti di direzione in media-alta velocità conta tantissimo, così come la trazione fa la differenza. In genere, rispetto a Melbourne, si cerca di spostare il bilancio meccanico in avanti, ridurre l’aerobalance e… mi raccomando: il pedale sempre giù! 😉
Alla prossima!