Marko non vuole smetterla: “Alonso è un politico”
Ancora un duro attacco alla Ferrari da parte del manager della Red Bull: “Enzo Ferrari avrebbe riconosciuto il nostro valore”.
La parola “basta” non esiste quando la provocazione non è un’eccezione ma la regola sfrenata di un manager con il dente avvelenato.
Helmut Marko, premier ombra nel governo Red Bull, non fa niente per risultare simpatico agli avversari, tutt’altro.
Schietto, certo, ma allo stesso tempo stucchevole, noioso, ripetitivo. Sempre con l’attenzione rivolta a sud, verso Maranello. Una marcatura ad uomo che di sportivo ha ben poco.
Come suol dirsi oltre a saper perdere bisogna saper vincere – questione di stile – e Marko sotto questo punto di vista ha ancora molto da imparare. Arrogante e gratuitamente velenoso, il mentore di Vettel francamente ha rotto un po’.
Perchè verso la Ferrari il signor Helmut sembra soffrire una specie di ossessione, più che un sano sentimento di rivalità. Dalle critiche al musetto scalinato della Rossa, quando asserì che quello della RB8 fosse più bello (!), ai reiterati attacchi nei confronti del team italiano e a Fernando Alonso.
Il “codice Marko” è un insieme di aforismi anti Cavallino che risulterebbe degno delle liste di proscrizione di Silla. Un libro nero dove tutto ciò che è Ferrari è sbagliato.
“Credo che Enzo Ferrari non avrebbe mai digerito una sconfitta così”. L’ultimo attacco parte da lontano, addirittura dal Drake: “Ma Ferrari avrebbe riconosciuto il valore degli avversari e bastonato i suoi in modo da spingerli a fare meglio e vincere. Però non con i sistemi che abbiamo visto di recente: ad esempio Alonso fa troppa politica”.
Fernando Alonso, a detta sel super manager austriaco, non è al livello di Vettel proprio perchè troppo impegnato a fare “public relations”:
“Sebastian è un fenomeno, ha una guida impeccabile. E nei finali di stagione il suo rendimento cresce sempre di più. E’ un dato di fatto, è stato sempre così. Credo sia merito del suo approccio alle gare, della capacità che ha di isolarsi dal mondo e trovare delle risorse interiori che altri piloti non hanno”.
E qui arriva la stilettata: “Prendete Alonso, lui è impegnato a fare politica e commenti bizzarri. Abbiamo visto come Fernando fosse sotto stress nelle ultime gare. Diceva cose come ‘il mio avversario per il mondiale è Hamilton’ oppure ‘noi corriamo contro Newey’. Una vera e propria guerra psicologica. Ma noi abbiamo detto a Seb di ignorarlo. Per questo Vettel ignora giornali, internet, il suo unico fine è quello di migliorare con la squadra. E a chi dice che vince solo perchè guida una monoposto di Newey e che non sa sorpassare voglio ricordare che, per quanto riguarda la monoposto, non mi sembra che abbiamo collezionato doppiette e, sulla cavolata dei sorpassi, di riguardarsi le rimonte di Abu Dhabi e Brasile”.
Ancora una volta, dunque, Marko ci è andato giù pesante, descrivendo il proprio pupillo come un pilota perfetto e Fernando Alonso come un Machiavelli de noantri. Sul giudizio avrà anche avuto il suo bel peso la vicenda del flag-gate post Brasile.
E a poco valgono i “numeri” collezionati da Nando con una monoposto inferiore. Ma Helmut d’altronde ne ha per tutti, la chiosa è per un campione amato da tutti quale Sir Jackie Stewart:
“Stewart ha detto che Vettel deve cambiare squadra per dimostrare il suo valore? Mi viene da ridere se penso che a dirlo è stato un pilota che deve tutti i suoi successi alla Tyrrell”. Aiuto, fermatelo.