Le monoposto di oggi? Tutte uguali…
Meno aerodinamica e gomme più strette: questa l’idea di Pistunzen per una Formula 1 più utile al mondo dell’auto di serie.
Non so voi, ma io non provo più l’eccitazione di una volta alla presentazione delle nuove monoposto. Provate a pensarle tutte dipinte dello stesso colore e senza sponsor. Credete che sarebbero poi così diverse?
Se si fosse fatta la stessa prova trenta o quarant’anni fa, si sarebbero riconosciute una ad una, senza difficoltà. Cosa vuole dire Pistunzen? Non certo che non si eccita più perché è un vecchio stantuffo arrugginito. Guardatevene bene dal pensarlo. Ma che i sofisticati strumenti tecnologici di cui dispongono tutte le squadre interpretano il regolamento ed i risultati della Galleria del vento più o meno allo stesso modo. Morale: macchine sostanzialmente uguali.
E’ vero che il tocco del genio di turno fa la classifica, ma vi ricordate lo scorso anno con sette vincitori diversi nelle prime sette corse? Questo conferma la mia tesi…em, em, parlo forbito, avete visto!
Allora come fare per cambiare le cose in modo reale? Una cosa tanto seria che, purtroppo, nessuno potrebbe prendere in considerazione: se la Formula 1 deve servire al progresso delle auto di serie, tanto da richiedere a partire dal 2014 un motore V6 turbo di cilindrata da utilitaria, perché non pensare alle auto di serie anche per gli altri particolari della monoposto?
Sono stato a fare un giro al Museo Ferrari di Maranello – magico, da vedere – e mi sono goduto la monoposto con cui Gonzalez ha vinto a Silverstone e quella di Ascari dei due primi Campionati del Mondo Ferrari e mi sono venute due idee. La prima riguarda i consumi ed il rumore del così detto rotolamento, dovuti alla larghezza dei pneumatici. Se vi mettete di fianco all’autostrada vi accorgete di quale frastuono sia. Per non parlare dei residui lasciati sull’asfalto e trasformati in polveri inquinanti o dei pezzi di gomma che restano sulle piste come fossero pop corn sul pavimento del cinema alla fine della proiezione di Cars 2.
Allora, perché non dare una bella stretta, ma vera, alle gomme della Formula 1? Così te li vedresti i piloti, come ai tempi miei…beh, non esageriamo…come ai bei tempi. E non pensate che se le Formula 1 restringessero le gomme, anche le auto di serie farebbero a gara per farlo, visto che è la F1 a fare le mode?
E non basta: ho pensato a un’altra cosa, ancora più furba. Scusate, l’ego di Pistunzen a volte è un po’ esagerato…Mi spiego: ma se per le auto stradali esistono precise regole per le forme delle carrozzerie in modo da proteggere i pedoni in caso di investimento e per la sicurezza, per quale ragione la Formula 1 non dovrebbe fare altrettanto?
Non ditemi “cavolate, pedoni sulla pista non ce ne sono”. Già, ma se la Formula 1 deve servire allo sviluppo delle auto da strada, mi spiegate quando mai avete visto auto piene di pinne, pinnette, spoiler, deflettori ed estrattori che circolano per strada? L’aerodinamica della Formula 1, con effetti suolo che frenano quanto i carboceramici Brembo, per strada non serve e non servirà mai.
Allora, facciamo una Formula 1 così: gomme strette e aerodinamica da strada. Tutto il resto rimanga pure com’è. Voglio vedere se non ci accorgeremmo subito dello stile di questa o quella macchina e, soprattutto, di quelli che sono veri campioni e quali no. Mio padre mi parlava spesso di Nuvolari e Fangio – tanto per non far nomi – e le loro macchine, ai tempi, erano così.
PS: venite al Museo Ferrari a Maranello, magari ci incontriamo…