Gp di Sud Corea: pagelle in “Ye-Ye-ongam style”
Sebastian Vettel 10 Un po’ Alessandro Magno questo Seb che conquista l’Asia infilando una tripletta da spavento nel giro di un mese: Singapore, Giappone, Corea. Anche a Yeongam annichilisce gli avversari sin dal primo giro, imponendo un ritmo inavvicinabile. Brucia, con facilità, Webber allo start e si invola senza problemi verso la quarta vittoria stagionale. In Red Bull scherzano con gli avversari creando una finta suspence riguardo al degrado delle gomme. Facce preoccupatissime al muretto con intermedi ultra competitivi del pilota in pista. La Red Bull è tornata, sotto tutti i punti di vista. DOMINATORE
Mark Webber 9 La partenza da ottuagenario al semaforo stavolta si sposa perfettamente con le esigenze della casa madre. Si riaffaccia sul podio dopo la vittoria di Silverstone e lo fa nel modo più gradito alla Red Bull: tenendosi dietro le Ferrari. Resiste alla pressione – invero blanda – di Alonso e porta a casa un secondo posto da perfetto scudiero. AZIENDALISTA
Fernando Alonso 6 Nono podio stagionale, ancora un terzo posto dopo quelli di Monza e Singapore. Scatta bene dalla quarta piazza bruciando subito Hamilton e resistendo a Raikkonen. Per il resto una gara sottotono; Fernando fa il compitino senza riuscire a scatenare la belva che è in lui. Il ritiro di Suzuka e la partenza di Vettel diventano un uno-due da KO. Lo spagnolo è inerme dinanzi allo strapotere Red Bull. Più lento di Massa, mai davvero capace di impensierire Webber, sul podio ha una faccia scura da far paura. Ostenta una tranquillità che sembra rassegnazione mista a stanchezza per i tanti sforzi vani. Due anni di miracoli e il risultato è un iride accarezzato ma di nuovo lontano. Alonso come quei tennisti che perdono il tie-break al quarto set e crollano nel quinto, il set che mai avrebbero voluto giocare. FRASTORNATO
Felipe Massa 8,5 Paradossalmente la notizia buona da cui la Ferrari deve ripartire è il passo gara monstre di Felipe, l’unico pilota in pista a tenere per alcuni frangenti di gara il ritmo di Vettel. Con la testa libera e con un rinnovo ormai in tasca, Massa sembra sinceramente tornato su ottimi ivelli. In Corea aveva il passo per andare a prendere senza troppi problemi Webber. “Sei troppo vicino a Fernando, rallenta” gli intima la scuderia, lui nel dopo gara commenta “Ho dovuto alzare molto il piede ma è stato giusto così” Le scorie dell’incidente ungherese sembrano finalmente eliminate, d’altronde un certo Mika Hakkinen dopo il terribile schianto di Adelaide del ’95 ci mise due anni prima di vincere un Gp. E se per Felipe valesse un po’ la stessa cosa? RISORTO
Kimi Raikkonen 7 Con una E20 ormai “plafonata” difende con gli artigli il suo terzo posto nel mondiale chiudendo al quinto posto una gara disputata senza particolari spunti ma in modo concreto. Peccato che, in altre gare, partendo dalla terza fila avrebbe lottato per il podio. Purtroppo la Lotus ammirata fino all’Ungheria è un lontano ricordo, ma Kimi sta disputando una stagione di alto livello. REGOLARE
Nico Hulkenberg 8 La sua peculiarità è sempre la stessa: quello di migliorare in modo esponenziale gara dopo gara. A Yeongam corre in modo esemplare conquistando un sesto posto prezioso per lui e per la Force India. Sperando Vj Mallya gli rinnovi il contratto o di vederlo in Sauber. Sarebbe un delitto lasciarlo a piedi. TALENTO
Romain Grosjean 6+ Settimo in griglia e settimo al traguardo; nei duelli con le Toro Rosso allarga all’inverosimile le traiettorie per evitare qualsiasi tipo di contatto. Atteggiamento comprensibile per un pilota che al prossimo errore potrebbe essere sbattuto senza troppi complimenti fuori dal Circus. CAMOMILLA
Jean-Eric Vergne 8 Davvero notevole la performance del francese che, complice una Str rivitalizzata dalla cura James Key, fa fuoco e fiamme sin dalle prime tornate. L’unico driver della seconda metà dello schieramento a far segnare parziali record nel primo settore e a girare come i primi. Non è un caso, quindi, che alla fine riesca a ottenere un buonissimo ottavo posto. Cosa curiosa, Vergne è andato solo tre volte a punti ed è sempre arrivato ottavo. SCIENTIFICO
Daniel Ricciardo 8+ Il simpatico australiano è autore di una gara fotocopia a quella del team mate, ma si becca un segno “più” per essere partito ben cinque posizioni più indietro ed aver subito anche un mezzo ordine di scuderia. Nonostante questo, arriva negli scarichi del francese, completando la giornata più che positivia della piccola squadra italiana. Quarta volta a punti nelle ultime cinque gare. DA SEGUIRE
Lewis Hamilton 6 Vivo e vegeto in qualifica, prima che la sua Corea diventi un mezzo calvario, dai risultati tragicomici. Prima problemi di aderenza e poi problemi di gomme (che spiattella senza troppi complimenti) lo costringono a una insolita tattica di tre soste, molto penalizzante. Umiliato e sorpassato un po’ da tutti (ma che risposta da fenomeno a Raikkonen!) finisce per agguantare un punticino sufficientemente inutile. A un certo punto la sua McLaren indossa anche una sciarpa verde racimolata lungo la via da uno dei tappeti sintetici situati all’esterno della carreggiata. E’ l’immagine emblematica di una bella donna che ormai fa soltanto passerella, superata per giunta dalla Ferrari in classifica Costruttori. FOULARD
Sergio Perez 5+ Irruento come è solito essere nelle ultime gare, per poco non combina una “grosjeanata” in partenza. Frena in tempo ma appare deconcentrato e azzarda una tattica ad una sosta semplicemente inattuabile. A fine gara sembra tornare con i piedi per terra e si riscopre competitivo, inizia una furiosa rimonta per entrare in zona punti ma è troppo tardi. Un altro che ha bisogno di darsi una regolata. INCOSTANTE
Paul di Resta 5 Surclassato senza mezze misure dall’incredibile Hulk, cosa che ultimamente sta capitando un po’ troppo spesso, e non a caso il tedesco lo ha anche superato in classifica assoluta. Può almeno fregiarsi di aver avuto ragione di Michael Schumacher, con il quale instaura per gran parte del Gp un singolar tenzone tra “poveri”.
Michael Schumacher 5 Obiettivamente insufficiente la prestazione del kaiser. Decimo in qualifica e impalpabile in gara, dove si limita a portare al traguardo una sempre più mediocre Mercedes. Un triste, ma triste davvero, capolinea dopo la bella rimonta di Suzuka.
Kamui Kobayashi 3 In un solo colpo fa fuori Rosberg e Button e danneggia in modo irreparabile la sua monoposto, condannandosi al ritiro. Dopo la sublime prova nel Gp di casa arriva in Corea nervoso e irrequieto per i problemi contrattuali con la Sauber. Non riesce a trasformare la pressione in energia positiva e perde la testa. DANNOSO
Nico Rosberg 7 La sua gara dura il lasso di un niente ma il voto lo diamo alla sua dichiarazione: “Ci sono troppi piloti che stanno prendendo troppi rischi assurdi, dovrebbero calmarsi un po’”. I piloti Sauber, Grosjean, Maldonado. Quest’anno la griglia è piena di scavezzacollo che hanno alzato il livello di pericolo delle gare. Poi pensi a uno come Nico che negli anni passati a lottare a centro gruppo con Williams e Mercedes rarissimamente è stato autore di condotte ai limiti del regolamento. Ecco, appunto. ESEMPIO
Jenson Button sv Fuori dal Q3 in qualifica e va be’, ma in gara non ha nemmeno il tempo di studiare una contromossa che viene speronato duramente da Kobayashi. Va davanti ai microfoni e dà dell’“idiota” al pilota nipponico. NON LE MANDA A DIRE
Williams 5 Quando la macchina era competitiva Pastor Maldonado (5,5 in Corea) faceva errori su errori. Ora che il venezuelano ha ritrovato la retta via è la monoposto a lasciare a desiderare. ASINCRONIA
Bruno Senna 5 Può fare davvero ben poco con una Williams non pervenuta in Sud Corea.
Vitaly Petrov 6,5 Probabilmente è la paura di rimanere fuori dal giro che gli dà quella spinta in più per un week-end davvero positivo. Scatta diciotessimo e chiude sedicesimo, guidando sempre davanti al “terribile” compagno Heikki Kovalainen (5,5).
Altri: Timo Glock (5,5); Charles Pic (5); Narain Karthikeyan (5); Pedro de la Rosa (5+)
Gp di Corea 6,5 Il circuito, per essere un tilkodromo, è tutto sommato godibile. Alterna due lunghi rettilinei a un tratto misto non troppo tecnico ma “guidato” al punto giusto da far intravedere qualche traiettoria interessante. La gara scorre via veloce, sebbene la cavalcata delle auto blu smorzi un po’ il tutto. Non c’è gara, a meno di non volersi entusiasmare per il balletto delle Ferrari tra inseguimento non riuscito e bizzarri ordini di scuderia. A ravvivare un po’ le cose ci pensa la variabile Hamilton, con i suoi casini e le sue sfortune. Ma i tifosi di Lewis avrebbero preferito altro.
La bandiera gialla permanente 4 I commissari espongono per dieci giri una bandiera gialla dalla dubbia utilità, proprio nell’unico punto dove si poteva seriamente attaccare. Della serie: se la gara è una palla, facciamo qualcosa per renderla ancora più noiosa. STUCCHEVOLE
La domenica trionfale della Red Bull 9 Doppietta in Corea e in più le Toro Rosso entrambe a punti. Quattro su quattro insomma. Dani Pedrosa (10 per la seconda metà di stagione) che vince in MotoGp sponsorizzatissimo dalle lattine e Felix Baumgartner (10 e lode al coraggio e alla tecnica, 8,5 all’impresa un po’ fine a se stessa) che supera la velocità del suono in caduta libera lanciandosi dalla stratosfera. Ovviamente missione tutta della Red Bull. Tutto il mondo è Red Bull, anzi anche lo spazio. A-I-U-T-O
Psy 9 Il vero personaggio di questo Gp. Riesce a far ballare la sua “Gagnam style” a Mark Webber e a Sebastian Vettel. Per non parlare di Bruno Senna e Felipe Massa. Sventola la bandiera a scacchi con una flemma degna di un orso in letargo, un effetto abbastanza paradossale (voluto?). Con quella giacca poi… UN SUCCESSONE
La maschera di Adrian Newy sul podio 7 Indossata per motivi precauzionali onde evitare che lo champagne dei festeggiamenti gli finisse negli occhi, in realtà potrebbe celare un messaggio in codice. La maschera subacquea ricorda il mare, il mare le barche a vela, e quindi l’America’s Cup. Troppa dietrologia?