Giallo Seb, Fia: “E’ regolare”. Ma la Ferrari agisce!
Non si capisce più niente; il tam tam mediatico di questa lunga settimana ha sortito i suoi effetti. I sorpassi (perchè quelli incriminati sono tre: a Vergne, Kobayashi e De la Rosa) di Sebastian Vettel in regime di bandiera misteriosa continuano a far discutere.
Ormai fioccano video a destra e manca, a tratti si rischia di cadere nel paradossale. La scena più o meno è sempre la stessa, Vettel che sorpassa vetture con le bandiere gialle lampeggianti sul cruscotto. Poi in qualche video si vede un commissario di percorso brasiliano con la bandiera verde, in qualche altro video no.
La cosa ha fatto storcere il naso a metà mondo della F1, Spagna e Italia. Ovvero ai sostenitori della Ferrari e di Fernando Alonso . La campagna “anti-Vettel” è partita dalla penisola iberica, per poi estendersi da noi. Ben diverso è stato l’atteggiamento dei siti inglesi. Silenzio totale per giorni.
Fino a qualche ora fa, quando una delle testate più autorevoli, ovvero Autosport, ha scritto che in via confidenziale (!) la Fia le avrebbe comunicato che il caso Vettel non esiste, e che le manovre sono tutte regolari!
Storia finita, così almeno sembrerebbe. E invece contemporaneamente la Ferrari ha fatto la sua mossa. Seguendo forse il consiglio del Samurai Alonso, la Scuderia italiana ha scritto alla Federazione, chiedendo un chiarimento sulla condotta di gara del campione della Red Bull.
La Ferrari, lo ricordiamo, ha tempo fino al 30/11 per presentare un reclamo ufficiale. Il silenzio di questi giorni è stato “rumoroso”. La calma soltanto apparente di una squadra che ha vagliato tutti gli indizi prima di prendere una posizione ufficiale. E se a Maranello alla fine hanno deciso di agire potrebbero avere le loro ragioni…
Aggiornamento 13:40 Il direttore di gara Charlie Whiting ha spiegato al noto settimanale Autosprint le ragioni per le quali il sorpasso di Vettel al quarto giro ai danni del “cugino” Vergne è da considerarsi regolare:
“Qualora i pannelli luminosi non coincidano con le postazioni dei commissari, per il pilota vale il primo segnale esposto. Per esempio, se c’è una bandiera gialla sventolata e più avanti il pannello è illuminato il divieto di sorpasso inizia già dalla bandiera. Ma questo caso, al contrario, vale anche per la luce verde. Nel caso di Vettel al 4° giro del Gp del Brasile, fra l’ultima luce gialla e la luce verde c’era una bandiera verde sventolata, sulla sinistra. La distanza in questo caso era di 350 metri. Sebastian ha reagito alla bandiera verde e perciò non ha commesso alcuna infrazione”.
Resta però il problema del Gps ufficiale della Federazione che, al momento del sorpasso in questione, portava il tratto sotto regime di bandiera gialla. Spiegazioni contorte e giochi politici all’orizzonte. Ma se Vettel fosse stato salvato dall’errore di un commissario sbandieratore fin troppo celere? A volte la risposta giusta è quella più semplice. “A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire” (principio del “rasoio di Occam”).