Il punto di metà campionato: chi ha le carte per vincere?
Il classico “giro di boa”, che segna notoriamente la metà del percorso di gara, l’abbiamo già superato da due gare; ma approfittiamo della pausa estiva per fare un bilancio sulla stagione in corso, cercando, per quanto possibile, di analizzare tutti gli elementi acquisiti fino a questo momento, in modo da individuare i pro ed i contro per ogni squadra e rispettivi piloti, con l’intenzione di indovinare chi, dopo metà campionato, può avere tutte le carte in regola per aggiudicarsi il Campionato del Mondo Piloti e quello Costruttori.
Iniziamo col dire che la stagione 2012 non ha precedenti; nelle 63 edizioni del Campionato del Mondo di Formula 1 mai si era verificata una situazione simile, con ben sette piloti diversi ad aggiudicarsi le prime sette gare della stagione ed un equilibrio che, con alta probabilità, ci regalerà un finale di stagione al cardiopalmo. Cinque piloti racchiusi in appena 48 punti significa semplicemente che tutto può cambiare in un attimo e che nessuno è in grado di dire in che posizione terminerà la stagione. Ma andiamo a fare un bilancio squadra per squadra, seguendo, ovviamente, l’ordine della Classifica Costruttori.
RED BULL – LA “00” DI DASTARDLY E MUTTLEY:
Chi da piccolo guardava le Wacky Races, cartone anni sessanta firmato Hanna-Barbera, ricorderà sicuramente il perfido Dick Dastardly e il suo cane Muttley, che ad ogni gara le provavano tutte pur di vincere. E’ ormai il trend della Red Bull: buchi (regolamentari e non…), feritoie, slot, mappature, soffiaggi, interventi vietati in parco chiuso, sorpassi fuori regola, ogni cosa possa portare Vettel e Webber sul gradino alto del podio loro l’hanno fatta ed, in verità, hanno cominciato a stancare un po’. Perchè, si, va bene avere il progettista più astuto del momento, lo era pure Colin Champman negli anni ’70, ma “Formula 1” significa innovazione tecnica, deve essere una battaglia da vincere a “colpi di matita”, non di “codice sportivo e Regolamento”. Comunque, al di là dei sotterfugi, resta il team tecnicamente da battere.Vero che prima di far funzionare i “tunnel” hanno provato tutte le possibili soluzioni per gli scarichi (praticamente una a gara), ma la Rb8 è probabilmente la vettura più versatile del lotto, che riesce ad essere gentile con le Pirelli e veloce su tutti i circuiti, sia quelli guidati che quelli veloci. Però l’ultima nata di Newey non è il bulldozer schiaccia campionati degli ultimi due anni e tale limite ha messo in evidenza le difficoltà dei due alfieri “in lattina” con un mezzo non superiore alla concorrenza.
Mark “AC DC” Webber
L’australiano è secondo in classifica ed è, per ora, il diretto rivale del leader Alonso. Però, se Mark vuole giocarsi le sue ultime chance di scrivere il proprio nome nell’albo d’oro più prestigioso delle corse automobilistiche, deve cominciare a viaggiare a “corrente continua” e non “alternata”, come ha fatto fin ora. Grandi prestazioni e gare opache, in un campionato simile, incidono negativamente sulla classifica. Mettiamoci pure il possibile affare “ordini di scuderia” ed ecco che salta ogni progetto iridato. Alla Red Bull, però, non sono così stupidi da penalizzare volutamente Mark per favorire Vettel se l’australiano dimostrasse davvero di voler puntare alla vittoria e fosse la pedina migliore della squadra nel finale. Ma tocca a Mark rimboccarsi le maniche e giocarsi da top driver le ultime stagioni da pilota di F1. Negli ultimi anni è cresciuto moltissimo, ma gli manca ancora quella “fame assatanata” che contraddistingue i campioni veri.
Sebastian “Orlando furioso” Vettel
Quando non hai il mezzo migliore del lotto devi inventarti qualcos’altro per essere il più forte. O meglio, in realtà c’è poco da inventare. Devi solo concentrarti sulla guida e farlo al meglio delle tue possibilità. Ogni gran pilota ha vissuto una situazione simile: Prost nel ’90, Senna nel ’93, Schumacher nei primi anni con la Ferrari. Quello del 2012 non è il miglior Vettel “pilota” degli ultimi tempi, ma non perchè abbia dei limiti nella guida. Semplicemente è ancora immaturo e quando si è accorto che la sua macchinina non è più la più bella ha reagito solo con rabbia e nervosismo, invece di mettersi in modalità “testa bassa e pedalare”. Comunque, le doti velocistiche sono indiscutibili. Questo sarà un anno cruciale per lui: dovrà abituarsi al fatto che non sempre un pilota ha la fortuna di avere la macchina migliore in assoluto e, quando succede, bisogna essere il pilota migliore in assoluto per compensare. Tu lo sei, Seb?
MCLAREN – JUST AN ILLUSION…?
Gli appassionati di musica anni ’80 ricorderanno questo bellissimo pezzo degli Imagination. La stagione della McLaren è in linea con quel groove “sali scendi” di quel successo. Partono fortissimi vincendo a Melbourne con l’ennesima macchina atipica, senza scalini e con scarichi che saranno copiati praticamente da tutti gli altri. La Mp4-27 non è perfetta, ma ciononostante la creatura di Woking sembra averne di più degli altri. Poi il tuffo nel vuoto, con Hamilton e soprattutto Button che sembrano fare il cammino inverso della Ferrari. Dalle stelle alle stalle e la McLaren da favorita si ritrova ad inseguire. Però ora si sono risvegliati, hanno modificato completamente il posteriore e hanno colmato il gap tecnico con gli avversari. I punti da recuperare sono tanti, ma l’impressione è che la McLaren possa diventare nel finale la vettura migliore del lotto.
Lewis “testa quasi a posto” Hamilton
E’ la stagione della definitiva maturazione per l’anglo-caraibico? Probabilmente si. Lewis ha capito che le gare oggi non le si vince più a sportellate ed è il caso di cambiare il tiro se si vuole puntare in alto. Dopo la “disastrosa” stagione 2011, Lewis ha decisamente cambiato passo ed ha cominciato a fare il “Button”, imparando a risparmiare gomme e macchina, anche se talvolta ha sprecato punti preziosi. L’ultima vittoria in Ungheria dimostra che quando è in giornata non ce n’è per niente e nessuno e, se la macchina va, lui va ancora di più. Il dubbio è: sarà la McLaren in grado di dargli una vettura vincente per il resto della stagione?
Jenson “barcollo ma non mollo” Button
Vincere la gara di apertura, andare a podio alla terza e poi scomparire per la prima metà del campionato significa per forza che qualcosa non va. Sarà lo scarso feeling con la macchina nuova, sarà forse lui, ma la prima metà del campionato 2012 ha visto un Button decisamente sofferente. Non a caso si sono accese le voci su un possibile approdo in Ferrari, forse per fargli cambiare aria e dargli nuova linfa vitale. Fatto sta che quando la macchina ha ripreso a funzionare, ha ripreso a funzionare pure lui. Tornare in lizza per il mondiale è una “mission impossible”, ma l’inglese può ancora aggiudicarsi qualche medaglia d’oro e raddrizzare una stagione storta. Il dubbio resta lo stesso di Hamilton: McLaren Mp4-27
LOTUS – THE DARK CAR RISES:
Vedere una macchina nera-oro in livrea “simil JPS”, che per giunta si chiama Lotus, lì davanti a lottare per le vittorie fa molto revival e richiama il periodo d’oro della F1. Ad Enstone hanno fatto una macchina molto buona, diversa dalle altre (l’unica dei top team con gli scarichi senza trucco e senza inganno) e che letteralmente “coccola” le Pirelli. Hanno una coppia di piloti ad alto potenziale, ma non sono ancora riusciti a riportare la il marchio Lotus ad una vittoria che manca dal 1987. Il potenziale comunque c’è, sia a livello di macchina che di piloti e c’è da scommetterci che un trofeo lo porteranno a casa pure loro, prima che finisca la stagione. Gli manca qualcosa in qualifica, ma in gara cambiano decisamente marcia e diventano un team pericoloso da tenere sotto controllo, soprattutto nel finale. Poi Raikkonen è quinto a 48 punti da Alonso, quindi guai a sottovalutare Iceman.
Kimi “wait and see” Raikkonen
Dopo aver “giocato” a fare il rallysta, Iceman è tornato a fare il pilota. Ad inizio stagione aveva “sbeffeggiato” le vetture di oggi, dicendo che non sarebbe stato un problema abituarsi a DRS e Kers. In realtà qualche difficoltà con lo sterzo delle F1 Kimi ce l’ha avuto, ma quando ai box riescono a fargli la macchina come dice lui, in pista riesce a fare la differenza. E lo fa soprattutto nel finale di gara, quando gli altri vanno in crisi con le Pirelli e la sua Lotus, invece, “ci fa l’amore”. Gli manca il guizzo vincente e in molti preferiscono Grosjean più che il finlandese. Kimi, per tutta risposta, in Ungheria ha dato un bel schiaffo morale e “fisico” al francesino e a chi lo critica, facendo capire che ha ancora molto, moltissimo, da dire a questa F1. Percio, aspettiamo e vediamo…
Romain “furia cavallo del west” Grosjean
Che va piu’ forte di un jet quando fa il pieno di fieno, se no non sta in pie’. Calma ragazzo, calma! Il talento c’è, ma dai tempo al tempo! Se vedi le formazioni di qualche anno fa ti fermi alla voce Romain Grosjean, vedi i risultati e ti convinci che quello del 2012 deve per forza essere un omonimo, un parente, un’eccezione. L’esperienza paga e Romain ha mostrato una crescita enorme, sia sul giro veloce che sul ritmo gara. Il francesino è un giovane di belle speranze, sa essere velocissimo, sia in qualifica che in gara, ma deve imparare a controllare meglio le emozioni e ad essere meno irruento, soprattutto al via. Se ci riesce e la Lotus continua a dargli una signora macchina lo vedremo protagonista delle prossime stagioni, nonché di questa ancora in corso e non tarderà ad arrivare anche la vittoria.
FERRARI – IL PARADISO ALL’IMPROVVISO
McLaren all’incontrario: dalle stalle alle stelle. Chi avrebbe scommesso su una Ferrari vincente ed un Alonso in testa alla classifica piloti a metà campionato dopo la prima gara di Melbourne? Ed invece, contro ogni legittima aspettativa, la Ferrari ha messo il suo pilota di punta lì in cima alla classifica con un “vantaggione” di quaranta punti sul secondo. Il team del Cavallino è certamente quello che ha lavorato di più per rendere competitiva la F2012; una vettura piena di soluzioni innovative, dalla sospensione pull-rod all’anteriore agli scarichi, ma che per cominciare a funzionare ha avuto bisogno di tantissimo lavoro. Il gioco è valso la candela, ma la F2012 non è ancora la macchina migliore del lotto. La Ferrari, però, si è dimostrata la squadra migliore nel complesso e, se continuasse lo sviluppo nella direzione giusta, Alonso potrebbe cominciare a fare seriamente sogni di gloria. Il dubbio é: quanto margine di miglioramento ha ancora la F2012?
Fernando “torero” Alonso
Inutile stare a discutere: attualmente Alonso è il miglior pilota in circolazione, per forma fisica, mentale e capacità di guida. Nei risultati della Ferrari c’è indubbiamente molto merito suo. Alonso è un pilota che non perde mai la testa (il contrario di Vettel), sa quando osare e quando accontentarsi (capito Hamilton?) ed ha un rendimento costante (non come Webber). L’unica cosa che gli manca è la macchina migliore, ma ciò rende ancor più entusiasmante la stagione, infiamma i tifosi e fa andare su tutte le furie gli altri, che, non potendo puntare sulle doti del pilota, devono rischiare di più sulla macchina (vedi Red Bull) e sulle strategie (vedi McLaren). Tutto dipende dalla Ferrari: con un pilota del genere, riuscire a migliorare la macchina significa avere enormi possibilità di vittoria.
Felipe “l’altra faccia della medaglia” Massa
Se la macchina migliore è ciò che manca ad Alonso per dominare il campionato 2012, Felipe Massa è ciò che manca alla Ferrari per lottare anche per la classifica che premia la squadra migliore e per sviluppare più velocemente la macchina. Felipe non c’è, schiacciato dallo strapotere del team mate e dalle insistenti voci di mercato che lo perseguitano già da qualche stagione. Il suo sedile scotta sempre un po’ di più ad ogni gara; lui ci prova ma i risultati sono scarsi. Ed è un peccato, perchè Felipe, oltre che un bravo ragazzo, ha mostrato in passato di essere anche un ottimo pilota, capace di lottare per il titolo. Purtroppo, nel momento in cui avrebbe dovuto fare il salto di qualità, ha vissuto il momento più difficile della sua carriera e ciò, evidentemente, ha influito sulla sua crescita.
Una nota a margine per le altre, Mercedes in primis, la grande delusione di questo campionato. Dovevano fare chissà cosa con il Double DRS e Rosberg aveva addirittura illuso tutti con una vittoria in Cina. Poi l’appetito della W03 per le Pirelli ha preso il sopravvento, relegando la vettura tedesca al ruolo di comparsa. Asettico, vittoria a parte, Rosberg, “fantozziano” Schumacher. Dopo metà campionato i problemi restano gli stessi identici della scorsa stagione. Hanno innovato poco o nulla sulla macchina e l’idea è che, visti i risultati, avrebbero potuto azzardare qualcosa di diverso al posteriore. Invece sono rimasti con gli stessi scarichi.
Giusto un appunto per il settimo vincitore diverso dell’anno: Pastor “lo chiamavano Bulldozer” Maldonado. Diciamocelo, sarà irruento, poco calcolatore, forse addirittura pericoloso, ma è uno di quei pochi che la domenica ti fanno saltare sul divano. Ormai lo penalizzano per ogni cosa, ingiustamente, perchè la Formula 1 è uno sport molto più fisico di quanto si pensi. E’ lui il Gilles Villeneuve del momento. Vede spazi per sorpassare ovunque, non si preoccupa dei punti e pensa solo a fare il pilota. Con una Williams simile si può puntare solo ai punti; lui ci ha colto una strepitosa vittoria. Occhio a questo ragazzo.