Lotus: non c’è frustrazione per le mancate vittorie
“It’s the same sad story, that’s a fact…” (è sempre la solita triste storia, questo è il fatto…). No, tranquilli, non sono le dichiarazioni di Eric Boullier, Team Manager Lotus Renault. È un semplice verso di un pezzo scritto venticinque anni orsono da un grande cantautore americano, al secolo Bruce Springsteen. Cosa c’entra allora? C’entra eccome, in qualche modo.
Springsteen parlava di una storia d’amore tra un ragazzo ed una ragazza, mentre noi siamo alle prese con la rinnovata storia tra Lotus e F1. La relazione tra le due cose è evidente: entrambe le storie, almeno sino ad oggi, non trovano soddisfazione: Lotus infatti, da quando ha lasciato Caterham e abbracciato l’ex Renault, ha la possibilità di tornare alla vittoria da subito, senza sperare in un cataclisma.
La E20, diciamo la verità, è nata benissimo. Una gran monoposto, che si adatta ad ogni tipo di circuito e si trova a meraviglia con le temperature bollenti, talmente a meraviglia che – se le condizioni di caldo estremo durassero un GP intero – le due Lotus potrebbero dare una pista a tutti, lattine comprese.
Sono nove gare nove ed è sempre la stessa storia: Lotus favorite, prove deludenti, prima parte di gara in sordina, seconda parte strepitosa, punti o podi raccolti, ma mai ciò che in F1 conta di più: la vittoria.
I piloti sono all’altezza, poche storie. Un ex Campione del Mondo nemmeno troppo arrugginito ed un agguerritissimo francesino fanno si che la frontline Lotus sia tra le meglio assortite dei top team. Perché di un top team stiamo parlando. Eric Boullier però, smorza i toni ed anzi, solleva pressioni al team: “Non c’è assolutamente alcun tipo di frustrazione nel team. Si sono corse solo 9 gare su 20. Siamo sempre li davanti. Prima o poi ci saremo anche alla fine”.
Boullier pone l’accento sul fattore qualifiche: “ I ragazzi vanno fortissimo in gara, non c’è che dire. Ma se non miglioreranno in qualifica sarà davvero difficile poter puntare alla vittoria. Partire indietro penalizza sempre il nostro risultato finale”.
Il Team Manager Lotus conclude parlando degli incidenti occorsi a Grosjean: “Romain rimane spesso coinvolto in contatti. Ma non per la troppa aggressività, bensì per la posizione da cui parte. Partire a centro gruppo può far sì che si subiscano contatti, a volte determinanti per l’andamento del GP. Per questo dobbiamo qualificarci più avanti con maggiore continuità”.
Raikkonen e Grosjean sono chiamati a fare meglio in qualifica dunque, senza però intaccare – attraverso assetti troppo aggressivi per il sabato – la competitività in gara. Un compito non facile ma, se riuscisse, consentirebbe alla Lotus di interrompere il digiuno di vittorie che, magari non porterà frustrazione, ma un certo nervosismo latente lo crea, a prescindere dalle dichiarazioni di Boullier.