Forghieri: “Le vetture di F1? Tutte uguali”
L’ex ingegnere della Ferrari ha presentato il proprio libro “La Ferrari secondo Forghieri dal 1947 ad oggi” alla “Milano Autoclassica”.
Il padiglione 14 della Fiera di Rho (Milano) ospita la “Milano Autoclassica”, fiera dell’auto d’epoca di ogni genere: sportive e stradali, italiane e straniere. I più celebri marchi italiani (in primis Ferrari, Alfa Romeo e Maserati) e stranieri (su tutte Porsche e Mercedes) sono presenti ed il valore delle vetture esposte è molto elevato, sia dal punto di vista economico che da quello storico. Tra le vetture di Formula 1, troviamo la Ferrari F150 Italia (con livrea 2013), la Ferrari 500F2 e l’Alfa Romeo 179 F.
E’ questa la cornice che ospita la presentazione dell’ultimo libro di Mauro Forghieri, ex ingegnere Ferrari, con l’ausilio di Daniele Buzzonetti: “La Ferrari secondo Forghieri dal 1947 ad oggi” (Giorgio Nada Editore). Un libro dove il celebre Direttore Tecnico racconta gran parte dei retroscena vissuti personalmente prima, durante e dopo la sua avventura in Ferrari. “Non ho potuto scrivere tutto” spiega Forghieri, “certe cose rimangono in famiglia ovviamente, ma posso assicurarvi che nel libro ci sono molti aneddoti interessanti“. Mauro ne svela solo alcuni durante la presentazione, facendo intuire che il libro, come lui stesso ha detto, è “una raccolta di episodi divertenti”. “Ricordo – esordisce Forghieri – che al Nurburgring, sotto la tribuna, si era creato una sorta di albergo dove si alloggiava. Una sera eravamo molto affamati, non avevamo avuto il tempo durante la giornata nemmeno di pranzare. Così mandai dei meccanici a prendere un grosso catino, lo riempimmo d’acqua e con la fiamma ossidrica cucinammo la pasta: ben presto anche i meccanici delle altre scuderie si unirono a noi. Altro che motorhome!”.
Forghieri ha poi sottolineato le differenze tra la vita nel paddock di allora con quella dei giorni nostri. “Se non avevamo degli attrezzi, potevamo andare a prenderli al box Lotus, nostri acerrimi rivali. Ora scene di questo genere non se ne vedono più. L’ultima volta che sono stato ad un GP ho dovuto esibire i pass ogni volta che volevo muovermi e non potevo nemmeno passare da un box all’altro. Enzo Ferrari ci noleggiò prima una roulotte per poter mangiare in circuito, ora ci sono immensi motorhome che danno da mangiare a 150 persone, un vero e proprio ristorante. Non so se era meglio prima o se lo è ora, ma noi eravamo abituati così e ci andava bene così”.
Sempre parlando dei giorni d’oggi, Forghieri ha detto la sua sui regolamenti tecnici attuali, rei, secondo lui, di privare gli ingegneri di libertà. “Le vetture di oggi in Formula 1 sembrano dei kart, sono tutte uguali: vi sfido a colorarle tutte di bianco e poi riconoscerle. Non c’è più libertà, troppe restrizioni regolamentari. Al vecchio Nurburgring ora le vetture non riuscirebbero a correre, sono troppo diverse ed è un vero peccato perché era una pista vera, forse solo Spa oggi ha un fascino che può competervi. Tecnici come Newey, per esempio, sono molto limitati da questo regolamento“. A Forghieri è stato anche chiesto di dare un parere sulla famosa Spy Story: “E’ una questione un po’ assurda se vogliamo. Tutti in Formula 1 si copiano, da me han copiato così come io per primo l’ho fatto. Quando esce una novità tecnica su una vettura, la settimana successiva la si trova già su molte altre vetture. E’ così”.
Forghieri ha raccontato anche alcuni episodi legati ad Enzo Ferrari. “A cacciare Surtess non fu Eugenio Dragoni, allora direttore della Gestione Sportiva. Enzo non vedeva di buon occhio quel ruolo, lui voleva tenere tutto per sè e controllare in prima persona la situazione. Toccò però a Dragoni far capire a Surtess che non c’era più spazio per lui. Dragoni e Ferrari non avevano un grande rapporto, ma Eugenio ha alzato, e di molto, il livello dei dirigenti in Ferrari“. Infine Mauro ha confidato il suo più grande difetto: “A me non importava niente di certe decisioni, le cose le facevo lo stesso: ho così commesso molti errori”.