GridGP, così si sviluppano i talenti per la Formula 1
Viaggio a GRID GP, il laboratorio piloti curato dall’Ing. Luigi Mazzola e da Thomas Biagi, dove il simulatore diventa palestra per i giovani piloti, professionisti o aspiranti tali.
In una Formula 1 con la quasi totalità di assenza di test, la simulazione sta sempre più prendendo piede in tutte le squadre, anche le più piccole. Riprodurre fedelmente monoposto e circuiti è diventata una priorità. Abituare i giovani piloti a questa realtà, dunque, è fondamentale.
Per fortuna, gran parte dei piloti d’oggi possono già considerarsi dei nativi digitali e per loro abituarsi alla simulazione non è poi così difficile. Quelli più avanti con l’età, invece, spesso faticano ad adattarsi e soffrono di nausea, come non di rado capitava a Schumacher al simulatore Mercedes.
La simulazione oggi ha fatto passi da gigante e i team di F1 investono milioni di euro per sviluppare software sempre più precisi. Per un pilota esordiente, che si avvicina alla categoria regina delle ruote scoperte, anche il saper lavorare al simulatore può fare la differenza nell’approcciare ad un team. E non crediate si tratti di un semplice videogame, perché le vetture e i comandi sono riprodotti in maniera così impeccabile da far sembrare tutto vero.
“Il verdetto del simulatore corrisponde a quello della pista. Chi prende un secondo qui, ne prende uno anche là”, ci spiega l’Ingegner Mazzola durante la nostra visita a GRID GP, il laboratorio piloti creato proprio da lui e Thomas Biagi. Le potenzialità della simulazione sono tante, ma sia Mazzola che Biagi hanno avuto una bella intuizione: sfruttare la simulazione e le proprie competenze per insegnare ai giovani piloti come mettere a punto un’auto da corsa e sfruttare la l’inconscio per migliorare le prestazioni. Piloti, semiprofessionisti o gentelmen, possono migliorare le proprie performance grazie a questa realtà tutta italiana: GRID GP, per l’appunto.
I “professori” d’eccellenza sono principalmente due: Luigi Mazzola, vent’anni in Ferrari come capo della squadra test, ha lavorato a fianco di campioni come Prost, Schumacher e Raikkonen; oggi è anche Executive Coach ed esperto nel campo della formazione e motivazione; Thomas Biagi, di certo uno dei migliori piloti italiani della sua generazione, vincitore di titoli mondiali con Ferrari e Maserati in GT, oggi protagonista con BMW nel campionato Superstars.
Con due maestri così, la sede di Bologna di GRID GP può trasformarsi in un qualsiasi autodromo del mondo, dove il pilota può attingere dall’immenso know-how di due Campioni del Mondo. Il mezzo con cui Mazzola e Biagi allenano i piloti è un simulatore che utilizza lo stesso software alla base di molti simulatori delle squadre di F1. La parte hardware, invece, è stata sviluppata in sinergia con il reparto corse della Magneti Marelli. La scocca della monoposto è poggiata su una struttura mobile a cinque assi, in grado di riprodurre le sensazioni di pitch, di sottosterzo o sovrasterzo, di accelerazione longitudinale e di rollio. Grazie agli attuatori verticali, tra l’altro, si riescono ad avvertire tutte le asperità dell’asfalto ed il passaggio sui cordoli. Grazie al volante multifunzione, si riesce a simulare sistemi come KERS e DRS, oltre che permettere al pilota di allenarsi nello stacco frizione nelle partenze da fermo.
“In base agli obiettivi che un pilota vuole raggiungere, noi creiamo un programma su misura. C’è una vera e propria analisi che in questa situazione di laboratorio è molto favorita. Io e Thomas non ci limitiamo a guardare la telemetria, ma possiamo studiare il pilota in tempo reale, capirne subito i pregi e i difetti”, ci racconta l’ex test manager Ferrari.
Il simulatore come palestra virtuale, dove si impara l’arte della guida. “Grazie a Magneti Marelli abbiamo la telemetria in real time e in termini di dati possiamo analizzare di tutto. Il pilota può così sfruttare le mie competenze sviluppate in 20 anni di F1 e avere il feedback di un campione come Thomas. Pensiamo che questo possa fare la differenza nella formazione di un giovane pilota”. Mazzola però sottolinea: “Qui si riesce a creare una solida base che deve essere poi espressa in pista. A GRID GP non cerchiamo la riproduzione esatta della realtà, che un simulatore non potrà mai dare, ma vogliamo riprodurre quello che può accadere in pista. L’importante è arrivare sul tracciato preparati: è un po’ come la scuola e il lavoro, uno è propedeutico all’altro. Il simulatore è propedeutico alla pista”.
E sono tanti i piloti che si sono affidati al duo Mazzola – Biagi per migliorare le proprie performance. Dall’emiliano Sergio Campana (campione italiano F3 nel 2010 e quest’anno autore di un’epica gara a Marrakech in AutoGP, terminata con la vittoria) a Michela Cerruti (F3 tedesca e GT italiano con BMW) passando da Mario Marasca (F. Abarth) a Giancarlo Serenelli (AutoGP e GP2 Series). Casi in cui i suggerimenti figli dell’esperienza dello staff di GRID GP hanno fatto la differenza.