Focus sulla Ferrari F138: un “Lato B” da urlo
Quest’anno la Ferrari ha prodotto un retrotreno davvero “estremo”, particolarmente rastremato e ricco di dettagli interessanti, con soluzioni diverse dalla concorrenza. Analizziamolo nello specifico.
Il retrotreno è una delle parti fondamentali di una monoposto da corsa. Con l’abolizione dell’effetto suolo e l’introduzione del fondo piatto (poi diventato scalinato), l’unica zona dove è possibile inventarsi qualcosa di aerodinamicamente rilevante è il diffusore, o estrattore che dir si voglia. Questo, raccogliendo tutta l’aria proveniente a bassa pressione dall’avantreno (sopra e sotto di esso), grazie all’effetto Venturi e quindi ad una differenza di pressioni, la espelle aumentandone la portata in uscita, generando, di conseguenza grip.
Quello della nuova Ferrari F138 è veramente interessante ed è stato oggetto di speciali attenzioni sin dalla presentazione. Come abbiamo visto nell’ultima analisi tecnica dei test, la Ferrari ne ha quest’anno di cose da far vedere (e da nascondere…), ma il retrotreno merita davvero un’analisi dedicata, alla scoperta di tutti i particolari che lo rendono così interessante, anche alla vista della più blasonata concorrenza (leggasi Adrian Newey…).
Partiamo dalla famosa zona “coca-cola”, ossia la zona tra pance e posteriore che, proseguendo verso il diffusore, si restringe proprio come la forma sinuosa della bottiglia che contraddistingue la famosa bibita. Il gran lavoro della Ferrari, infatti, comincia proprio in questa zona, con la diminuzione estrema degli ingombri delle pance sul fondo (FOTO). Lo spazio liberato è tantissimo (più di tutta la concorrenza) e ciò ha, ovviamente, lo scopo di far passare quanta più aria possibile nel diffusore. Aria che, grazie all’effetto Coanda, è anche riscaldata dai gas di scarico.
In quest’altra FOTO, oltre al suddetto spazio libero sul fondo, è possibile apprezzare tanti altri particolari interessanti, in primis la miniaturizzazione del gruppo cambio/differenziale e l’attacco del triangolo superiore della sospensione pull-rod, il quale, qualche centimetro dopo, funge anche da supporto dell’ala posteriore. In basso, poi, davanti alle gomme posteriori, sono visibili i tre slot ed una svergolatura, oltre che la deriva verticale, la quale contribuisce a raccogliere aria per alimentare l’estrattore. Interessanti anche i profili fissati al gruppo ruota, soprattutto quello superiore ad “L” rovesciata, che presenta tre slot.
E giungiamo finalmente al diffusore. Vi è innanzitutto da rilevare l’enorme spazio ricavato al di sotto del gruppo cambio/differenziale/struttura di impatto (FOTO). Spazio che si contraddistingue per la presenza di una “vasca” centrale di notevoli dimensioni. Tale zona, negli anni scorsi, pur essendo di grande importanza, non era sfruttata al massimo, in quanto l’ingombro degli organi di trasmissione non consentiva una miniaturizzazione come quella attuale. Oggi, invece, la Ferrari ha liberato questo spazio, destinandolo ad un’ovvia ed utilissima funzione aerodinamica.
La zona, come detto, non è dritta, ma presenta una sorta di “vasca” con diversi soffiaggi (ben 4 come si vede in foto, contraddistinti dalla lettera B) per garantire la massima resa aerodinamica. Inoltre, sono presenti due piccoli flap (lettera A e quello in metallo trasversale), i quali, oltre a tenere ben saldo il fondo al resto del telaio, fungono anche da utili deflettori per l’aria circolante, concentrandola nella parte centrale del diffusore. Nella foto, infine, è possibile vedere le tre pinne verticali, di chiara ispirazione Red Bull che, unitamente alla carenatura semiasse/braccetto, canalizzano ulteriormente i flussi aerodinamici, garantendo un’ottimale pressione di utilizzo.
Dalle immagini è palese che la Ferrari abbia concentrato tanti sforzi in questa zona, cercando di sfruttare al massimo anche il calore proveniente dal cofano. Infatti, tutti gli sfoghi di aria calda sono concentrati in questa zona, in modo da creare una sorta di “diffusore termico” (FOTO). E tale circostanza potrebbe essere direttamente legata ai problemi di surriscaldamento sofferti dalla Rossa in questi primi giorni di test.
Chiudiamo con il bordo del diffusore, che presenta ben due “Gurney flap” che lo percorrono lungo tutto il bordo superiore (FOTO). Nella parte centrale, invece, è possibile notare un “cucchiaio” che lavora quasi come un “double deck”, di ridottissime dimensioni ovviamente. Sono solo 4 i profili verticali al di sotto dell’estrattore, di cui due che presentano una piccola concavità a “V” in prossimità del fondo, utile a “pettinare” i flussi d’aria in uscita.