Sutil non gli parla, ma Lewis: “Ho pregato per lui”
Adrian non ha mai perdonato ad Hamilton la mancata testimonianza a favore nel processo penale a suo carico. Ma il pilota della Mercedes ha continuato a cercare il collega: “Vorrei parlargli, e sono felicissimo che sia tornato”.
Erano amici, almeno fino a quella nebulosa serata in discoteca a Shanghai, quando Adrian Sutil litigò animosamente con Eric Lux della Lotus-Renault, colpendolo poi con una bottiglia.
Un errore madornale per un ragazzo di fama e successo, un errore che rientra nella più classica fattispecie di reato penale di lesioni e che è costato al pilota tedesco una pena di un anno e mezzo, sospesa poi con la condizionale.
Ma Adrian ha sempre sostenuto una propria versione dei fatti, asserendo come le cose fossero andate diversamente (parlando di un incidente in seguito a una aggressione ricevuta) e aspettandosi una testimonianza in giudizio da Lewis Hamilton, presente con lui quella sera nel night cinese. Ma Lewis, tra un impegno e l’altro, non si è mai presentato a deporre e Sutil se l’è legata al dito.
“Per me Hamilton non esiste, non gli parlerò mai più”. Queste le dure parole, rilasciate a inizio 2012, dal “pianista” tedesco. Hamilton dal canto suo non ha mai risposto pubblicamente al collega, o meglio fino ad oggi. Complice il rientro in pista di Sutil, Lewis ha approfittato per tendere la mano al rivale, dicendo di aver addirittura pregato per lui:
“Ad Adrian ho mandato tante mail ma non mi ha mai risposto. Quando ho appreso che c’era la possibilità di rivederlo in pista nel 2013 ho pregato per lui. Ho pregato che ottenesse il posto perchè se lo merita, è un pilota forte. Gli ho anche mandato un’altra mail dove mi congratulavo con lui. Sono davvero felice. Gli ho scritto che la Force India capirà presto di aver preso la decisione giusta nell’ingaggiarlo. Purtroppo io non lo vedo da un po’, ma sono sicuro che prima o poi parleremo di nuovo. Gli auguro i migliori successi nel 2013”.