Gp d’Europa: pagelle da “remuntada” a Valencia
Fernando Alonso 110 e lode La gara di Valencia vale una laurea, che lo consacra definitivamente tra i più grandi di sempre. E non tanto per le 29 vittorie in carriera ma per come guida e per un carisma che definire eccezionale è dire poco. Come un gladiatore nella sua arena, Alonso è una furia scatenata che si anela nella tortuosa Valencia a suon di sorpassi all’esterno e giri veloci. Incanta, esalta, commuove migliaia di tifosi ferraristi. Dai sorpassi a ripetizione dopo la prima sosta a gente come Webber e Schumacher a quello letale su Grosjean. Deludente in qualifica, semplicemente “Magic” in gara. Seconda vittoria stagionale e la certezza di trovarsi dinanzi a uno di quei piloti che caratterizzano un’ intera epoca, uno di quelli che valgono da soli il prezzo del biglietto. “HISPANICO”
Kimi Raikkonen 8 Sovrastato, indolensito, da quel peperino di Grosjean, Kimi sembra soffrire un po’ troppo bagarre e collega di box. Perde posizioni dopo il primo stop, poi esce alla distanza con un ottimo ritmo e sul finire di gara tira fuori una grinta inaspettata. Sogna la vittoria ma deve “accontentarsi” della piazza d’onore dietro alla Ferrari di Alonso. Da una mezza delusione a un grande risultato. I campioni rispondono “presente” quando meno te l’aspetti. TENACE
Michael Schumacher 9 Non c’è niente di male a dire che spesso sembra un vecchio zio che si diverte a fare a sportellate con i ragazzini. Eppure se “entra in partita” la palla non la fa vedere a nessuno perchè, nonostante l’età, parliamo pur sempre di una leggenda vivente. Dopo due anni e mezzo di dolori arriva un podio scacciaombre da dividere a metà con quel geniaccio di Ross Brawn che si inventa la tattica del giorno. Soffrire prima per attaccare poi. E Schumi esegue alla perfezione. Talmente concentrato nei sorpassi e nella guida da non accorgersi di essere arrivato a podio. Anche questo è Michael. PROPRIO LUI
Sebastian Vettel 10 Batterò su questo tasto fino allo sfinimento. Il tedeschino non è un pilota bravino con un siluro sotto. E’ un campione vero. Perchè in un anno così livellato una pole position di tale prepotenza e 20″ secondi di vantaggio in gara non si erano ancora visti. Ci mette del suo perchè è un fenomeno ma la safety car gli distrugge la gara in tutti i sensi. Lo frena, obbligandolo a rifare tutto daccapo, e probabilmente surriscalda la fragile Rb8 che senza pista libera e a velocità ridotta si spegne di botto come una lampadina fulminata. Mors tua, vita mea. Passa dal sogno di un Grand Chelem a un -26 in classifica mondiale. SFIGATO
Romain Grosjean 9 Una gara, e un fine settimana, pressochè perfetti. L’unico errore al restart quando non è capace di prendere qualche metro nei confronti di Alonso lasciando il fianco scoperto. Con una Lotus così veloce doveva difendersi meglio. Per il resto una gara da incorniciare, con tanto di sorpasso a Hamilton e rincorsa (a distanza) a Vettel. E che tempi sul giro! Peccato che finisca parcheggiato a bordo pista in modo mesto e ingiusto. Un’uscita di scena silenziosa per il francese, gran protagonista del Gp di Europa. Guida da dio ma senza affidabilità non si va da nessuna parte. SCATENATO
Mark Webber 9 In odore di Ferrari nel 2013 il cangurone sfodera una prova sublime sul tracciato cittadino di Valencia. Partito diciannovesimo a causa di una qualifica disastrosa (anche per problemi al Kers), in gara rimonta fino al quarto posto finale. Con intelligenza e lucidità, riuscendo a gestire perfettamente una strategia da “lacrime e sangue”. L’ennesima “medaglia di legno” stagionale lo proietta al secondo posto in campionato. REDIVIVO
Nico Hulkenberg 8 Gara convincente quella del tedesco della Force India. La VjM05 si sposa perfettamente al tracciato spagnolo, Nico è bravo a capitalizzare il potenziale in una gara dura, con avversari intorno ben più blasonati. Nella prima parte di gara fa soffrire più del dovuto Fernando Alonso. PROMOSSO
Nico Rosberg 6 Sesto in griglia, sesto in gara, con una tattica simile a quella di Schumi il colpo gli resta in canna. Vedendo cosa ha fatto Michael nei giri finali, il bilancio è appena sufficiente. Anche se mette fieno in cascina. La classifica è discreta. MODERATO
Paul di Resta 7 Brocco o fenomeno? Paul è l’unico a fermarsi una sola volta, una strategia ai limiti del suicidio con una temperatura dell’asfalto così alta, eppure chiude in zona punti. Fa da tappo, soffre, ma prende sei buoni punti che sommati ai dieci di Hulkenberg contribuiscono all’ottimo fine settimana della Force India. MATTO?
Jenson Button 5 Tra mille sfortune e difficoltà Hamilton lotta sempre con i primi, lui è irriconoscibile. Lontano in prova, altrettanto staccato in gara. Vivacchia come uno dei tanti e racimola quattri punti che servono a poco o nulla. Non lo si nota mai se non per qualche sorpasso subito. CRISI NERA
Sergio Perez 6,5 Da quindicesmo a nono; Checo è autore di una buona prova, non è veloce come Kobayashi ma a differenza del giapponese si tiene lontano dai guai. COSTANTE
Bruno Senna 6 Trova per strada un punticino iridato, grazie ai problemi altrui chiude in zona punti nonostante un drive thru’ e una carambola con Kobayashi che sembravano averlo tagliato fuori dalla gara. RIPESCATO
Lewis Hamilton 8 Gli manca un po’ lo spunto per dare seguito all’importante prima fila di sabato. Doveva essere l’anti Vettel e invece si spegne lentamente, incalzato da Lotus e Ferrari. Eppure, con una McLaren che fa di tutto per fargli perdere il mondiale ai box, si trovava lì a giocarsi il podio. Finchè Maldonado non ha deciso di mandarlo a muro. Chissà se, trovandosi sulle tele, non avrebbe dovuto alzare un po’ il piede. Ma non era da lui. La velocità è intatta ma lo spirito potrebbe risentire dei tanti, troppi, inconvenienti. SENZA PACE
Daniel Ricciardo 5,5 I due della Str sono poca roba; giovani si, promesse no. Daniel riesce a passare sotto la bandiera a scacchi ai margini della zona utile, dopo essere stato anche quarto per un frangente di gara. Ma il gioco dei pit stop lo riporta con i piedi per terra.
Pastor Maldonado 4 Ottimo terzo in qualifica, la Williams c’è e il venezuelano è autore di una gara consistente. Sempre nei primi cinque, negli ultimi giri va che è una bellezza e punta dritto al podio. Avrebbe tutto il tempo di cuocersi Hamilton a piacimento e piazzare la zampata risolutiva mentre, irruento com’è, forza la mano in un punto improbabile. Nel bel mezzo della chicane non lascia spazio a Lewis e lo centra in pieno, rovinando la sua gara e soprattutto quella dell’inglese. Da brillante a imbranato il passo è breve. MASOCHISTA
Felipe Massa 6 Gli dei delle corse gli sono avversi. Perchè Filippino non sarà mai il team mate Alonso ma la sua onesta gara da piazzato la stava facendo, nonostante la settima fila di sabato. E invece quando le cose iniziavano a girare ecco lo speronamento gratuito e maldestro di Kobayashi. Finisce sedicesimo con la monoposto sbilanciata. E tornano ombre minacciose sul suo sedile. AVVILENTE
Kamui Kobayashi 4 Spreca il settimo posto in griglia, e una buona prima parte di gara, giocando all’autoscontro con chiunque gli capitasse a tiro. Inguardabile, fa solo danni. SFASATO
Jean Eric Vergne 4,5 Oltre ad essere un po’ “pippa” è anche maldestro. Riesce a rovinare un sorpasso facile facile sulla Caterham speronando in pieno Kovalainen. Non prendere le misure a un certo livello è imperdonabile. Ma almeno ha il merito di ravvivare la gara causando l’ingresso della vettura di sicurezza. Ma Alguersuari e Buemi erano tanto peggio?
Pedro de la Rosa 6+ Chiudere diciassettesimo con la Hrt il Gran Premio di casa è un successone…
Narain Karthikeyan 6 Come sopra, scompare dal circuito a ogni doppiaggio. Ormai è maestro della disciplina tanto che sarebbe capace di dare strada anche nel bel mezzo del tornantino Loew a Montecarlo. TRASPARENTE
Timo Glock sv Non prende parte al Gran Premio causa un’infezione allo stomaco. Molte persone, deluse dallo spettacolo mancato, hanno abbandonato l’autodromo alla notizia…
Heikki Kovalainen 7 Perchè ogni tanto riesce a portare in Q2 quel catorcio della Caterham e solo lui sa come ci riesce…
Altri: Vitaly Petrov (6-), Charles Pic (5,5)
Gp d’Europa 7,5 Gara viva e divertente, se consideriamo che si disputa su un circuito non molto selettivo. Merito della spettacolare rimonta di Matador Alonso e ai vari trenini di piloti in lotta per i punti. La ciliegina sulla torta è la safety car che rimescola le carte e permette risultati stupefacenti (vedi Alonso, Webber e Schumi) Voto basso alla gara se tifate Vettel: in quel caso potrebbe bruciare e non poco lo stop forzato del tedeschino, che aveva ammazzato il Gp dominadolo in lungo e in largo.
Qualifiche Il voto lo date voi. Perchè qui si rientra in un ambito di gusti troppo soggettivi per essere messi nero su bianco dal sottoscritto. Le Pirelli sono croce e delizia di questa F1, questo è un dato di fatto. E forse se abbiamo visto 14 piloti in 3 decimi (!) la causa/colpa è stata anche di un circuito piatto con curvette di sessanta gradi che rasentano la banalità. A Silverstone, circuito dove si guida anche con gli attributi e stressante per gli pneumatici in appoggio, non aspettatevi mezza griglia in tre decimi, ecco.
Il cucchiaio di Pirlo 10 Cosa c’entra? Direte voi. Be’ il colpo da genio assoluto di un fenomeno del calcio è assimilabile per intensità ed emozione alla splendida vittoria di Nando in terra spagnola. Italia-Inghilterra finisce 2-0 in una domenica “bestiale” per gli italiani. Vissuta in piedi sul divano e con il cuore in gola. Detto ciò il vero cucchiaio Andrea lo dovrebbe insegnare ai meccanici della McLaren (2), che non sono più nemmeno capaci di alzare la monoposto sul cavalletto. SCAVETTO
Il team radio di Andrea Stella 9 Passi la risata gioiosa, smaliziata e un po’ bislacca di un incredulo e incredibile Alonso. La soddisfazione vera è sentire parlare via radio l’ingegnere Andrea Stella in italiano, vincendo la resistenza di un circus integralista e anglofono per eccellenza. Anche in questi piccoli particolari, ragionati e cercati, la Ferrari sta provando a riaffermare la propria identità e la propria forza, in pista e fuori.
Podio Gp Francia 2005 10 e lode E chiudiamo con una nota nostalgica e malinconica. Sul podio a Valencia salgono gli stessi tre piloti, nello stesso identico ordine, del podio in Francia di sette anni fa. Quanta acqua è passata sotto i ponti. Schumacher doveva ancora vincere 7 gare sulla Ferrari prima di chiudere da vicecampione del mondo nel 2006. Alonso era alla stagione del primo titolo con la Renault, e nessuno avrebbe immaginato che Kimi Raikkonen, pupillo di Ron Dennis, sarebbe diventato un idolo ferrarista e campione del mondo con la Rossa. Si disse allora che era un podio significativo. Con il Re che abdicava nei confronti di due giovani fenomeni. Sette anndi dopo son tutti un po’ più grandicelli ma son di nuovo lì. Il Kaiser con gli eredi più amati dal pubblico. In pratica un quadretto familiare che racchiude diciassette anni di Ferrari.