Pastor Maldonado: “Per me si vince attaccando”
Per il pilota sudamericano “forzare” la mano è la normalità: “L’aggressività è il mio punto di forza”.
“Sono aggressivo in pista e non cambierò il mio approccio”. Buoni propositi per il nuovo anno firmati Pastor Maldonado.
Veloce, impulsivo, arrembante. Il pilota della Williams è capace tanto di grandi “numeri” quanto di andare a muro quando meno te l’aspetti. Per non parlare di un caratterino a dir poco “latino”, basti vedere i derby rusticani disputati contro il “nemico” Sergio Perez.
Non ha mezze misure questo Maldonado, che ha comunque il grande merito di aver riportato la gloriosa Williams sul gradino più alto del podio dopo ben otto anni.
Prima di lui l’ultimo vincitore con il team di Grove era stato Juan Pablo Montoya. Un altro pilota “caliente” e spettacolare del quale il buon Pastor sembra aver preso un po’ l’eredità.
Perchè l’aggressività è una filosofia di vita, l’impeto è al servizio del risultato, almeno così in teoria: “Ogni volta che penso a quanto realizzato in carriera mi convinco che il mio stile di guida non va cambiato. E’ vero ho avuto qualche scontro di troppo con altri piloti e non solo nel 2012. E’ stata una costante nella mia carriera. Eppure il mio stile estremamente aggressivo è la mia forza, mi ha aiutato a vincere in ogni categoria nella quale ho gareggiato”.
E forse va bene così. Perchè un pilota che fa “colore”, show, calza sempre a pennello. Il venezuelano corre con il coltello tra i denti e sembra motivato come non mai.
Se la Williams metterà in pista una vettura competitiva non dovremo stupirci se il “Pirata dei Caraibi” farà uno dei suoi exploit da applausi per poi sbattere a muro la gara dopo. Il Dna è quello del gas a ogni costo. Prendere o lasciare.