Hamilton, ennesima gaffe su Twitter…
La favola tra Lewis Hamilton e la McLaren iniziò per caso, durante la serata di premiazione degli Autosport Awards del 1995. Lewis aveva appena dieci anni quando si avvicino a Ron Dennis per chiedergli un autografo, dicendogli “Un giorno io guiderò per la sua squadra”.
Oggi Lewis di anni ne ha 27 e di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Non c’è più Ron Dennis a trattarlo come un figlio. Non c’è più quell’atmosfera familiare che teneva a bada il suo caratterino. E ora che ha deciso di andare via, le crepe nel rapporto tra Hamilton e la McLaren si allargano. E Luigino pare perdere la testa.
Dopo la marachella della telemetria pubblicata su Twitter, Lewis continua ad utilizzare il famoso social network in maniera troppo impulsiva, forse incurante del fatto che tutto ciò che scrive raggiunge in pochi secondi oltre un milione di followers in tutto il mondo. E ieri l’anglocaraibico si è lanciato in un’altra gaffe, ai danni del suo compagno di squadra Jenson Button.
Nella serata di ieri, Lewis ha scritto: “Ho appena notato che @jensonbutton non mi segue più, è un vero peccato. Dopo tre anni come compagni di squadra, pensavo ci rispettassimo l’uno con l’altro, ma chiaramente lui non lo fa”. Appena pochi secondi dopo, rincara la dose con un altro cinguettio: “La cosa divertente è che siamo ancora compagni di squadra! Comunque, ho intenzione di dare a questa squadra e ai tifosi tutto ciò che ho fino a quando non taglierò il traguardo in Brasile”.
Dopo aver chiamato Button, arriva la scoperta del secolo: JB non lo aveva mai seguito su Twitter. A quel punto, Lewis ha dovuto fare un passo indietro e scrivere: “Colpa mia, ho appena scoperto che Jenson non mi ha mai seguito. Non lo biasimo! Ho bisogno di stare di più su Twitter”.
Questo non è altro che un “Epic Fail”, come lo chiamerebbero gli internauti social addicted. Un altro passo falso del campione caraibico, la ciliegina sulla torta di un weekend – quello di Suzuka – particolarmente delicato. Non solo una questione di prestazioni, ma anche di rapporti con la squadra.
Dopo le qualifiche, Hamilton aveva ammesso: “Abbiamo sbagliato assetto”. Per tutta risposta, la McLaren ha risposto con un gelido comunicato che spiegava che era stato Lewis a propendere per un certo tipo di soluzioni che poi si sono rivelate inefficienti. Insomma, mancano cinque gare alla fine, ma quel rapporto idilliaco tra Lewis e il team di Woking è ormai solo un ricordo piuttosto sbiadito.