Gp Germania: pagelle con “mappatura omologata”
Fernando Alonso 10 e lode La nona vittoria in Ferrari se non la più bella è una delle più significative, sentite, speciali. Perchè arriva a Hockenheim esattamente due anni dopo al pasticcio combinato dalla Rossa con Felipe Massa. Era un Alonso diverso quello, ugualmente veloce ma più incline all’errore e alle indecisioni. Questo qui invece è un alieno, che sigla una pole alla Senna e il giorno dopo scherza gli avversari giocando all’elastico per 67 giri, attento com’è a gestire le gomme e sfoderando quando serve un passo da qualifica. La trentesima vittoria in carriera suggella il primo, vero, tentativo di fuga iridata da quando è in Ferrari. DOMINANTE
Jenson Button 9 Toh chi si rivede! Fin dal semaforo verde è il vecchio Jenson, che si fida ciecamente della monoposto e spinge come un ossesso con un occhio a gomme e tattica di gara. La sua Germania è un lungo singolar tenzone con Vettel, fatto di strategia, giri veloci e sorpassi (anzi uno) al limite. Alla fine è terzo al traguardo e secondo a tavolino. Ma partiva sesto e a pochi giri dalla fine è ancora lì a mordere le caviglie ad Alonso. La McLaren è tornata e con lei il suo Napoleone. STRATEGA
Kimi Raikkonen 8,5 Invischiato in un traffico da tangenziale a causa della mediocre posizione in griglia, Kimi è autore di una gara gagliarda sin dalle prime fasi. Si infila a destra e manca, fregando in modo lesto Mercedes e Force India. Sembra quasi “scatenato”, nonostante occupi posizioni di rincalzo. Ma la tenacia paga; parte decimo e chiude quarto sotto la bandiera a scacchi. Viene poi “promosso” al terzo posto, ma se la E20 non migliora in qualifica la vittoria resterà una chimera. CATTIVO
Kamui Kobayashi 8,5 Probabilmente la migliore gara da quando corre in F1, tolto lo spettacolo dato a Suzuka nel 2010. Perchè la Sauber vola che è una bellezza, ma lui ci mette grinta (vedi duello con le Force India), ritmo, concentrazione. Ritarda entrambe le soste, grazie alla gentilezza della monoposto elvetica con le mescole, e chiude quarto – tra i big – una gara tiratissima. E meno male che il sedile per il 2013 è a rischio. IMPECCABILE
Sebastian Vettel 6- In qualifica c’è e anche nelle prime fasi di gara. Il sorpasso subito da Hamilton, doppiato, è un gancio che scompone il tedeschino. Il sorpasso, effettivo, di Button è la coltellata finale. Vettel soffre Alonso e chiunque si dimostri più veloce di lui. Nervoso, linee sbilenche, gas aperto in modo scomposto. Chiunque ha messo almeno una volta il sedere su una macchina da corsa sa che quando si corre così non è per eccesso di agonismo, ma per frustrazione. Quest’ultima, forse, la causa della prepotente traiettoria di sorpasso ai danni di Button. Manovra censurata dalla Fia che decide così di buttarlo giù dal podio. Anche questa, per certi versi, un’esagerazione. AGITATO
Lewis Hamilton 7 Sfigato come pochi, ad Hockenheim ci pensa una foratura a metterlo fuori dai giochi nelle prime curve. E allora, doppiatissimo, dovrebbe alzare il piede e far sfilare il gruppo dei migliori. Logico. Non se ti chiami Hamilton. Istinto puro, gioia di guidare, funambolo senza compromessi. Da diciassettesimo, o quello che era, svernicia Vettel perchè in pista se sei più veloci passi e saluti. Senza stare lì a farsi mille pippe mentali tra regolamenti e giochetti di squadra. Probabilmente non è il suo anno, ma quando c’è bisogno di spettacolo è sempre lui il primo ad alzare il sipario. SHAKESPEARE
Sergio Perez 8,5 Fa in fotocopia la gara del compagno di team; è artefice di un bel corpo a corpo con di Resta nelle prime fasi di gara. Rispetto a Koba partiva ancora più dietro, in diciasettesima posizione, e il sesto posto finale è un signor risultato. Riesce per giunta, con le gomme praticamente andate, a resistere all’attacco di Schumacher nei giri finali. DETERMINATO
Michael Schumacher 7,5 Cosa deve fare di più Michelone se la mangia-caucciù per eccellenza, all’anagrafe W03, gli rovina la gara costringendolo a tre soste mentre tutti passeggiano tranquillamente sulle due? La risposta è: ben poco. Il settimo posto se non è il massimo, poco ci manca. Lo zio di Kerpen è magistrale sul bagnato e fa quel che può sull’asciutto. La verità è che la Mercedes in gara ormai le prende stabilmente anche dalla Sauber. Alla faccia del double-super-mega-Drs… RASSEGNATO
Mark Webber 5 Il cangurone rinnovato, lanciatissimo, fortissimo di Silverstone lascia il posto al Webber del 2011, quello pronto a perdersi in un bicchier d’acqua. Mark lamenta mancanza di ritmo della sua Rb8. Un controsenso se pensiamo che, penalità in griglia a parte, il terzo tempo in qualifica è più che buono. Ma in gara scompare, incapace di avere la meglio su piloti solitamente molto più lenti di lui. Pressione da mondiale? FIACCO
Nico Hulkenberg 7 Strepitoso in prova, sul bagnato, con lampi di classe simile a quelli di Interlagos 2010. In gara deve fare di necessità virtù e “assecondare” il potenziale della sua VjM05. Chiude nono dopo aver lottato anche per posizioni più nobili. Mette comunque fieno in cascina per la Force India; sono due punti utili nella sfida per il settimo posto con la Williams. REGOLARE
Nico Rosberg 7,5 Corre in casa ma il Gp è tutto in salita. Scatta dalla ventunesima piazza a causa di una scellerata qualifica contornata da una penalità di cinque posizioni. In più deve fermarsi tre soste per il degrado delle gomme sulla sua vettura. Ci sarebbero tutti gli ingredienti per fare malissimo e invece Nico riesce a racimolare un punticino con inaudita abnegazione. PAZIENTE
Paul di Resta 5,5 Dà spettacolo nelle fasi iniziali nei duelli incrociati con le due Sauber. Più che darle le prende e infatti si fa beffare sulla distanza chiudendo undicesimo, con un pugno di mosche in mano. Solitamente in queste gara tutte da “leggere” è più brillante. MANSUETO
Felipe Massa 5 Il voto è alla qualifica, a quell’errore nell’unico giro utile con le intermedie che lo relega a metà gruppo. Un dettaglio che pesa come un macigno. Perchè il nesso causa-effetto con le vicende della partenza è palese. La fortuna talvolta te la devi saper costruire; quello che a Felipe troppo spesso non riesce. L’ennesimo Gp buttato al vento, peccato che arrivi dopo la bella prova bretone. Invece degli aquiloni a casa Massa volano alettoni. INCOMPIUTO
Romain Grosjean 4 Casinista in qualifica e peggio ancora in gara. Con botti e botte da orbi. Meglio guardare avanti va’, questo fine settimana era nato storto dall’Inghilterra con una sostituzione del cambio che aveva già condannato il francese a una rincorsa forse troppo dura. DISASTRO
Pastor Maldonado 5 Si lamenta della Williams sull’asciutto, trovandola semplicemente lenta. Le tre soste non pagano e il venezuelano scivola dalla ottima quinta piazza in griglia ad una mesta quindicesima posizione al traguardo. ASSENTE
Vitaly Petrov 6,5 Lotta come un leone per togliersi la soddisfazione di arrivare avanti alla Williams dello sfortunato Bruno Senna (5,5). La cosa gli riesce. Piccole soddisfazioni in casa Caterham.
Heikki Kovalainen 6,5 Sovrastato in gara da Petrov, gli crediamo quando dice di aver avuto problemi alle gomme anteriori. Un gesto di fiducia, dopotutto in qualifica ha rifilato quasi un secondo netto al collega russo. In “serie C” ha ben poco da dimostrare.
Toro Rosso 5 Mediocritas assoluta. I piccoli tori faentini non vanno a punti dalla seconda gara. Un anonimato totale e preoccupante e la separazione da Giorgio Ascanelli non depone bene. Jean Eric Vergne (5,5) e Daniel Ricciardo (5,5) fanno da comparse a metà schieramento senza lode e senza infamia. Nemmeno la tattica diversa dei due riesce a cambiare qualcosa. TORO SOLO
Altri: Charles Pic (6); Pedro de la Rosa (6); Timo Glock (5); Narain Karthikeyan (4,5)
Gp di Germania 7,5 Tirato dall’inizio alla fine con una sfida alla pari tra tre campioni con tre vetture diverse. Incerto il risultato per gran parte di gara, con Hamilton guest star nel ruolo di mina vagante. Peccato che il Tilkodromo teutonico (5) non meriti di portare il nome Hockenheim. Non basta il “Motodrome” ad alleviare la sofferenza degli appassionati per la violenza perpetrata ai danni di una delle piste più belle del mondo.
La mappatura Red Bull 2 Perchè dopo le aperture, gli scarichi soffiati, i diffusori ecc. non se ne può davvero più. Ogni norma è buona per essere aggirata, riletta, reinterpretata ad uso e consumo personale. Stavolta settando la centralina del motore in modo da ottenere di nuovo il soffiaggio in rilascio di acceleratore. Come? Semplice: alzando la coppia ai medi regimi e modulando il pedale del gas. Un giochetto da ragazzi, e i bibitari spendaccioni e furbastri la fanno ancora una volta franca. Con Newey novello Robin Hood che “ruba i decimi per darli ai tori”…qualcosa del genere va’. INDECENTE
La lezione di Nicolas e Pat 9 I due ingegneri che hanno in mano le sorti del Cavallino, il fantastico duo prima criticatissimo e poi idolatrato da migliaia di tifosi con acute sindromi da direttori tecnici del giorno dopo. Si, parliamo proprio di loro, di Fry e di Tombazis. Del greco che espugna la Germania (immagine evocativa anche questa) con la vittoria della legalità. Di una Ferrari che ha già pagato troppo, in questi ultimi anni, il grande rispetto per il regolamento tecnico. E che è allora è doppiamente libera di godersi, con tanto di interessi, vittorie così.
A Fia de na… 3 Maddai!! La Fia riconosce, in quanto ufficio tecnico, l’irregolarità della mappatura dei motori Renault sulla Red Bull. La stessa Fia assolve, in quanto ufficio sportivo, la Red Bull a causa del linguaggio criptico del regolamento. Un’interpretazione estensiva ed elastica della norma, per non pregiudicare la corsa mondiale delle lattine, per evitare che il mondo urlasse al complotto pro Ferrari. E poi tutta quella fiscalità con Vettel nell’episodio del sorpasso? Non si sarà mica trattato di un caso di compensazione? La sensazione è che manchi chiarezza, o meglio un metro di giudizio uniforme. Questo vecchio amico sconosciuto alla nostra, amabile e miope, Federazione.