Singapore da dimenticare, Sauber fuori dai punti
GP di Singapore amaro per la Sauber: dalle prove libere del venerdì fino alla lunga, lunghissima, gara di oggi gli uomini della scuderia svizzera non riescono a raccogliere punti, inseguendo costantemente una prestazione che a Marina Bay è apparsa latitante.
A mani vuote e delusi dal mancato salto in avanti che ci si aspettava dal nuovo pacchetto di modifiche sulla monoposto, Sergio Perez e Kamui Kobayashi si classificano rispettivamente undicesimo e tredicesimo.
Il messicano, partito in settima fila e arrivato ai margini della zona punti, commenta con poche osservazioni la sua gara: “Weekend difficile per noi, senza alcun dubbio. Abbiamo lottato senza mai riuscire ad avere un buon passo e l’equilibrio giusto. Si è provato di tutto, anche il cambio di strategia (ha montato prima le gomme soft e poi le supersoft), ma era evidente che oggi non era possibile fare punti“.
Una corsa comunque vissuta al massimo, nella bagarre per agguantare un piazzamento: “Sì, non si può dire che non abbia combattuto, ma ne avevo abbastanza per sorpassare gli altri“. Se Singapore è stata stregata, c’è subito il Giappone per rimediare, e Sergio guarda avanti: “Dobbiamo lavorare e migliorare in vista di Suzuka, e sono certo che ce la faremo“.
Tredicesimo, può almeno dire di aver profetizzato l’ingresso della Safety Car, nelle sue dichiarazioni post-qualifiche.
E’ Kamui Kobayashi, che con tre soste ai box ha rimontato dalla 17esima alla 13esima posizione finale: “Ho fatto una brutta partenza, le mie ruote slittavano e per un bel po’ di tempo è stato difficile entrare in gara“. Qualche episodio importante però c’è stato, come racconta il giapponese: “Non ero esattamente nelle posizioni e condizioni giuste per superare qualcuno, e poi subito dopo l’uscita della seconda Safety Car non sono riuscito ad evitare il contatto con Hulkenberg“. Episodio su cui recriminare? “Un incidente di gara“, commenta Kamui, “semplicemente non c’era spazio per passare. Nico mi ha chiesto scusa alla fine della gara, mi è sembrato soffrisse di sovrasterzo, così mi ha urtato e ho dovuto cambiare l’ala anteriore“.
Stessa amarezza ma anche stessa fiducia del compagno Perez, e il Koba è pronto a ripartire: “Non è stato un fine settimana facile e propizio per noi, ma sono sicuro che ritroveremo la nostra forza nel GP di Suzuka“.
Laconico e stringato, Peter Sauber non è contento della gara: “I nostri piloti hanno lottato molto, come tutti abbiamo potuto vedere nelle immagini in TV, ma non c’era molto da fare oggi“. Con un ulteriore rammarico: “Senza l’ingresso delle due Safety Car, probabilmente i punti sarebbero stati più a portata di mano“.
Giampaolo Dall’Ara, capo Ingegneri di pista, descrive la corsa delle Sauber soffermandosi sull’ingresso della vettura di sicurezza: “Il problema più grosso qui a Singapore è stato senz’altro la mancanza di passo, non eravamo veloci come pensavamo di essere. Ma al di là di questo c’è stata la sfortuna della Safety Car, che ha agevolato solo i piloti che avrebbero fatto tre soste ai box. Kamui si era fermato due giri prima, e per Sergio era troppo presto per montare le super soft in quel momento“. Un episodio che ha sconvolto così l’intera gara, già complicata: “Abbiamo tenuto Perez in pista, ma poi c’è stata la seconda Safety Car, e siamo stati costretti a richiamarlo ai box. Le poche posizioni che poteva aver recuperato sono andate perse. Weekend da dimenticare, ora si pensa a rimediare“.
Aggiornamento ore 19:48 – Webber è stato penalizzato con 20 secondi sul tempo finale di gara, dunque Sergio Perez sale in decima posizione.