La Lotus sogna: Raikkonen si prende Melbourne!
In Australia Kimi mette in scena la gara perfetta e, con una Lotus mai così competitiva, adesso pensa in grande.
E dire che l’aveva sussurrato anche durante i test collettivi, ma le poche parole spiccicate per l’indole magnificamente pigra che lo contraddistingue non avevano suscitato troppo clamore.
Eppure Kimi Raikkonen lo aveva ripetuto più volte nelle gelata Barcellona: “Se partiamo bene possiamo vincere anche il mondiale, perchè la macchina è buona…”.
E’ bastato metà Gran premio di Australia per capire che Raikkonen non scherzava affatto, è bastato guardarlo inanellare giro dopo giro una progressione disumana nel primo stint, mentre gli altri andavano in crisi di gomme. Non lui, che sulla precisione di guida e la sensibilità di piede ha costruito il suo piccolo regno, fatto di un titolo mondiale e di venti vittorie iridate.
Kimi – magistrale nella gestione delle Pirelli al punto che sembra averle capite più di tutti – ha optato per una strategia di due soste, una in meno degli altri big. Ritardare la seconda sosta per arrivare fino in fondo; quello che Felipe Massa ha definito “impossibile“, è stata la scelta più naturale per la Lotus. L’azzardo calcolato che fa salire le quotazioni del team di Enstone, che ora spaventa.
Raikkonen, non si scompone più di tanto, celando la felicità per un esordio vincente che mancava dal 2007, guarda un po’ proprio l’anno della corona iridata: “Sono felice certo, ma per parlare di titolo dobbiamo lavorare ancora tanto….”
Eppure il finlandese sembra quasi scherzare gli avversari quando, seraficamente, ammette: “Mi sento bene ma non direi che mi sono divertito negli ultimi giri a spingere e a fare il best lap, perchè Fernando mi stava prendendo, perciò ho forzato per mettermi al sicuro in caso di arrivo della pioggia. Sino ad allora avevo un po’ risparmiato le gomme”. Capito? Mentre in molti si aspettavano un repentino decadimento della mescola, Kimi gestiva le gomme lasciando ancora un margine prestazionale.
Con una macchina così veloce e al contempo dolce con le mescole tutto è possibile: “Fare due soste era la nostra strategia, sapevamo che la monoposto ce lo avrebbe concesso. A dire il vero, anche se partivo settimo, sapevo di avere una macchina veloce. Non volevo dirlo prima della gara ma avevo ottime sensazioni. Questa vettura è andata bene per tutto il fine settimana”.
Kimi è taciturno, singolare nel modo di esternare le emozioni. Ma non certo un egoista. Via radio i complimenti, sebbene pacati, sono per i ragazzi del team: “Mi avete dato una grande macchina”. Come se dovesse essere lui a ringraziare la Lotus. Facciamo fifty-fifty, ci permettiamo di aggiungere noi.
Perchè se è vero che la E21 c’è, va anche detto che il finlandese ha confezionato un piccolo capolavoro, fatto di tenacia, ritmo, concentrazione. Un tamburo battente che ha martellato per cinquantotto giri, dalla strepitosa partenza al passo gara monstre. Non a caso il collega di box Romain Grosjean ha racimolato appena un punticino in extremis e si è fermato tre volte ai box.
Questo trionfo porta la firma in calce di Raikkonen, senza farsi abbindolare da chi vorrà farla passare per una vittoria della macchina. Kimi che nella casella vittorie raggiunge Mika Hakkinen, quel connazionale che gli ha fatto un po’ da mentore, quando a inizio millennio Iceman era un ragazzino spaurito gettato nella mischia.
Una giornata perfetta per Iceman nell’emisfero australe, altri piloti avrebbero fatto capriole di gioia, lui ti guarda e dice: “Non è cambiato niente, è solo la prima…”