Pagelle Gp Stati Uniti: Lewis “Austin Powers”, Seb allunga
Lewis Hamilton 10 e lode Tra qualifiche e gara va in scena la rivincita morale dell’anglocaraibico, lui che quando vince non è mai banale. Sa emozionare perchè dà spettacolo, sempre e comunque. Fa divertire il pubblico con la sua rincorsa furiosa, culminata con un sorpassone all’esterno sul malcapitato Vettel. La McLaren c’è e lui non se lo fa dire due volte. Quaranta giri incollato agli scarichi della Red Bull senza mai mollare la presa. E sono quattro vittorie stagionali, che potevano essere molte di più senza i casini di Barcellona o i guasti di Singapore e Abu Dhabi. Meritava ben altro mondiale, ma si congeda in grande stile dalla McLaren. TRAVOLGENTE
Sebastian Vettel 9+ Animale da qualifica e talento cristallino, un po’ come Stoner lui è il primo che sa arrivare subito al limite, lo dimostra il dominio nelle libere su un circuito nuovo per tutti. Merito del suo innato senso delle traiettorie, certo, eppure in gara viene surclassato da un Hamilton in stato di grazia. Non che Seb corra male, visto che chiude a soli sei decimi dall’inglese. Ma lui qui serviva per il match e non riesce a chiudere la partita con Alonso. Storce il naso e se la prende con la macchina (che coraggio!), rea di non avere abbastanza velocità di punta e con Karthikeyan, che lo ha rallentato. E’ un mostro sacro ormai, ma deve imparare a perdere. CAPRICCIOSO
Fernando Alonso 7,5 Probabilmente non sa nemmeno lui come fa ad essere ancora aggrappato flebilmente a un mondiale che rasenta sempre di più l’utopia. Spento in qualifica, dove litiga tutto il tempo con le gomme più fredde del west. Sa approfittare della strategia Ferrari che lo mette settimo in griglia e la cosa migliore del week end la fa in partenza e nel primo giro quando supera Hulkenberg, Raikkonen e Schumacher. Da lì si limita ad amministrare il terzo posto ereditato da Mark Webber. Più lento di Massa e non troppo convinto. La sensazione è che il botto di Suzuka lo abbia mentalmente distrutto. Da lì non è stato più lo stesso. STANCO?
Felipe Massa 9 Se una gara così, con una macchina così, l’avesse fatta Alonso si sarebbe gridato al miracolo. Felipe, attualmente, sembra la persona più serena in Ferrari. L’unico che corra con la testa libera e senza mille fantasmi contro. Accetta di “buon grado” la retrocessione in griglia per favorire il compagno di squadra, si rimbocca le maniche e caccia una gara da urlo. Nella liscissima Austin è l’unico che a tratti riesce a fare i tempi dei primi due. Lui e non Alonso. E’ questo il dato più preoccupante. Bei sorpassi su Schumacher, Hulkenberg e Raikkonen. SCATENATO
Jenson Button 7+ Il voto è alla gara in sè, non a una qualifica deludente. Merita un giudizio positivo perchè parte lontano, scivola nel traffico con le gomme dure ma poi si sveglia, girando su tempi da paura. Un’ulteriore dimostrazione della sua sensibilità nel gestire le mescole e nel leggere le gare difficili. Eppure il suo quinto posto, nonostante la tattica originale, impallidisce dinanzi alla splendida vittoria del team mate. TATTICO
Kimi Raikkonen 6,5 Parte in seconda fila ma il lato sporco della pista lo penalizza oltremodo. E’ autore di due sorpassi bellissimi che infiammano il pubblico. Da cineteca la manovra su Nico Hulkenberg, prepotente e decisa quella su Felipe Massa. Una gara in altalena, perchè oltre a darle subisce pure. Dallo stesso Massa e da Button. E deve anche guardarsi le spalle dal compagno Grosjean. Chiude sesto tra qualche lampo e troppe amnesie. INCOSTANTE
Romain Grosjean 6,5 Scatta ottavo in griglia per penalità, ma si era qualificato quarto. Buona la gara del francese che si dimostra tra i piloti più in palla del week end. Peccato per un banale testacoda che gli fa perdere un bel po’ di secondi preziosi. Errore che pesa, senza il quale poteva arrivare a contendere la quinta posizione a Button. Stavolta almeno la cavolata danneggia solo lui, senza botti e controbotti con altre vetture. VELOCE
Nico Hulkeberg 7 La promozione in qualifica dal settimo al sesto posto è una beffa, perchè Nico finisce sul lato sporco della pista. E’ lui, forse, quello indirettamente danneggiato dall’intuizione della Ferrari. Subisce, e non poco, la pressione delle vetture più veloci, si fa infilare prima da Raikkonen e poi da Massa. Eppure la sua è una gara positiva, che consolida definitivamente il settimo posto in classifica della Force India. Nel fine settimana dove Paul di Resta (4,5) scompare dai teleschermi. Lo scozzese lo si nota solo nei doppiaggi. Chissà che non sia stato distratto dalla presenza ai box del cugino Franchitti.
Pastor Maldonado e Bruno Senna 6,5 Partono in tandem e arrivano in tandem, senza scambi di posizione. Rispettivamente nono e decimo, in qualifica e in gara. Qualche punticino a fine campionato che serve a poco e niente, ma che non fa mai male. POSITIVI
Mark Webber 7 Probabilmente avrebbe chiuso terzo davanti ad Alonso, o tutt’al più quarto. “Sant’alternatore da Renault” torna a colpire, ma la gufata asturiana doc colpisce la vettura sbagliata. Per la delusione di migliaia di tifosi. Ma si dai, quanti di voi avranno pensato: “Si è fermata la lattina sbagliata“. SFIGATO AL POSTO GIUSTO
Sergio Perez 5 “La Ferrari mi voleva, la McLaren mi ha voluto ecc…” Ormai parla come un top driver fatto e finito, qualcuno dovrebbe ricordargli che non va a punti da cinque gare di fila. CHIACCHIERONE
Daniel Ricciardo 6 Dalla diciottesima alla dodicesima posizione, gara discreta quella dell’australiano. Daniel ritarda la prima sosta e la tattica, nei limiti, sembra pagare. PRESENTE
Michael Schumacher 6 La sufficienza piena è per una qualifica quasi fenomenale considerando la mediocrità del mezzo a dispozione. Ma il suo Gp del Texas finisce lì. Chiude triste sedicesimo a causa delle gomme che non vanno in temperatura. La sua gara è un ennesimo piccolo calvario. Però bel giro secco, la classe non è acqua.
Nico Rosberg 6 L’opposto di Schumi; inguardabile in qualifica ma stoico in gara, dove chiude tredicesimo con la peggior Mercedes degli ultimi tre anni. E’ poca roba, ormai anche lui aspetta tempi migliori. E pensare che alla terza gara della stagione portava questa squadra al successo!
Kamui Kobayashi 5 Purtroppo desaparecido, ma non deve essere facile correre sapendo di perdere il sedile per questione di sponsor. Questi soldi che al giorno d’oggi stanno dovunque e che rischiano di privarci di un pilota come Kamui. Sarebbe un delitto, al di là della mediocre gara americana. TELEFONO CASA
Altri: Jean Eric Vergne (6); Heikki Kovalainen (6); Vitaly Petrov (6+); Timo Glock (6); Charles Pic (5,5); Pedro de la Rosa (5,5); Narain Karthikeyan (4,5)
Gp del Texas 8,5 Bello il tracciato di Austin, entusiasmante la gara. Non c’è cosa più bella che vedere due campioni con macchine dal potenziale equivalente (più o meno) contendersi la vittoria in duello ravvicinato che dura tutta la gara. Ieri sul circuito americano è andata in scena una di quelle corse che ti riconciliano con lo spirito delle competizioni. BENE, BRAVI, BIS
La furbata del cambio di Massa 8 Senza falsi moralismi, ma con il giusto distacco, è sembrata l’unica scelta giusta fatta dalla Ferrari da due mesi a questa parte.
I 40 secondi di distacco beccati da Alonso 3 Semplicemente una vergogna, quaranta secondi dai primi come i quaranta punti sprecati nella peggior “volata mondiale” della storia del Cavallino. Perchè fatta tutta in retromarcia. Davvero un miracolo essere ancora in corsa per il mondiale, ma credere davvero che possa arrivare il titolo pare francamente troppo.
McLaren 5 Sei vittorie, una sola in meno dell’armata Red Bull, un pilota straordinario come Lewis Hamilton ma soltanto terza nel Costruttori e fuori da ogni lotta che conti. Gran bella macchina, mondiale positivo per numero di successi ma a Woking potrebbero ricordarsi a lungo di questo 2012, sotto la voce “stagione dei rimpianti”. PECCATO
Hermann Tilke ! Ci sei riuscito, finalmente, a disegnare un circuito di Formula 1. Prendendo un po’ di Turchia, un po’ di Silverstone, un po’ di tutto ma va bene. Austin merita l’appellativo di tracciato e non di tilkodromo. ALE’
I cappelli texani sul podio 4 Permettetemi un giudizio personalissimo, alla X Factor: Per me è no!