Pagelle Gp Abu Dhabi: il ritorno di Kimi, la furia di Seb

Kimi Raikkonen 10 “Si, si, si, so quello che devo fare, non ricordatemelo sempre” fine della trasmissione. Lasciatelo guidare in pace. Bentornato vecchio amico sincero e politicamente scorretto, bentornato personaggio vero in un mondo artefatto, bentornato campione. Con un po’ di fortuna, certo, per il guasto di Hamilton ma con la capacità di guidare martellando giro dopo giro come ai vecchi tempi. Resistendo – strappando intermedi da libro cuore – contro un arrembante Alonso. Ed è curioso che la vittoria numero 19 in carriera, la prima dal ritorno in F1, sia arrivata proprio ad Abu Dhabi. Dove nel 2009 Iceman aveva emesso il suo editto blugaro contro la F1: “C’è troppa politica in questo mondo” affermò, ferito per la fine della storia con la Ferrari. Proprio negli Emirati arriva la rivincita più bella e sentita. Riporta il marchio Lotus alla vittoria dopo 25 anni. Un’altra soddisfazione da mettere in bacheca. ICE BACK

Sebastian Vettel 10 Se volete parlare di “lato B” questo è il posto sbagliato. Non quando un pilota ipercriticato per non saper correre in bagarre fa la gara della vita rimontando due volte dal fondo. E’ stato aiutato dalle due safety, vero, ma il numero lo fa tutto nei trenta giri su gomme morbide quando è un uragano che travolge chiunque gli si presenti davanti. Dopo la seconda sosta riesce ad evitare il traffico, la magia è tutta lì. Il sorpasso su Jenson Button è la ciliegina sulla torta di una giornata da protagonista assoluto. Nel week-end in cui sembrava più nervoso, non fa la pole, perde la seconda fila a causa della mezza furbata della Red Bull (2 alla furbata), sembra afflitto dai guasti e dalle furbate della squadra. Eppure reagisce alla grande con una domenica da dominatore. SPAVENTOSO

Fernando Alonso 9 Il “samurai” di twitter non molla, parte sesto e caccia fuori il solito garone da fuoriclasse. Con un sorpasso nelle prime tornate a Webber da applausi. Eppure la gioia sul podio per il secondo posto sembra un po’ forzata, come se dentro di sè sapesse della grande occasione persa. D’altronde partire 18 posizioni davanti a Vettel e rosicchiare solo tre punticini è quasi un colpo da K.O. per il morale. Lui glissa, dà la colpa ai ritiri e alle neutralizzazioni, e afferma che il team ha fatto il massimo. Certo la Ferrari in gara riesce a mettere tutti i pezzi a posto ma resta il fatto che Nando, nonostante abbia sudato sette camicie, non sia riuscito a prendere la Lotus di Kimi. Insomma la squadra fa il massimo, ma questo non basta. Il titolo è tutto in salita. ZONCOLAN

Lewis Hamilton 10 e lode Su questa che è una di quelle piste tortuose – da guida armonica e ritmo danzante – che Lewis interpreta meglio la vittoria sembrava un soliloquo senza affanni del futuro alfiere della Mercedes. Magari un bel saluto alla squadra che lo ha allevato e lo ha portato in cima al mondo. Una bella storia nel deserto, interrotta dalla pompa della benzina, che lo fa restare fermo lungo il tracciato. Un leitmotiv, quello dell’affidabilità, che ha segnato irrimediabilmente questa stagione agrodolce dell’anglo-caraibico. Che non ha mai guidato così bene ma che non è mai stato così sfigato. Come a Singapore, un’altro dominio in fumo. Resta la pole strepitosa. TARTASSATO

Jenson Button 6,5 Mentre il compagno di squadra comanda il fine settimana con autorevolezza, JB si nasconde nel guscio della sua McLaren, timido nell’affrontare le non temibili pieghe di Abu Dhabi. Con un passo gara discreto si era arrampicato fino al podio ma Vettel lo riporta bruscamente alla realtà con un sorpasso fulmineo. Alla fine arriva un quarto posto un po’ inutile, specchio di un mondiale vissuto in sordina. CALMO

Pastor Maldonado 7,5 Si lamenta dei problemi al Kers che, parole sue, gli avrebbero impedito di lottare per la vittoria. Considerando che il ragazzo un po’ spaccone lo è, prendiamo per buona una mezza verità. Con il Kers funzionante sicuramente sarebbe stato un osso ben più duro per Alonso e Button. In quest’ottica il quinto posto finale è un signor risultato. TENACE

Kamui Kobayashi 8 Finalmente riecco il Koba che conosciamo. Che anche senza sedile caccia fuori una di quelle gare tutto passo e consistenza che l’hanno reso famoso. Si qualifica male ma rimedia con una buonissima partenza. L’ottimo ritmo, unito ai ritiri altrui, fa il resto. Si insedia subito in zona punti e non la molla più, risalendo con caparbietà fino al sesto posto finale. Supera indenne contatti e botte da orbi a centrogruppo e sotto la bandiera a scacchi arrivano otto punti fondamentali per la classifica Costruttori della squadra. ATTO DI FORZA

Felipe Massa 5 Passi che si è girato perchè ha visto Webber arrivargli addosso. Il problema è che si è girato proprio quando poteva fare un minimo di gioco di squadra, rendendo la vita difficile a Vettel. Nada de nada. Una prova inferiore alle attese con Felipe mai troppo a suo agio su questa pista. Forse meglio in qualifica che in gara. Almeno il settimo posto finale aiuta la squadra nella lotta Costruttori con la McLaren. DELUDENTE

Mark Webber 5,5 Gara tutta in salita per il cangurone che perde tempo prima con Maldonado che lo sperona (ma i commissari reputano il tutto come incidente di gara) e poi con Felipe Massa. Scivola indietro e deve dire addio alle sue ambizioni quando rimane coinvolto nell’incidente multiplo creato da Perez. Red Bull distrutta e ritiro inevitabile. DEMOLITION DERBY

Bruno Senna 7 Ottima la prova del nipote di Ayrton che, dopo un contatto nelle prime curve, risale la china fino all’ottava posizione. Bravo a tenersi lontano dai guai e a rimanere freddo nei numerosi duelli ruota a ruota. Un passo verso il rinnovo? CONCRETO

Paul di Resta 7 La gara del polpo Paul è speculare a quella di Senna. Anche lo scozzese si tocca in partenza, tra l’altro con il compagno di squadra Nico Hulkenberg (costretto al ritiro e dunque non giudicabile), e deve rimontare dal fondo. Le neutralizzazioni lo aiutano ma se la vede brutta nel duello rusticano con Perez. Alla fine arrivano due punti che non sono da buttare. RODEO

Daniel Ricciardo 6,5 Sotto regime di bandiere gialle e neutralizzazione rischia il licenziamento in tronco per aver messo Vettel in difficoltà con la sua frenata improvvisa. Il resto della gara l’avrà passato tutto a tifare per il tedeschino, con il terrore di un inquietante rendez-vous con Helmut Marko nel dopo gara. Chissà se nello spavento si è accorto di aver racimolato un punticino…

Michael Schumacher 6 Una foratura gli impedisce di entrare in zona punti. Risultato, quest’ultimo, che sarebbe già stato ottimo con questa Mercedes dismessa di fine campionato.

Nico Rosberg 7 Il voto è alla qualifica, dove conquista una quarta fila “significativa” considerando il (non) potenziale della monoposto. In gara è sfortunato a beccare Karthikeyan praticamente fermo in traiettoria. Il volo è brutto, per fortuna non si fa niente.  IN VOLO SULL’INDIA(NO)

Sergio Perez 4 Ormai è chiaro che da quando ha firmato per la McLaren ha perso la trebisonda. Guida come un pazzo scatenato che vuole dimostrare per forza qualcosa. I casini in partenza e poi il far west con di Resta, con seguente rimbalzo impazzito in pista, denotano un’immaturità forse inaspettata. Un po’ gambero questo Sergiolino che ha esordito come un giovane vecchio e che adesso sembra un poppante con il giocattolo in mano. Fate sparire quel contratto dalla sua testa per queste quattro gare. IRRICONOSCIBILE

Romain Grosjean 5 Ovviamente anche ad Abi Dhabi si trova coinvolto in quelle due, tre, collisioni di routine. Paraddosalmente però stavolta è incolpevole. UNA SORPRESA

Jean Eric Vergne 3 Se avesse potuto al passaggio di Vettel si sarebbe genuflesso piangendo di gioia. Quando Seb lo sta per sorpassare sparisce dallo schermo. La regia becca la sua macchina quasi in tribuna. Gli ordini di scuderia sono permessi, ma gli ordini tra scuderie? Insomma la Red Bull corre con quattro macchine e a Montezemolo lo prendono per pazzo quando parla di terza macchina. Mondo crudele. SERVILE

Narain Karthikeyan sv Il manuale del pilota a pagina uno dice: “Fai la tua gara”. A pagina due: “Se devi lasciar passare un pilota più veloce spostati dal punto di corda”. Rallentare di botto in traiettoria è la cosa più folle e pericolosa che si possa fare in pisa. Lui dà la colpa ad un problema idraulico che gli avrebbe tolto la possibilità di spostarsi. E bisogna credergli perchè è impensabile che un pilota di F1 faccia un tale orrore. GESTO PERICOLOSO

Heikki Kovalainen 6 Un ritiro, soltanto un altro ritiro, e avrebbe pareggiato il dodicesimo posto di Glock riportando la Caterham al decimo posto della classifica Costruttori. Purtroppo deve accontentarsi dell’ennesima tredicesima piazza.

Charles Pic 7 Si deve ritirare a causa di un guasto al motore ma in qualifica è bravissimo. Riesce a piazzare la Marussia tra le due Caterham e a surclassare il ben più quotato compagno di squadra. Cerottino ha disputato una stagione di buon livello, peccato che passi spesso inosservato a causa del catorcio che guida.

Altri: Timo Glock (6-); Vitaly Petrov (5); Pedro de la Rosa (6)

Gp Abu Dhabi 7,5 Incredibile a diri ma, su una delle piste riconosciutamente più brutte del pianeta Terra, esce fuori una gara elettrizante. Merito di Vettel che parte ultimo, dello spettacolo offerto da Hamilton, del ritorno alla vittoria di Kimi. Per non parlare delle carte mischiate dalle safety car e le battaglie rusticane di metà gruppo. Una corsa tirata, vissuta dai protagonisti tutta d’un fiato. Un bel Gran premio, poco da aggiungere. Il sorriso più grande alla fine lo aveva Vettel, chissà perchè…

Gli aggiornamenti della Ferrari 3 E’ roba da Tapiro di Striscia dai. Millantare a ogni gara un miglioramento in qualifica che puntualmente si traduce in un peggioramento. Meno male che c’è il passo gara e soprattutto un pilota come Fernando Alonso. Ma Valerio Staffelli è avvisato, se in Texas la Ferrari fa l’ennesimo buco nell’acqua il Tapiro è d’obbligo.

Andrea Stella 5 I team radio in italiano stanno diventando stucchevoli. Forse avremmo apprezzato di più se domenica, nell’occasione dell’attacco di Vettel a Button, avesse comunicato a Nando: “Vettel ha fatto un grande sorpasso”. A meno che la McLaren non ci fornisca un suo team radio dove si sente Jenson che russa, a quel punto alziamo le mani.

Adrian Newey 8 Maledetto genio, insomma quella dei vasi comunicanti è l’ennesima opera d’arte. Usare le masse liquide per bilanciare la monoposto; se la Fia dice che il sistema è regolare è inutile continuare a dargli dell’imbroglione. Lui è al limite, questo lo sappiamo. E tende ad aggirare il regolamento per Dna. Forse è un senso innato di sfida quello del tecnico inglese. Ma personalmente ho deciso di cambiare filosofia nei suoi confronti. Basta voti negativi. D’altronde Lupin è un personaggio che sta simpatico a tutti. L’antagonista è l’ispettore Zenigata, che guarda caso è una stampa e una figura con Stefano Domenicali…

Mercedes 4 Come le gare a secco di punti e la Sauber è ormai a un passo in classifica. Sarebbe davvero un grande smacco per Stoccarda perdere anche il quinto posto Costruttori.

 

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